martedì 17 giugno 2014

Vibo Valentia - Calabria




Città di circa 33.000 abitanti frequentata sin dal Neolitico, fu colonia greca dal VII secolo a.C.. Nel 294 fu conquistata da Agatocle, tiranno di Siracusa, per poi passare sotto al dominio romano come colonia con diritto di zecca e varie autonomie per passare successivamente a municipio. Durante l'epoca romana il suo porto divenne il principale scalo di partenza sul Tirreno del legname che serviva per costruire le navi romane. Grazie alla sua importanza ospitò Giulio Cesare, Ottaviano e Cicerone. I Bizantini la fortificarono ma i Saraceni la saccheggiarono più volte. Con Ruggero il Normanno furono smantellate colonne e marmi degli antichi edifici classici per utilizzarli a Mileto nella costruzione di altri edifici. Federico II di Svevia la ricostruì e ripopolò, sotto gli Angioini la città acquisì prestigio e prosperità, vennero rinforzati e ingranditi il castello e la cinta muraria medievale. Feudo dei Caracciolo, passò ai Pignatelli che crearono filande, oleifici e favorirono molte attività artigianali. Nell'Ottocento i Francesi la elevarono a capoluogo della Calabria Ultra, fiorirono tanti mestieri e istituzioni. Sotto i Borbone la città perse il suo ruolo di capoluogo.


La chiesa di Santa Maria Maggiore e San Leoluca (il Duomo), del Seicento, è stata restaurata dopo il terremoto del 1783. All'interno affreschi neoclassici ottocenteschi e varie opere d'arte.
La chiesa del Rosario (1337) è in stile gotico, più volte ricostruita in seguito a cataclismi. Conserva dell'originale stile gotico la Cappella De Sirica Crispo, oltre a diversi quadri dell'artista locale Giulio Rubino e cinque statue lignee policrome che vengono portate in processione durante la settimana Santa.
Il Castello Normanno-Svevo fu ampliato nel 1289, rafforzato dagli Aragonesi nel XV secolo e rimaneggiato nei secoli XVI-XVII perdendo la sua funzione militare e assumendo quella di abitazione nobiliare. Oggi ha torri cilindriche e ospita il Museo Archeologico Statale Vito Capialbi, con materiali della città e dei dintorni e collezioni otto-novecentesche.
Il Castello di Bivona, del Quattrocento, fu eretto a difesa del porto. Abbandonato nel Seicento a causa delle paludi vicine, è rimasto in stato di abbandono. Da poco è iniziato un restauro.
Il Palazzo di Francia ricorda vagamente alcune ville vesuviane del Settecento nella facciata, con elementi vanvitelliani che gli danno un gusto classico.
Fra le aree naturali, Villa Comunale Regina Margherita, Villa Gagliardi, Parco Botanico Palazzo di Francia, lago dell'Angitola (artificiale, area protetta del WWF Calabria, con pini l'Aleppo, eucalipti e pioppi neri; sono presenti il falco pescatore, il falco di palude, il cormorano, aironi, il mignattaio, la spatola e lo svasso maggiore).
Fra i musei, il Museo Archeologico Statale Vito Capialbi, il Museo dei Marchesi di Francia, il Museo della Tonnara e il Museo della Civiltà Contadina.


La cucina è a base prevalentemente di pesce con un'ampia scelta di dessert come i gelati, i semifreddi e i tartufi. Poi c'è la 'nduja, la soppressata, il pecorino del Poro, la ricotta delle Serre, la cipolla rossa di Tropea, il Vecchio Amaro del Capo (liquore alle erbe), il liquorice (liquore di liquirizia), il vino di Brattirò, il tartufo di Pizzo (gelato multigusto), i cururicchi (dolce natalizio), i mastazzola (dolci alle mandorle), i curucullova (dolci pasquali), i zzippuli (dolce carnacialesco) e le susamelle (dolce tipico).

 

2 commenti:

  1. Madre Natura e' stata veramente generosa con Vibo & provincia!!! Ebbene si' stavolta sono rimasta piu' incantata dal mare che non dai monumenti :oD ... Tropea e' il suo punto di forza! Meravigliosa!

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  2. @ ZeN: Bellissima zona, sì. C'è solo l'imbarazzo della scelta su dove recarsi. :o)

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