Austerity del 1973
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Ciclicamente il mondo va in crisi. Altre volte abbiamo dovuto tirare la cinghia per uscire dalle difficoltà. Sarà che sono stati periodi molto neri da dimenticare, e difatti non tutti se li ricordano. Ecco una breve carrellata delle disgrazie economiche italiane e mondiali:
- 1873-1895: col crollo della Borsa di Vienna falliscono alcune banche austriache, la crisi si estende in Gran Bretagna, Francia, Germania e Usa. I prezzi crollano a causa della sovrapproduzione industriale. Le materie prime alimentari americane (cereali, soprattutto) invadono l'Europa facendo crollare i prezzi e mettendo in crisi l'agricoltura europea. Molti i disoccupati del settore. Se ne esce alzando le barriere doganali alle merci straniere. L'agricoltura europea diventa più moderna.
- 1907: allarme pubblico dopo il fallimento di un famoso finanziere al vertice di una prestigiosa società finanziaria di New York. I risparmiatori prendono d'assalto le banche per ritirare i propri depositi. Crolla la Borsa, molte banche chiudono. Cala la produzione industriale, il 47% delle aziende chiude in un solo mese, la disoccupazione arriva all'8%. Prima che la crisi arrivi in Europa, il più potente banchiere di New York garantisce col suo patrimonio alcune banche, aiutato da Rockfeller e altri partner londinesi scongiurando così il caos.
- 1929: crolla la Borsa di Wall Street (New York), 11 banchieri e agenti di borsa si uccidono. Inizia una depressione economica che coinvolge tutti i Paesi industrializzati, i prezzi crollano anche del 60%, la disoccupazione e la povertà aumentano vertiginosamente. L'Italia, per uscire dalla crisi, nazionalizza le imprese, crea infrastrutture e favorisce i lavori pubblici. Nasce l'Iri, l'Istituto di ricostruzione industriale.
- 1973: la crisi coinvolge gli Usa, il Giappone e l'Europa occidentale. E' innescata dal blocco delle esportazioni di petrolio dai Paesi arabi dell'Opec e dall'aumento esagerato del prezzo del greggio. L'Italia, e altri Paesi europei, varano misure di austerity. Per non consumare petrolio, iniziano le domeniche a piedi, l'illuminazione stradale si riduce e i programmi tv finiscono prima. Ne usciamo attraverso accordi politici e commerciali internazionali. Nonostante questo il prezzo della benzina rimarrà alto per sempre.
- 1987: a ottobre crolla la Borsa di Wall Street, la crisi finanziaria americana coinvolge tutti i mercati, crollano 19 piazze finanziarie mondiali su 23. Ne siamo usciti spegnando i computer. A Piazza Affari viene introdotta una misura, ancora valida, che sospende automaticamente per almeno una seduta i titoli con ribassi superiori al 10%.
- 1997: crisi valutaria in Thailandia che coinvolge il Sud-est asiatico (Taiwan, Malesia, Indonesia, Hong Kong, Corea del Sud, ecc), con effetti negativi sull'economia di tutto il mondo. Nasce il movimento No Global finanziario. Per ridurre l'influenza delle Borse orientali sull'Europa, Usa e Brasile viene limitato l'accesso ai mercati azionari dei Paesi in via di sviluppo.
- 2001: perdite generalizzate delle Borse mondiali, attacco terroristico alle Torri gemelle di New York, crollo del Nasdaq. Spariscono 6milioni di miliardi di lire. Molte aziende high-tech legate a internet perdono valore e sono costrette a chiudere. Tutti i governi occidentali sostengono i consumi delle famiglie, si riducono i tassi d'interesse, è possibile, praticamente, indebitarsi più facilmente e a buon prezzo.
- 2006-2011: negli Usa, nel 2006, inizia la crisi dei prestiti concessi a clienti poco affidabili che le banche avevano nascosto in titoli azionari "tossici" per aumentare i propri profitti. Quando la banca Lehman Brothers fallisce nel 2008, crollano gli indici di tutte le Borse mondiali. Negli Usa falliscono molti istituti di credito. Questa recessione economica è molto grave in Italia. Il settore produttivo entra in crisi, aumenta la cassa integrazione e la disoccupazione, diminuiscono i consumi e il Pil cala enormemente. L'Italia, a causa della mancata crescita economica e la pessima condizione dei conti pubblici, non da più garanzie di poter ripagare il debito pubblico che ha accumulato. Per uscirne dovremmo recuperare la nostra affidabilità e credibilità internazionale. Servono le riforme, serve stimolare la crescita economica e diminuire il disavanzo. E' necessario combattere l'evasione fiscale e diminuire le uscite riducendo i costi pubblici. Dobbiamo ridurre la burocrazia e favorire la libera imprenditoria. Praticamente, serve un'amministrazione snella e moderna delle nostre molteplici risorse. Basta caste e costi. E' ora di pensare veramente a un futuro equo per tutti (i meritevoli).
Abituarsi a un tenore di vita piu' alto e' facilissimo ..... ma fare mezzo passo indietro per alcuni e' un vero dramma. Per chi non ha proprio vent'anni e' facile paragorare la qualita' della vita nella propria infanzia con la vita odierna. Negli ultimi 30 anni il popolo italiano si e' alfabetizzato tutto e ha migliorato (anche il piu' povero) il proprio tenore economico. La tecnologia e gli elettrodomestici sono alla portata di tutti, come tutti hanno minimo un'automobile, senza contare che potremo stare anni senza comprare un capo d'abbigliamento tanto sono pieni gli armadi. Credo sia inutile piangersi addosso, bisogna (come dici tu) snellirsi e rimboccarsi le maniche; essere un po' piu' oculati nelle spese ma nel contempo continuare a spendere per non far fermare i mercati. Tutto passa e si risolve .... e poi .... non e' proprio un dramma non possedere l'Ipod ultima generazione ;o)
RispondiElimina@ ZeN: Lo diceva anche mio padre. Prendeva a esempio l'olio: "Noi che ci siamo abituati a comprare l'olio Dante non sapremmo accontentarci di un'olio qualunque!". A parte il fatto che mia madre non lo comprava MAI extravergine perchè costava troppo (e lui non lo sapeva), è una piccolissima verità. Dipende molto anche da come siamo stati educati, se abituati al massimo possibile è frustrante rinunciare all'inutile-non-indispensabile: è tutto indispensabile! Altra cosa sono le famiglie che non hanno più un reddito. Quella è una vera tragedia. Per non parlare di chi cerca lavoro. :o(
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