La scultura ellenistica tradizionalmente risale al 323-31 a.C., le premesse di questa scultura appartengono al IV secolo a.C., le opere di Skopas, Prassitele e Lisippo divengono modelli assoluti. L'attenzione alle forme orientali e una diretta osservaziome del reale vivacizzarono l'ultima fase della scultura greca classica, poi le culture locali influenzarono la produzione artistica ben oltre il 31 a.C.
La scultura recupera una corrente realistica abbandonando gli ideali di bellezza e perfezione fisica usati nel periodo classico, soggetti comuni divennero donne, bambini, animali e scene domestiche, accanto a soggetti esotici (persone di colore, pigmei, esseri fantastici) commissionati da privati per ornare ville e giardini.
A questo fa riscontro la scultura più classicista destinata ai templi e ai luoghi pubblici, più legata alla tradizione. Alcune fra le sculture più conosciute sono la Nike di Samotracia, la Venere di Milo, il Galata morente e il Gruppo del Laocoonte che raffigurano i temi classici, in netto contrasto con i nuovi orientamenti come il verismo e l'interesse alla vita privata degli individui, quindi ai sentimenti.
Nella scultura e in generale in un po' tutte le arti, il periodo greco classico lo immagino molto fiorente. In questo particolare momento storico, il popolo ellenico si trova a stretto contatto sia con la cultura romana che con altre piu' orientali, pur mantenendo ancora integra la sua autonomia. Gli artisti hanno cosi' il modo di osservare i lavori dei propri colleghi amici e nemici, di confrontarsi, di influenzare gli ambiti ma anche di assorbire molto e di applicarlo soprattutto su richieste private. Le statue perdono la trionfalita' per mostrarsi come copie veritiere del genere umano e non solo. Se si rimane incantati da queste rappresentazioni dei volti umani, dai loro stati d'animo o dalle vesti, non si puo' non ammirare le pose e gli atteggiamenti che diventano molto piu' naturali. I corpi sono comunque sempre molto belli e perfetti pur perdendo quell'eccessivo rimarcamente muscolare da atleta e quegli atteggiamenti sforzatamente plastici. In questo rinnovato senso di bellezza, le spalle possono riposare e i busti non devono obbligatoriamente essere eretti ... ci si puo' rilassare e mentre lo si fa' traspare un accenno di movimento prima mancante. Le opere di questo periodo sono veramente bellissime! :o)
RispondiElimina@ ZeN: L'arte greca ha influenzato enormemente quela romana, ma anche quella etrusca. Sono gli scambi commerciali il primo veicolo della conoscenza. Parrebbe invece non sia stata influenzata granchè da altre culture perchè i Greci avevano idee ben precise in merito, così tanto adoranti del corpo umano ne hanno calcolato al millimetro le proporzioni creando "la perfezione" fisica. Vorrei aver visto i fisicini dei Greci veri all'epoca...ahahahaha! I Romani li copiavano solo per le statue "pubbliche", si vede che in casa preferivano vedere facce note invece che bellissimi sconosciuti con sotto il nome dello zio defunto...indubbio che i grandi artisti greci erano imbattibili sia per tecnica che per esaltazione della "potenza maschile", peccato che dei grandi sia rimasto pochissimo o nulla, li conosciamo soprattutto grazie alle copie romane. I nudi femminili in genere avevano qualche drappo attorno alla vita o una veste fluente come la bellissima Nike. Sono stati i maestri del Mediterraneo meritevolmente. :o)
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