mercoledì 30 novembre 2022

Fontane d'Italia: Grotta del Buontalenti, Grotta del Bandino e Fontana del Bacchino (Firenze)





foto da wikipedia.org





Prima stanza


Seconda stanza


Terza stanza

La Grotta del Buontalenti o Grotta Grande è uno degli ambienti più pregevoli e famosi del Giardino di Boboli, è stata iniziata da Giorgio Vasari ma la costruzione si deve a Bernardo Buontalenti che la realizzò tra il 1589 e il 1593 su incarico di Francesco I de' Medici. E' un capolavoro dell'architettura Manierista e rappresenta una singolarissima commistione tra architettura, pittura e scultura. La prima stanza rappresenta la materia informe, il caos, che trova ordine e armonia, è un tema legato all'alchimia, agli angoli si trovano copie dei 4 Prigioni di Michelangelo e un tempo vi erano giochi d'acqua. La seconda stanza è decorata con stalattiti e affreschi con al centro il gruppo marmoreo di Paride che rapisce Elena (o Teseo e Arianna) di Vincenzo de' Rossi (1560). La terza stanza ha un cielo fittizio dove volano degli uccelli, è dominata dalla Fontana della Venere che esce dal bagno, del Giambologna.


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La Grotta del Bandino o Ninfeo Niccolini o Ninfeo del Giovannozzi (1745-46-91) è una fontana monumentale coperta che si trova nella Villa del Bandino a Gavinana (Firenze). La grotta si ispira alla moda manierista, barocca nei ninfei, è ornata da mosaici colorati e la volta è completamente affrescata a figure e grottesche. Nello stucco sono stati imprigionati coralli, conchiglie, scorie di ferro, gocce di paste vitree e ceramiche, pietre di svariati colori e ciottoli di fiume.


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Originale, 
di Valerio Cioli (1561-64 circa)


Copia 
nel Giardino di Boboli

La copia della Fontana del Bacchino o Fontanella del Nano Morgante, si trova al Giardino di Boboli, rappresenta il nano Morgante della corte di Cosimo I de' Medici a cavalcioni di una tartaruga nelle vesti di un Bacco ebbro. E' un'opera esemplare dello stile grottesco in voga nel Cinque-Seicento.


2 commenti:

  1. Veramente bella, interessante e anche un po' misteriosa la Grotta del Buontalenti. A quest'ultimo si deve l'ingegno ma, da come leggo, venne ultermente abbellita da opere di altri personaggi di spicco. Immagino che visitare le sue tre stanze e' come fare un breve viaggio nei punti piu' salienti della creazione. L'iniziale caos della prima stanza, si acquieta nella seconda, per terminale nella terza in cui si puo' godere della calma dopo la tempesta e dell'infinita bellezza della natura. I giochi d'acqua indubbiamente regalavano ancora piu' atmosfera. Bella bella anche la Grotta del Bandino e le sue stupende decorazioni eseguite in piu' tecniche e materiali. Gli ambienti interni fanno volare in un mondo fiabesco in cui la bella fonte rumoreggia come un ruscello e la volta appare come un cielo pieno di vita. Interessante la Fontana del Bacchino che, con suo Bacco a cavalcioni su di una tartaruga, aspirerebbe quasi ad un pubblico che la comprende e non che solo la guarda e la giudica per le sua strana apparenza. A me ha fatto pensare ad alcune religioni orientali in cui c'e' la credenza che una grande tartaruga di terra sorregga il globo terrestre sul suo carapace. Se immaginariamente adattiamo la fontana a questa 'filosofia' ... ecco che il Bacco e' 'l'uomo' che sgraziato ed ebbro vive la sua vita. (ehm ho divagato :o( ... pero' mi ha dato da pensare)

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  2. @ ZeN: La Grotta del Buontalenti è la più nota di Firenze, come dice Wikipedro all'epoca se non si possedeva una grotta (artificiale) in giardino "non s'era nessuno". Ahahahaha! In effetti con i giochi d'acqua dev'essere stata uno spettacolo, interessante lo scopo con cui sono state concepite le "stanze" che partono dal caos (sensazioni inquietanti) per passare poi all'armonia e alla bellezza. Ricorda molto l'Appennino, la statua gigante che si trova a Villa Demidoff, poco fuori Firenze. :o)
    La Grotta del Bandino è un tripudio di colori e decorazioni, un caos di forme e colori che quasi disorienta ma se si guarda in alto, invece, si trova pace e tranquillità, come una finestra sul cielo con nubi, voli d'uccelli e alberi fronzuti. :o)
    Con il Bacchino si ritorna ai Boboli, conoscendo l'ironia fiorentina è facile che Cosimo I abbia voluto, diciamo, "dileggiare" per non essere più pesanti, il nano Morgante che, oltre che amare il vino, aveva un fisichino sferico...la tartaruga potrebbe anche indicare che non era un campione di velocità. :D

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