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Nel Medioevo era un giocoliere e cantastorie che, dal IX secolo, vagò in tutta l'Europa occidentale. Derivati dai mimi e dagli istrioni latini, i giullari divertivano il pubblico nelle piazze in occasione di fiere e di feste cantando e accompagnandosi con la viola, declamando poesie di gusto rozzo e plebeo e non disdegnando di comportarsi come giocolieri e saltimbanchi, buffoni e ciarlatani. La presenza di giullaresse e frati sfratati indusse la Chiesa a scagliare contro di loro moniti e anatemi. Si evolsero dal XII secolo, anche in seguito a un'iniziativa di Guglielmo IX duca d'Aquitania, che accettò di entrare in gara con i giullari di professione, trasformandoli così da istrioni in poeti. I palazzi dei principi si aprirono ai giullari, che assunsero il nome di menestrelli, ponendo fine al loro vagabondaggio. Celebri poeti furono giullari prima che trovatori, questo provocò uno scambio frequente dei due termini. Nel 1274 Alfonso X di Castiglia distinse le due categorie: i trovatori furono da allora detti gli originali compositori di testi e i giullari i loro divulgatori. Nel XIII secolo si formarono vere e proprie corporazioni di giullari e la letteratura colta subì l'influsso della produzione giullaresca. In Italia esempi di arte giullaresca sono la cantilena toscana "Salv'a lo vescovo senato" (XII secolo), e il "Lamento della sposa padovana" (XIII secolo), ma il capolavoro è "Rosa fresca aulentissima" di Cielo D'Alcamo (XIII secolo). L'affermarsi di forti personalità poetiche dopo il XIII secolo segnò il declino di questo genere artistico.
Personaggi fortemente ambigui! L'essere i 'favoriti' a corte porto' molti di loro ad essere potenti e protetti. I veri artisti invece continuarono a smenestrellare per diletto e per un piatto di minestra :oD
RispondiElimina@ ZeN: In effetti i giullari fortunati abbandonarono, quasi, il loro ruolo ... i menestrelli mi appaiono più liberi. :o)
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