sabato 10 gennaio 2015

Francisco Goya y Lucientes (1746-1828)




Pittore e incisore spagnolo nato a Fuendetodos (Saragoza). Si trasferì a Madrid nel 1763 dove tentò senza successo di entrare all'Accademia di San Fernando. L'opera di Goya maturò seguendo la più pura tradizione spagnola fino a trascendere le correnti culturali. Sintesi e superamento dell'arte barocca e di quella neoclassica, le sue opere assumono un significato essenziale aprendo le vie alle esperienze dell'impressionismo, del surrealismo e dell'espressionismo. Nel 1770 si recò in Italia e nel 1780 fu nominato accademico di San Fernando. Il crescente successo negli ambienti aristocratici (e la nomina a pittore di Camera del re Carlo IV, è testimoniato da una serie i bellissimi ritratti. Nel 1799 venne nominato primo pittore del re, tra il 1790 e il 1810 i motivi d'ispirazione di Goya furono più profondi e personali attraverso una crisi che lo coivolse: la malattia che lo colpì lasciandolo completamente sordo e una crisi di sensibilità e di pensiero, sollecitata dagli avvenimenti politici della Spagna durante l'infausto regno di Carlo IV e dell'Europa scossa dalla Rivoluzione francese prima e dalle invasioni napoleoniche poi (contrasti sociali, guerre e rivoluzioni). Goya fece scaturire dal reale l'irrazionale e il mostruoso. Il soggetto popolaresco e di costume assume un significato etico e storico che va ben oltre la pittura. Gli appunti di taccuini di Madrid e Sanlùcar (1794-95) sono un immenso materiale di pensieri per le 84 incisioni ad acquaforte e acquatinta dei Capricci. Gli affreschi di Sant'Antonio de la Florida, presso Madrid; le incisioni dei Disastri della guerra(1808-09) illustrano le vicende di Spagna in quegli anni, come altre più tarde tele. Agli inizi dell'Ottocento Goya si apre a un nuovo linguaggio figurativo romantico che usa la deformazione espressionistica, l'allusione simbolica e una tecnica che esaspera drammaticamente i contrasti di colore e di luce. Punto d'arrivo le allucinanti visioni dipinte a olio sulle pareti della Quinta del Sordo, la casa di Carabanchel, dove Goya si ritirò nel 1819 (oggi conservate al Prado). Il mostruoso, l'enigma, il simbolo compongono quella "mitologia" pessimistica che è espressione della sensibilità di Goya maturo. Dopo la restaurazione dell'assolutismo lasciò Madrid (1825) per la Francia, si stabilì a Bordeaux dove visse un periodo di fervida attività con tecnica liberissima, tra le più alte espressioni della sua arte (5 litografie dei Tori di Bordeaux, 1825; la Lattaia di Bordeaux, 1827; Molino, 1828) e altri ritratti.
 

2 commenti:

  1. ... interessante ... Avevo visto di questo pittore solo poche opere (presumo quelle della Quinta del Sordo) e sinceramente non mi aveva fatto una buona impressione :o( Oggi questo bellissimo video e la descrizione fatta nel post hanno contribuito a farmi cambiare idea. Questo non significa che mi piace 'alla follia' eh! Ma significa che vedendo una produzione pittorica molto vasta nel tempo si ha l'opportunita' di vedere la maturazione artistica e le varie 'fasi'. Questo appena detto vale sicuramente per tutti gli artisti ;o)
    Ps. La sardina non sara' stata un pescetto vero? :o(

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  2. @ ZeN: O.O ho visto...ma me manca la sardina ... :o/

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