giovedì 3 novembre 2016

Le donne dell'antica Grecia

Due donne, 100 a.C. circa


La condizione della donna nell'antica Grecia è variabile da polis a polis, nei poemi omerici il mondo greco è descritto come una società fortemente patriarcale.
Aristotele definisce la cittadinanza come la capacità di partecipare al potere politico, ma le donne, insieme agli stranieri e agli schiavi, rimasero sempre impossibilitate ad accedere a qualsiasi potere politico, quindi non erano dei veri e propri cittadini. Tranne rarissime eccezioni, solo dal periodo ellenistico si vedono grandi figure femminili emergere nel mondo greco, come Berenice II (regina greca, 266-221 a.C.), Arsinoe II (regina egizia, sovrana di Macedonia e Tracia, 316-268 a.C.) e Cleopatra VII (regina egizia, 69-30 a.C.).
L'epiteto omerico di "braccia bianche" e gli affreschi dell'epoca ci mostrano donne con la pelle bianca e gli uomini abbronzati, ciò testimonia che il lavoro delle donne era al chiuso, in luoghi protetti. Filavano e tessevano accanto al focolare che era situato al centro della camera principale della casa, da lì potevano osservare tutto ciò che accadeva. Le donne erano responsabili del bagno e dell'unzione con oli profumati degli uomini, procuravano l'acqua e preparavano i bagni, macinavano il grano e lo raccoglievano. Il matrimonio era il mezzo primario per stabilire alleanze politiche che trova il suo massimo splendore a partire dal VII secolo a.C. quando molte città greche erano governate da un tiranno, anche praticando unioni fra parenti, fratelli compresi.
Nella piccola città di Gortina, per esempio, le donne erano sotto la tutela permanente di un maschio di famiglia (padre, fratello, marito), il matrimonio era l'unione di due famiglie o stirpi, il tutore aveva il diritto di dare la propria protetta in matrimonio a suo libero arbitrio. Quando la moglie dava alla luce figli, il marito poteva decidere se mantenerli o farli esporre perchè morissero. A Gortina però le donne hanno potuto avere proprietà sia mobili che immobili, arricchivano la loro dote ricevendo metà di ogni parte di eredità consegnata ai parenti maschi ed erano libere di disporre delle loro proprietà senza che il marito e i suoi figli ne avessero alcun diritto di prelievo.
In caso di divorzio o vedovanza la dote le apparteneva e la poteva usare per risposarsi, ma il marito ne avrebbe trattenuto la metà. La figlia senza alcun fratello, se rimasta orfana, diventava ereditiera, aveva il diritto di rifiutare colui che avrebbe dovuto essere costretta a sposare ed era libera di scegliere da sola chi avesse voluto. Nel periodo classico ad Atene le donne potevano lavorare temporanemente (V-IV secolo a.C.), gli schiavi, come le donne, non erano eleggibili per la piena cittadinanza nella città e per destino di nascita, le femmine erano sempre inferiori ai maschi e lo rimasero per tutto il corso della storia antica di Atene. Nessuna donna è mai riuscita ad acquisire la cittadinanza di cui è sempre stata esclusa, non aveva alcun diritto legale o politico e per tutta la vita rimaneva sotto l'autorità di un tutore: padre, marito, figlio maggiorenne se era vedova o il parente maschio più prossimo. Si sposava fra i 15 e i 18 anni, la parola "matrimonio" in greco non esisteva, questo atto era una "garanzia", una specie di fideiussione che rappresentava l'atto con cui il padrone di casa ha dato la figlia in concessione a un altro uomo.
L'unione non era un evento, era una semplice convivenza sotto lo stesso tetto. Normalmente la moglie non poteva chiedere il divorzio, solo il tutore (marito) poteva chiedere la risoluzione del contratto. La fedeltà era rigorosa, il ruolo delle donne era unicamente quello di dare alla luce figli legittimi. Se il marito avesse sorpreso la moglie in atto di adulterio aveva il diritto di uccidere immediatamente il seduttore e la donna adultera poteva essere ripudiata. Il marito poteva invece liberamente frequentare le prostitute o ospitare in casa una concubina (una schiava o la figlia di un povero).


