mercoledì 6 gennaio 2021

La dominazione britannica in India

 

Impero britannico in India nel 1936
foto da wikipedia.org


Nel 1600 in Gran Bretagna nacque la Compagnia delle Indie Orientali a cui la regina Elisabetta I d'Inghilterra conferì il monopolio commerciale sull'Oceano Indiano per 21 anni.


Elisabetta I d'Inghilterra (1533-1603)


Nel 1784 ai governatori generali della Compagnia fu concessa la facoltà di agire in nome del Governo di Londra, così l'anno successivo si appoggiarono a un loro moderno esercito privato e andarono avanti nella conquista del grande territorio sottomettendo i principi e conquistando l'isola di Ceylon. Nel 1818 i Britannici dominavano tutta l'India e amministravano le regioni più ricche (Bengala e Delhi) ma non il regno Sikh del Nord-Ovest.
 

Guerra anglo-Sikh del 1846


Fu restaurato il sistema dei canali, riparate le vie di comunicazione e nel Bengala promossa la pubblica istruzione, la lingua ufficiale, oltre ai dialetti locali, divenne l'inglese, fu proibito il lavoro minorile e la pratica del sati (l'immolazione della moglie insieme al marito defunto).


 
Mumbay, 1754
Navi britanniche


Nel 1857 le truppe indiane della Bengal Army (armate di forze anglo-indiane formate da 238.000 uomini di cui solo 38.000 europei) si ribellarono a causa del pessimo trattamento subìto e dei viaggi in mare (che per gli Indù erano tabù) per andare a combattere contro i Birmani.
 

Ribellione dei sepoy (Indiani) della Bengal Army, 1857


Ci fu anche una voce diffusa che le cartucce dei fucili venissero unte con grasso di maiale (animale impuro per i musulmani) e di vacca (animale sacro per gli indù), questo fece scoppiare un'insurrezione che causò migliaia di vittime da entrambe le parti. L'insurrezione fu soffocata nel 1855, anno di scioglimento della Compagnia.

Nel 1858 il Parlamento britannico diede fine all'Impero Moghul e trasformò l'India in una colonia britannica sotto il mandato di un vicerè e Calcutta divenne capitale.

 

2 commenti:

  1. Leggendo della dominazione britannica in India, scorrendola velocemente prendendo in considerazione solo alcune date, le piu' salienti, ci si accorge di quanto fu costante e, se vogliamo, evolutiva la presenza inglese su questi territori. Iniziata nel 1600 e completamente terminata con le varie proclamazioni d'indipendenza nel 1947, nell'intermedio 1858, cambio' completamente volto assumendo un'importanza assoluta. Il post di oggi tratta della prima fase (1600-1858) e non sappiamo se perfino la regina Elisabetta I immaginasse che il suo inizio di commercio 'protetto' si sarebbe trasformato in conquista coloniale. Gli inglesi difatti non sono arrivati nelle Indie a mo' di conquistadores sottomettendo tutti, ma si sono avvicinati e poi incuculati nei poteri locali sino a prenderne il controllo completo. Una vera e propria escalation inizia col 'vorrei comprare del te'' e continuata col 'il Moghul sei tu, ma fai e fai fare quel che voglio io' per teminare col 'qua e' tutto mio!'. L'aver capito quanta ricchezza potevano trarre dalle Indie e dai territori circostanti, e agendo sui signori locali che un minimo ancora contavano, formarono eserciti con soldati orientali da inviare in ulteriori azioni di conquista. Manovalanza militare, carne da macello mandata a morire per interessi altrui ... cio' divennero gli indiani sotto una bandiera non loro. Sicuramente in altri campi apportarono molte migliorie e degli ammodernamenti ... ma il rendere piu' confortevoli i luoghi e il rieducare il popolo all'europea, fu fatto in maniera forzosa, secondo una loro visione e per proprio tornaconto.

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  2. @ ZeN: Credo che alla regina Elisabetta I importasse "il giusto" di "come" la Compagnia delle Indie acquisisse i territori, per lei (e la Gran Bretagna) importante era trovare territori esteri da cui "mungere" capitali che foraggiassero il suo Paese, lo prova il suo "mandato" di agire in nome del governo di Londra. Con questo escamotage lei non aveva nessuna spesa di conquista ma godeva dei proventi relativi. ;o)
    Non voglio pensare che Elisabetta I fosse una stupida, credo sapesse benissimo come si comportava la Compagnia in India ma invadere un'enorme territorio come questo, "a gratisse", è stata un'opportunità troppo forte per preoccuparsi dell'etica. Chiaramente alla Compagnia conveniva utilizzare un esercito di nativi (più affamati ed economici degli Inglesi) di cui però non conoscevano a fondo la religione, difatti gli Inglesi dell'epoca non si mescolavano con gli Indiani, preferivano creare delle "isole" protette nel loro territorio dove ricreavano le loro usanze, al massimo (guarda un pò) gli Indiani erano utilizzati come personale di servizio. Credo che questa mentalità di sentirsi "esseri superiori", con la liceità di essere autorizzati per i motivi più vari a sottomettere altri popoli, sia una scusa che si son dati per agire in questo modo, lo vediamo anche in Nord America, stesso metodo, stesse azioni. Qualsiasi nome gli abbiano dato, scusa che abbiano trovato, il risultato non cambia: hanno agito con prepotenza e nessun rispetto per le altrui civiltà pur di ottenere quello che volevano. :o/

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