venerdì 23 febbraio 2024

Città fantasma: Isola di Hashima, Giappone










foto da wikipedia.org

L'Isola di Hashima, "Isola della nave da guerra", Nagasaki, è Patrimonio Unesco, appartiene all'Arcipelago del Giappone e ha ospitato uno dei più produttivi siti minerari dello Stato. E' stata abbandonata nel 1974 a seguito della chiusura dello stabilimento minerario, da allora è diventata uno dei più grandi e significativi esempi di archeologia industriale, dal 2009 parte dell'isola è accessibile per brevi itinerari turistici e dal 2015 è Patrimonio Unesco come sito storico industriale.






Colonizzata dal 1887 per la presenza di un giacimento di carbone, fu acquistata dalla Mitsubishi nel 1890 che costruì le prime abitazioni per i lavoratori che accorrevano sull'isola, con l'incremento demografico la sua superficie fu ampliata realizzando un primo agglomerato urbano. Fino al 1931 si ampliò con numerosi edifici che ospitavano le strutture industriali ma anche molti condomini e tutti i servizi utili alla popolazione tra cui un ospedale e una scuola. Durante la II guerra mondiale divenne un campo di lavoro per i prigionieri cinesi e coreani al posto dei minatori giapponesi richiamati dall'esercito per combattere al fronte. Terminata la guerra i lavoratori tornarono alla miniera della Mitsubishi formando una delle più alte densità di popolazione al mondo arrivando a oltre 5.000 abitanti.






Con la diminuzione della richiesta di carbone nel 1973 le estrazioni cessarono del tutto e l'idola si spopolò velocemente, con il suo decadimento la prefettura di Nagasaki vietò ogni visita pena la reclusione fino a 30 giorni. Nel 2002 l'isola fu ceduta alla città di Takashima, oggi nella conurbazione di Nagasaki. Dal 2009 è meta turistica per piccoli gruppi di appassionati. Hashima ha rappresentato una realtà molto alienante dove gli approvvigionamenti (compresa l'acqua potabile) erano garantiti solo dalla terraferma, ma spesso erano ostacolati da violenti tifoni che imperversavano per circa 160 giorni l'anno.


2 commenti:

  1. L'isola di Hashima ha rappresentato uno dei grandi punti estrattivo-minerari della nascente economia industriale giapponese ma oggi, desolata e disabitata, ha un aspetto veramente inquietante. La sua storia antica e' perfettamente in linea con quella delle vicine altre isolette ma, dal momento che venne venduta ad un importante azienda locale, le sue vicende divennero uniche. In bene o in male, detiene una marea di primati ... e' stata una miniera sottomarina, sul suo territorio non c'erano ne' terra e ne' piante (ma solo polvere di carbone e rocce), al tempo era piu' intensamente abitata di ogni attuale metropoli, e' stata colonia penale e, proprio qua, venne edificato il primo palazzone in cemento armato di tutto il Giappone. Le condizioni metereologiche e climatiche dei luoghi sono estramente avverse, difatti e' preda di ricorrenti tifoni e onde altissime. Quando era abitata, ad ogni fine tempesta, venivano puntulamente rimesse in sicurezza le sue coste artificiali e ripristinate molte altre cose ... quindi, sono bastati pochi anni di abbandono per farla assomigliare ad un luogo disabiato da secoli. Oggi tramite visite organizzate la si puo' parzialmente visitare ma non si puo' andare ovunque dato che addirittura i grandi palazzi sono a rischio di crollo. Il suo abbandono, dopo la chiusura delle miniere, fu molto rapido e incentivato da un'offerta di trasferimento lavorativo che la societa' fece a questi dipendenti. Immagino che per loro fu una vera gioia andarsene da la' ;o)

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  2. @ ZeN: Hashima è una delle testimonianze più feroci dello sfruttamento umano, ce ne sono anche oggi migliaia e migliaia in tutto il mondo perchè il lavoro è concepito solo in questo modo, pochi popoli possono vantare il diritto di vivere con dignità e diritti, senza questo grandi fortune non sarebbero mai nate, a partire da quello che conosciamo di più: l'Europa. Solo come esempio: l'industrializzazione della Gran Bretagna e dei Paesi Bassi, noi italiani sappiamo molto bene le condizioni di vita dei nostri immigrati in quest'ultimo Paese e conosciamo anche la terribile alienazione del popolo britannico ridotto a stracci e alla fame. In Giappone è stato lo stesso, in queso caso questa goccia di terra in mezzo a un mare pericoloso tormentato dalle tempeste ha "attirato" moltissime persone che non avevano nessun'altra alternativa, che se ne è fuggita a gambe levate appena ha potuto lasciando lì i suoi morti. Hashima oggi rappresenta un monito che ancora quasi nessuno ascolta, purtroppo, diventando una curiosità turistica ... :o(

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