 Danzatrice
foto di wikipedia.org


Le donne dei villaggi di campagna erano molto più libere e autonome, contribuivano al reddito familiare vendendo prodotti del loro campi o artigianali. Le etere (prostitute) erano le partner ufficiali di imprenditori e politici ateniesi, la più famosa, Aspasia, fu la seconda moglie di Pericle (politico ateniese). Bella e intelligente, ospitò nella sua dimora l'elite intellettuale del tempo riuscendo a mettersi quasi a parità con gli uomini.
Molto differente la popolazione femminile della militaresca Sparta, qui le donne erano quasi al livello degli uomini. Tutti i cittadini erano soggetti alle direttive dello Stato, per la produzione di soldati disciplinati e vigorosi.
Sparta aveva un sistema di istruzione obbligatoria anche per le ragazze che dovevano diventare madri vigorose, sane, forti e robuste. Dai 7 ai 18 anni durava la pratica educativa, anni in cui si iniziava a sposarsi (18). Le donne seguivano un allenamento fisico e uno artistico (danza, poesia, canto, musica) insieme ai maschi alla Gimnopedie (festa dei giovani nudi con danze, canti ed esercizi ginnici).
Le giovani praticavano anche la corsa, il combattimento corpo a corpo, il lancio del disco e quello del giavellotto. La forza delle donne spartane era proverbiale, si riferisce che convincevano gli uomini a sposarle costringendoli a furia di calci e pugni, sfidandoli a battersi con loro.
Pare certo che alcune spartane sapessero leggere e scrivere, indossavano abiti corti con le cosce scoperte, libere di muoversi come volevano senza alcun permesso maschile. I matrimoni erano di due tipi: quello tradizionale (che garantiva la prosperità della linea di famiglia) e quello egualitario (che aveva come obiettivo la produzionedi ragazzi forti, sani e robusti). I mariti più anziani potevano essere incoraggiati a "prestare" le loro giovani donne a forti guerrieri valorosi. Le donne spartane godevano di uno status, di potere e di rispetto (sconosciuto nel resto del mondo classico) anche se erano escluse dalla vita militare e politica, ma erano molto considerate in quanto madri di valorosi guerrieri dell'esercito spartano. Dopo il IV secolo a.C. le donne spartane possedevano circa il 35-40% di tutte le terre dello Stato. Nel periodo ellenistico le regine macedoni erano ambiziose, intelligenti e molto spesso spietate.
Eliminavano, spesso con il veleno, gli oppositori politici, le regine rivali e la loro progenie, ma anche il marito per avere più potere durante il regno del figlio. I matrimoni delle principesse macedoni erano spesso organizzati dai loro parenti maschi più anziani per cementare alleanze. Questi matrimoni venivano sciolti quando apparivano nuovi partenariati politicamente più attraenti. Erano matrimoni che portavano spesso a scontri internazionali. In questo periodo alle donne fu riconosciuta la cittadinanza e i diritti politici, il divorzio fu previsto per entrambi, con pari opportunità. Le donne potevano esercitare il pieno controllo sugli schiavi.
Donne greche famose furono: Asasia di Mileto (compagna di Pericle), Cinisca (la prima donna della storia a vincere una gara dei giochi olimpici antichi, la corsa dei carri con 4 cavalli, nel 396 a.C.), Frine (la prostituta compagna di Iperide, politico ateniese), Diotima (filosofa e sacerdotessa), Euridice di Atene (moglie di Demetrio I Poliorcete, re di Macedonia), Fenarete (madre di Socrate), Gorgo (regina di Sparta, consorte di Leonida I), Gorgofone (la prima donna greca a risposarsi dopo la morte del marito), Lamia (celebre prostituta amante di Demetrio I Poliorcete) e Santippe (moglie di Socrate).


 Donna micenea, 1300 a.C. circa

2 commenti:

  1. In linea di massima, salvo rari casi, la vita delle donne grece mi sembra un po' schifini :o( E, per assurdo, non capisco quanto fosse importante avere terra e proprieta' se poi non si poteva godere di una piena liberta' personale :o( Credo che le donne romane stavano un po' meglio ... e quelle egizie meglio ancora :oD

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  2. @ ZeN: Molte grandi civiltà si sono basate sul lavoro maschile, non perchè le donne non fossero in grado di partecipare e migliorarle ma perchè relegate fra quattro mura a partorire e curare la casa. E non è che oggi stamo messe poi così meglio ... :o/
    Le donne, anche oggi, hanno problemi a frequentarsi fra di loro perchè dove "sarebbero" libere non sanno rapportarsi in modo costruttivo. E' più facile che si scannino. :o)
    Per "ovviare", alcune si comportano come gli uomini ma pare la cosa non dia esiti positivi, dal lato dell'accettazione (sia femminile che maschile) in quanto non sanno spesso dosare l'aggressività. Non abbiamo lunga storia da questo punto di vista, dobbiamo imparare a non essere sempre competitive con le altre donne per aiutarci a migliorare. Noi abbiamo armi migliori e assolute: la comprensione, la determinazione, la volontà, la fantasia. Un plauso alle donne troiane, a calci li prendevano i loro uomini! Ahahaha! XD

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