mercoledì 18 giugno 2014

Delfi - Delphos - Delphi - Delfos



Antica località della Grecia nella Focide, sul monte Parnaso, a 13 km da Amfissa, vicino al villaggio di Delfof.
Sede del celeberrimo santuario di Apollo Pitico, era legata a un numero grandissimo di città, che vi avevano depositato ingenti capitali in singoli tesori offerti al dio, per interesse economico. Come centro culturale, per un terzo dell'anno Delfi era dedicata a Dionisio e per il rimanente ad Apollo. Qui la Pizia (una sacerdotessa vergine dotata di poteri medianici seduta su un tripode aureo collocato nella parte più interna del tempio) recitava dei responsi che venivano interpretati dai sacerdoti delfici che ebbero un'importantissima parte nella formazione della grecità. Le sue risposte fornivano un comune livello etico-religioso al mondo greco, Delfi era una fonte di sacralità che la identificava come "l'utero della Terra". Apollo parlava per bocca della Pizia esprimendo la volontà di Zeus, il dio sovrano del pantheon greco.
Sono state portate alla luce inportanti zone, quella a ovest è detta di Marmarià, con il santuario di Atena Pronaia su un lungo terrazzo artificiale. Si conservano i resti di due templi di Atena, di due thesauroi e di un edificio rotondo di ordine dorico-corinzio. Più a ovest si trova il complesso del ginnasio con portico ionico, pista scoperta, bagni e palestre. Dal ginnasio si sale alla fonte Castalia, tagliata nella roccia e decorata da pilastri di marmo. La zona più importante comprende parte della città e il grande santuario di Apollo chiuso da un muro di recinzione, con nove porte. la Via Sacra è fiancheggiata da monumenti, ex voto e tempietti votivi. Il tempio di Apollo è dorico, gli attuali resti appartengono alla ricostruzione dopo il terremoto del 373 a.C., al posto del tempio arcaico del VI secolo a.C.. A nord del tempio si trovano l'ex voto del principe Tessalo Daochos, l'esedra con il gruppo bronzeo della "caccia di Alessandro", la base del donario di Gelone e Polizalo di cui resta il celebre auriga di bronzo, e i ruderi della "Lesche di Cnidi", sala di riunione decorata dalle pitture di Polignoto, del V secolo a.C.
Il santuario era coronato dalla vasta cavea del teatro del IV secolo a.C., con rifacimenti ellenistici e romani.
Lo stadio conserva resti delle gradinate e della pista. Sulla sommità della collina sono i resti della fortezza di Filomelo (355 a.C.).
La maggior parte del materiale rinvenuto negli scavi è esposto nel museo locale. Tra le opere più significative, le due statue arcaiche maschili (Cleobi e Bitone) dello scultore Polymedes, la colonna con la sfinge dei Nassi, le sculture e il fregio ionico del thesauros dei Sifni, le metope del thesauros dei Sicioni, l'auriga di bronzo di Polizalo, la "colonna di acanto" con danzatrici e le statue del gruppo di Daochos, fra cui la notissima Agias, attribuita a Lisippo. Completano le collezioni rilievi votivi, iscrizioni, bronzetti, gioielli, ecc.
 


2 commenti:

  1. Eheheh dalla descrizione e poi dai reperti la immagino una citta' bellissima! :o)

    RispondiElimina
  2. @ ZeN. Dev'essere stata favolosa, anche oggi ha un grande fascino. :o)

    RispondiElimina