Castore e Polluce - Campidoglio, Roma
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Nella religione greca, i gemelli divini Castore e Polluce. Sono detti anche Tindaridi, da Tindaro, re di Sparta, sposo della loro madre Leda.
Nei miti di gemelli di molte civiltà era tipica la doppia paternità. A un padre "celeste", Zeus, che si era unito a Leda sotto forma di un cigno, faceva riscontro il padre terreno Tindaro. La morte di uno dei Dioscuri (chi dice Castore, chi Polluce), e l'offerta dell'immortalità fatta all'altro da Zeus, che fu rifiutata dal fratello supersite se non poteva spartirla con quello defunto, ottenne che a giorni alterni, a turno, l'uno soggiornasse tra gli dei e l'altro giacesse agli Inferi. Questa condizione ambigua faceva dei Dioscuri i perfetti mediatori tra la realtà umana e quella divina, così da farli diventare gli dei salvatori a cui si ricorreva nelle situazioni disperate.
Il loro culto si diffuse in tutta la Grecia, a Roma furono riconosciuti ufficialmente dopo la battaglia del lago Regillo (496 a.C.), per un loro intervento. Nel culto ufficiale romano erano chiamati Castori.
Nell'arte classica sono di solito raffigurati nudi, spesso armati e a cavallo. Compaiono sia isolati che nei vari episodi del mito.
Bella questa solidarieta' tra fratelli! Il fratello rimasto non ha voluto per se' l'immortalita' ma ha preferito condividere con il fratello 'paradiso e inferno' :o) ... non hanno avuto una vita monotona ... no ;o)
RispondiElimina@ ZeN: ... e continueranno così in eterno ... O.o'
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