mercoledì 15 febbraio 2012

Gardaland




Gitarella "fuori porta".
La mia famiglia (5 persone compresa la nonna) si avvia lieta verso una meta sconosciuta a noi bambini. E' domenica e i miei genitori decidono di fare un'escursione. Così, tanto per "straviarsi".
Muniti dei regolamentari sacchetti di carta per chi soffre la macchina (io, per la precisione) partiamo sereni. C'è tutto. Anche i generi di sussistenza: crackers, grissini, acqua...pane e acqua, insomma.
Partiamo da Treviso, nostra residenza dal 1960 al 1964. Mio padre sente alla radio le partite, sul cruscotto dell'auto campeggia un portasigarette con l'immagine di San Cristoforo, protettore degli autisti. Sto portasigarette ha una storia: ho iniziato a fumare prendendo le sigarette da lì. Non erano della marca fumata da mio padre, erano Stuyvesant (o come si chiamano), lui fumava le Stop senza filtro col bocchino. Ogni settimana ci cambiava i filtri con dentro il sale, e puliva i bocchini con lo scovolino. 
Insomma noi bambini ci imbarcavamo senza sapere dov'eravamo diretti. Avrò avuto 6 anni, e mio fratello 8. 
All'epoca i bambini non avevano alcun diritto di essere informati e dovevano, dico, DOVEVANO, non rompere i coglioni agli adulti.
Arriviamo ad uno spiazzo e posteggiamo. Scendiamo. C'erano cipressi e molto marmo in giro. Gradinate bianche, vento, desolazione. Lapidi e cannoni. Nomi, bandiere e silenzio.
Redipuglia
Mia nonna si stagliava dal bianco complesso con le sue vesti nere che si muovevano al vento. Guardava in silenzio.
Detestava i tedeschi. Ha visto troppe morti, troppe violenze.
Mi raccontava cose della guerra, che putroppo ho dimenticato. Lei no. Le ricordava nitide.
Trovavamo il gioco ovunque. Anche salendo a cavallo dei cannoni. Forse c'è anche una foto.
Redipuglia trasformata in Gardaland.
Non capivo il senso di tutto questo, ma sentivo la tristezza del posto. Eppure giocavo con leggerezza dentro un luogo di morti.
Ero una bimba. 
Mi chiedo, dopo cinquant'anni, cosa passasse per la mente di mia madre e di mio padre. I bambini interiorizzano le cose ma non si fanno domande. Le domande arrivano quando sono grandi. Ma le risposte non le avranno mai.
Mia madre è da sempre attirata dalla guerra, dalla morte. Cosa pensava di insegnarci? Oppure non voleva dirci nulla, voleva andare lì per se stessa? 
I bambini di oggi vanno a divertirsi, vanno in posti sereni. Noi no. Noi andavamo dentro un passato feroce.
Sarà che mia madre sia stata una novella Morfisia? :o/
Un pic nic no? Un luna park no? Un giardino coi giochi no?
Estamminchia! Proprio lì ci doveva portare??? :o(
 

 
 
 
 

2 commenti:

  1. Mi ha fatto piacere vedere il video perche' questo posto l'ho sempre sentito nominare tra i 'belli da vedere'. Detto cio' penso che ai tuoi sia mancata la 'visione completa' sulle cose da far vedere ai bambini e soprattutto la leggerezza nel farlo. Anche io sono stata portata a vedere luoghi tristi o di culto ma non solo quelli ( e che diamine!). Una volta si andava al parco, una volta ai giochini, una volta allo zoo e poi anche la’. Questi posti che erano 'catalogati' come monumenti e come tali li vivevamo. Parlo al plurale perche’ partecipanti a queste uscite c’erano sempre altre mamme e altri bambini a me coetanei. Tutto sempre era visto con serenita’ tra una battuta scherzosa e una risata. Insomma in qualsiali posto ci portavano era sempre una festa! … e a una certa’ eta’ e’ giusto che sia cosi’

    RispondiElimina
  2. @ ZeN: Definire Redipuglia "bello da vedere" è un pò esagerato, mi pare...giusto che esista, come molti altri ossari che conservano la memoria di periodi storici e tristi del nostro passato, altra cosa è scambiarli per un posto adatto a portarci bambini piccoli. Penso siano luoghi adatti a personcine più grandi, casomai spiegando prima il senso...se, a oggi, non ne ho un bel ricordo, vuol dire che qualcosa non è andato bene...;o)

    RispondiElimina