lunedì 7 maggio 2012

Fa parte della vita ...

Foto: spazioblog.progettoculturale.it


Tolleranza, la capacità di sopportare qualcosa che può essere dannoso o spiacevole.
Negli Stati europei il concetto e l'espansione della tolleranza divenne un fenomeno generalizzato nel XIX secolo, dopo molti processi rivoluzionari negli ambiti ideologici  e storico-politici.

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Tolleranza. E' necessaria. Come un preparato galenico, deve essere misurata, però. Io sono il suo monumento, pur con qualche defaillance. Ho così tanto tollerato che mi sono persa. Ho sempre pensato che le persone debbano essere libere di fare la loro vita e compiere le proprie azioni senza doversi sentire giudicate o corrette. Così ho lasciato il mio ex marito scegliere quel lavoro che desiderava nonostante fossi spaventata dalle conseguenze. E facevo bene. Ho rinunciato a un lavoro mio per aiutarlo nel suo. Sono intervenuta per decenni a finanziarlo per non farci fregare casa dai debitori. Ho cresciuto mio figlio nel pieno rispetto della sua personalità. Ho perso di vista me stessa anche un'altra volta. Stessa solfa. Ho tollerato troppo e non ne ho avuto alcun beneficio. Dobbiamo sì essere tolleranti, ma mettendo sempre prima noi stessi.

 

4 commenti:

  1. l'ho fatto anch'io e mi chiedo perché sta smania di fare, di strafare e come dici tu, cosciente di fare uno sbaglio, si continua proprio quando dovresti invece curare la tua vita con insistenza maniacale perché dopo niente ritorna, perché paghi non solo nell'anima ma anche nel corpo, perché dopo si cambia.
    finalmente.
    un abbraccio
    laray

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  2. Penso che la tolleranza sia come l'amore o l'amicizia .... deve esserci in tutti i soggetti ..... altrimenti si trasforma in patimento.

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  3. Lara: Credo (per quanto riguarda me) che dipenda dal desiderio di essere accettati e utili. Per non parlare di sentirsi amati e apprezzati. Credevo si rendessero conto dei miei sacrifici e delle mie rinunce. E mica è poco rinunciare a una vita propria personale per un altro! Invece scopri che non ti apprezzano, che ti considerano solo finchè ottengono quello che desiderano, per poi relegarti nel limbo dell'indifferenza. Non ti amano nè apprezzano. Sei solo uno strumento per ottenere qualcosa per sè, ma non per te. Si cambia molto. Sì. Ma è necessario. Ricordo com'ero, ricordo il cuore a mille, le feroci delusioni, la testardaggine nel mantenere vivi i miei sentimenti comunque. I miei princìpi, la mia disponibilità, la mia sensibilità. E la mia fessaggine. Visto quanti "mio"? Difatti erano solo cose mie. Mi sono creata un'idea utopica dell'amore e l'ho portata avanti più che ho potuto. Son mezza friulana mica per nulla... ;o)
    Rimpianti? Solo di non essere cambiata molto prima. Un grande bacio

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  4. @ ZeN: Quante volte abbiamo ritenuto una persona amica e poi si è rivelata un calesse? Così è l'amore. Riponiamo sempre speranze che spesso vengono deluse. Figurati in un matrimonio o in una convivenza! Passi sopra a tante cose, tolleri, capisci, ti immedesimi, rinunci, e poi? Solo il tempo rivela le carte, non sempre sono sbagli nostri. Dobbiamo fare in modo di seguire il cuore, senza dimenticare mai chi siamo e, soprattutto, quello che NON meritiamo. ;o)

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