lunedì 7 luglio 2014

Dioniso - Dyonisos

Dioniso, mosaico - Palazzo Massimo
foto: wikipedia.org


Dio greco che impersonava l'evasione dalla condizione umana, lui stesso evadeva da questa condizione diventando un dio, pur essendo nato dalla mortale Semele e da Zeus che, in forme umane, si unì a lei. Ma un giorno, quando la donna era incinta, Zeus le si rivelò in tutto il suo splendore e la incenerì. Morendo Semele partorì prematuramente Dioniso che Zeus raccolse e lo cucì in una coscia per darlo poi alla luce quando sarebbe venuto il tempo giusto.
Dioniso ha diverse versioni, si raccontavano le sue peripezie in mezzo agli uomini. Secondo un'altra versione Dioniso, ancora bambino, venne ucciso, fatto a pezzi e divorato dai Titani. Si salvò il cuore dal quale nacque un nuovo Dioniso immortale, per questo fatto i Titani vennero inceneriti da Zeus e dalle loro ceneri ebbe vita il genere umano. Questo è l'unico mito greco sull'origine dell'uomo.
L'evasione dalla condizione umana si otteneva anche con il raggiungimento di stati psicotici interpretati come "entusiasmo", ossia come possessione da parte del dio. Questo accadeva quando assumeva il nome di Bacco, in riti orgiastici o nell'ebbrietà causata dal vino, Dioniso infatti era considerato il dio della vite e del vino. La sua corte era composta di satiri e sileni. Ritualmente tutto ciò era realizzato da gruppi culturali nei quali sembra agissero soprattutto donne invasate chiamate menadi.
Nei culti civili il momento dionisiaco era una temporanea evasione dalla realtà subordinata all'ordine di Zeus, era anche la rappresentazione e il superamento di una crisi ricorrente avvertita in inverno: d'inverno in Atene avvenivano le feste di Dioniso.
Il dio è connesso con molti rituali che ricordano i riti d'iniziazione tribale che presso i primitivi segnano il passaggio alla condizione adulta.
Contro i culti civici (e quindi contro l'ordine costituito che essi rappresentavano) Dioniso polarizzò, quale dio dall'evasione dalla condizione umana, gran parte del misticismo greco.
Innumerevoli le sue raffigurazioni, solo o con il proprio seguito di satiri e menadi o con Arianna nella ceramografia attica a figure nere e rosse a partire dal VI secolo a.C.
Rappresentazioni scultoree del dio sono statue marmoree e bronzee e alcuni fregi a Delfi e metope del Partenone.
Numerose le testimonianze nell'ambiente romano e in particolare nelle pitture pompeiane. Nelle raffigurazioni più arcaiche Dionisio è rappresentato con la barba, inghirlandato, con chitone e mantello, spesso con pelle di pantera e tirso. Dalla metà del V secolo a.C. prevale invece il tipo di Dioniso giovanile e imberbe.
  

2 commenti:

  1. Nella condizione umana non era proprio un bel personaggino da seguire eh! :oD Di contro (e' un pensiero mio personale) in molte religioni antiche gli eccessi dell'uomo non vengono demonizzati o mortificati, tanto poi eccede lo stesso o rimane frustrato, ma sono stati 'incanalati e controllati' tramite feste o ricorrenze. La' si trasgrediva perche' si poteva, ma in tempi ben delimitati, poi stop (forse). Non so' esattamente come spiegarmi ma, per farla breve, secondo me era una mossa sociologica e psicologica per far 'sfogare' le masse e renderle piu' 'tranquille' in altri periodi dell'anno.

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  2. @ ZeN: Probabilmente è così. Ogni dio incarna qualcosa di umano, positivo e/o negativo che sia. Le religioni, ricordiamolo, governavano i popoli, con la carota o il bastone. Molti re si sono dichiarati dei per avere più ascendente sui sudditi , poterli ammansire o spaventare, dotati com'erano di poteri sovrumani. E siccome "barcocchiavano" tutti, un pò di sfogo ci voleva, sì. Legalizzato (ma non tutti i riti dionisiaci lo erano). ;o)

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