Il Santuario di Ercole Vincitore è uno dei massimi complessi dell'architettura romana di epoca repubblicana, rientra nei cosiddetti santuari ellenistici risalenti ai secoli II-I a.C. costruiti sull'influsso culturale ellenistico dopo la conquista romana della Grecia (146 a.C.), è il più grande tra i santuari italici dedicati a Ercole e il secondo di tutto il Mediterraneo dopo Cadice in Spagna. Ulteriori interventi si ebbero in epoca augustea. L'antica città di Tivoli si identificava col culto di Ercole, lo venerava sia come dio guerriero sia come protettore dei commerci e della transumanza delle greggi, attività fondamentale per la cittadina. La struttura del tempio, con il teatro, ha molte affinità con la coeva area sacra del Santuario della Fortuna Primigenia a Palestrina.
Il Santuario è una struttura di dimensioni imponenti (188x144 mt, alto 25 mt) visibile da Roma, le sue antiche ricchezze sono difficilmente quantizzabili, sappiamo che gli si offriva la "decima" di ogni guadagno percepito o spesa effettuata al suo interno, nonchè di ogni transazione. Gli scambi avvenivano all'interno al riparo dai briganti, quindi il movimento di denaro e di greggi al suo interno era enorme.
Una delle ragioni delle numerose costruzioni di Santuari in varie città del Lazio e dell'Italia centrale era quella di attrarre i pellegrini che portavano ricchezza, offerte in denaro ed ex voto (spesso in oro e argento) che venivano periodicamente rimossi e fusi, mentre quelli di terracotta venivano stivati nelle fosse votive. I pellegrini avevano bisogno di alloggiare e di mangiare o di prestiti in denaro, per questo il complesso offriva servizi di locanda a pagamento e servizi bancari.
L'amministrazione del Santuario era autonoma, gestita da un collegio d "magistrati herculanei", uomini politici, senatori, proconsoli e generali facevano donazioni per accattivarsi la benevolenza dei sacerdoti e della divinità. Un'altra fonte di entrate erano le cassette delle elemosine, inoltre il passaggio nella Via Tecta pare fosse a pagamento. In epoca tardo repubblicana e imperiale il traffico era così aumentato che occorse allestire campi di sosta e di smistamento per carri e mandrie con relativi servizi di assistenza e controllo sanitario.
Ammetto che non conoscevo l'esistenza di questo meraviglioso Santuario e quindi ho gradito tantissimo il tuo post. Tivoli e' in una di quelle tante zone extra urbane che erano particolarmente amate e transitate dai Romani. Detto cio' e' facilmente intuibille quanto vi abbiano edificato e in quali sopraffini modi lo abbiano fatto. In tutta questa storia, la parte del leone la fa' la romana Villa Adriana e la piu' tardiva Villa D'Este, tanto da far pensare che a Tivoli non ci sia null'altro da vedere ... e invece no! ecco spuntare un'altra chicchina :o) E' interessante capire come da sempre, il richiamare pellegrini e turisti sia stato visto come fonte di commerci e di guadagni. E cosi', zone fondamentalmente abbastanza povere e di pastorizia come questa, quell'indotto apparentemente secondario diventava di vitale importanza economica. Del Tempio di Ercole vero e proprio, non e' rimasto nulla ma la rimanente struttura del Santuario fa' immediatamente intuire quanto poteva essere esteso e grandioso. Col tempo e con l'avvento dell'epoca cristiana, spazi e ambienti sono stati riusati in altra maniera, pesantemente modificati, taroccati e sviliti. La ritrovata sensibilita' per l'antico, propria di questi ultimi decenni, ha permesso l'inizio dei restauri di questo cosi' vasto e importante complesso architettonico che per secoli ha coniugato pastorizia, commerci e religione. Bellissimo, si'!
RispondiElimina@ ZeN: Ho individuato un'altro luogo poco conosciuto! Beneee! Non lo conoscevo neanch'io, naturalmente, ed è normale che i flussi turistici selezionino luoghi molto popolari anche per questioni di tempo. Questa è un'altra meraviglia del territorio molto modificata ma anche molto importante all'epoca, specie per chi ci lucrava abbondantemente. Da sempre, infatti, tutto quello che è legato alla religione è sempre destinatario di grandi ricchezze che non vanno certamente al dio interessato ma alla marmaglia di persone che dalla sua "presenza" trovano modo di arricchirsi sfruttando l'ignoranza diffusa che agli dei i soldi piacciono e che in cambio di essi si può godere della loro benevolenza. Credenze molto terrene quindi da ambo le parti. La cosa molto interessante invece è che queste grandissime strutture erano usate anche come "caravanserraglio" situate com'erano sulle vie più percorse e frequentate, davano protezione, facevano mercato e, non ultimo, avevano pure un'assistenza sanitaria! :D
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