Dedicarsi all'alchimia in una citta' come la Roma papalina doveva essere molto pericolo perche' bastava veramente un nonnulla per far giungere la notizia alle orecchie del massimo esponente religioso. Essere accusati di eresia, anche quando non si metteva piu' la gente al rogo, significava macchiarsi di una cosi' grave infamia tanto da vedersi chiudere gli accessi alla vita sociale. Se cio' accadeva ad un nobile, quasi sicuramente diventava un ospite sgradito per tutti gli altri patrizi e l'andare in rovina diventava una certezza. Sicuramente erano piu' al riparo i tanti monaci dediti all'alchimia perche', coperti dall'omerta' tipica di ogni comunita', erano piu' difficili da individuare. E poi ... l'eventuale cacciata di un frate non avrebbe fatto notizia ne' spostato l'asse economico della citta'. Il Marchese Savelli Palombara, per quando definito poco ricco e poco colto, non fu' certamente uno stupido dato che riusci' ad interessarsi all'alchimia senza mai scontrarsi con il papa di turno. La sua dimora venne abbattuta, insieme ad altri edifici storici, per costruire Piazza Vittorio in onore del re. Di tutta la villa fu salvata solo questa porzioncina di parete contenente una della quattro porte della sua abitazione ... forse perche' ritenuta strana o comunque particolare. Tale reperto venne poi posizionato in un angolino della nuova piazza e affiancato da due statue che nulla hanno a che fare con il marchese. Di questo personaggio ne rimane solo un rudere con delle iscrizioni dalle molteplici interpretazioni ma mi immagino che molte altre parti della sua villa sarebbero state interessanti nonche' storiche. In onore di questo o di quello, anche Roma ha subito molti scempi architettonici, si' ... purtroppo :o(
@ ZeN: C'è da chiedersi perchè abbiano risparmiato la porta considerando la reputazione degli alchimisti, se dobbiamo abbattere, abbattiamo tutto! Invece no, questa "cornice" quasi intraducibile è stata risparmiata, credo per due motivi: o chi ha riprogettato la nuova piazza era pure lui un alchimista in incognito oppure è sopravvalsa la paura del non conosciuto. Proprio pensando all'epoca della demolizione, opterei per la prima ipotesi, gli alchimisti erano parecchi e si celavano con attenzione alla Chiesa che da sempre puniva anche barbaramente i seguaci di "Satana", che poi erano quelli che più non capiva. E ne aveva paura pure lei... ;o)
Dedicarsi all'alchimia in una citta' come la Roma papalina doveva essere molto pericolo perche' bastava veramente un nonnulla per far giungere la notizia alle orecchie del massimo esponente religioso. Essere accusati di eresia, anche quando non si metteva piu' la gente al rogo, significava macchiarsi di una cosi' grave infamia tanto da vedersi chiudere gli accessi alla vita sociale. Se cio' accadeva ad un nobile, quasi sicuramente diventava un ospite sgradito per tutti gli altri patrizi e l'andare in rovina diventava una certezza. Sicuramente erano piu' al riparo i tanti monaci dediti all'alchimia perche', coperti dall'omerta' tipica di ogni comunita', erano piu' difficili da individuare. E poi ... l'eventuale cacciata di un frate non avrebbe fatto notizia ne' spostato l'asse economico della citta'. Il Marchese Savelli Palombara, per quando definito poco ricco e poco colto, non fu' certamente uno stupido dato che riusci' ad interessarsi all'alchimia senza mai scontrarsi con il papa di turno. La sua dimora venne abbattuta, insieme ad altri edifici storici, per costruire Piazza Vittorio in onore del re. Di tutta la villa fu salvata solo questa porzioncina di parete contenente una della quattro porte della sua abitazione ... forse perche' ritenuta strana o comunque particolare. Tale reperto venne poi posizionato in un angolino della nuova piazza e affiancato da due statue che nulla hanno a che fare con il marchese. Di questo personaggio ne rimane solo un rudere con delle iscrizioni dalle molteplici interpretazioni ma mi immagino che molte altre parti della sua villa sarebbero state interessanti nonche' storiche. In onore di questo o di quello, anche Roma ha subito molti scempi architettonici, si' ... purtroppo :o(
RispondiElimina@ ZeN: C'è da chiedersi perchè abbiano risparmiato la porta considerando la reputazione degli alchimisti, se dobbiamo abbattere, abbattiamo tutto! Invece no, questa "cornice" quasi intraducibile è stata risparmiata, credo per due motivi: o chi ha riprogettato la nuova piazza era pure lui un alchimista in incognito oppure è sopravvalsa la paura del non conosciuto. Proprio pensando all'epoca della demolizione, opterei per la prima ipotesi, gli alchimisti erano parecchi e si celavano con attenzione alla Chiesa che da sempre puniva anche barbaramente i seguaci di "Satana", che poi erano quelli che più non capiva. E ne aveva paura pure lei... ;o)
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