Coco Chanel, Gabrielle Bonheur Chanel (1883-1971) con la sua opera rivoluzionò il concetto di femminilità e si impose come figura fondamentale del fashion design e della cultura del XX secolo.
Nacque in un ospizio dei poveri, il padre era un venditore ambulante che girovagava per i mercati, alla morte della moglie diede i figli alla madre che non se ne poteva occupare così mandò i due maschi a lavorare presso un'azienda agricola e le tre sorelline furono affidate alle suore presso un orfanatrofio.
Gabrielle Chanel, 1928
foto da wikipedia.org
Superato il limite d'età per l'orfanatrofio, Julie e Gabrielle furono mandate a una scuola di apprendimento delle arti domestiche di Notre Dame, Coco nel 1901 iniziò a lavorare come commessa a Moulins presso un negozio di biancheria e maglieria, lì mise a punto le nozioni di cucito apprese dalle suore.
La prima svolta della sua vita è l'incontro col primo amante, Etienne de Balsan, di famiglia ricca, a 21 anni, che fu anche il suo primo finanziatore.
Etienne de Balsan
Si trasferì nel suo castello e la loro storia durò 6 anni. Balsan era un appassionato di cavalli e di corse, di conseguenza Gabrielle imparò a cavalcare. Nonostante Balsan non capisse il desiderio creativo di Coco e la sua voglia di lavorare le permise di creare cappelli presso il suo appartamento parigino, così iniziò a creare cappellini (in un'epoca in cui vigevano cappelli sontuosi) di paglia ornati da semplici fiori di raso o singole piume, che scioccarono. Attraverso la rete di amicizie di Balsan Chanel formò la sua prima clientela.
Rue Cambon e appartamento di Coco, Parigi
L'amore della sua vita fu Boy Capel un industriale che esportava carbone che la incoraggiò e la finanziò, andarono a vivere a Parigi e Capel le anticipò i soldi per la prima boutique in Rue Cambon.
Edward "Boy" Capel
Non si sposarono mai per il divario sociale e per la scelta di Coco di lavorare. Nel 1912 la sua boutique iniziò a vendere anche capi di vestiario (maglioni, gonne e qualche vestito), nel 1913 Capel aprì per Chanel un nuovo negozio nella località balneare di Deauville.
Deauville
Qui Coco, ispirata dai marinai, reinterpretò il loro abbigliamento, tutto il suo stile si rifaceva alla vita comune delle persone che la circondavano. Il negozio decollò quando scoppiò la guerra, le famiglie facoltose vi trascorrevano il periodo estivo e le signore potevano acquistare bei cappellini e abiti leggeri e pratici adatti alle esigenze per le opere di volontariato e assistenza ai feriti di cui le signore si occupavano.
Coco Chanel
Il terzo negozio lo aprì a Biarritz, sulla costa atlantica al confine con la Spagna, nel 1912 in uno dei 5 laboratori che aveva aperto 60 sarte erano impegnate a confezionare solo abiti per le ricche signore spagnole.
Biarritz
Nel 1916 iniziò l'era del jersey, una vera novità, ancora oggi Chanel è nota per le creazioni con questa stoffa, nel 1917 Coco arrivò ad avere 5 laboratori e 300 lavoranti.
Conobbe la pianista Misia Sert che la introdusse nel mondo degli artisti e degli intellettuali. Frequentò Capel anche dopo che lui si sposò nel 1918, ma lui morì un anno dopo in un incidente stradale e lei si buttò nel lavoro. Negli anni Venti Coco imponeva il nuovo stile la cui parola chiave era "comodità", il 1926 fu l'anno del tubino nero.
Nel 1921 uscì sul mercato il suo profumo Chanel N.5 messo a punto con il profumiere Ernest Beaux, figlio del profumiere dello Zar emigrato in Francia a causa della Rivoluzione russa, che aveva realizzato un Eau de Catherine. Con qualche accorgimento diventò il profumo che Coco cercava.
La fragranza era del tutto innovativa, realizzato artificialmente era un profumo femminile che "odora di donna perchè una donna deve odorare di donna e non di rosa".
Prese il nome di N.5 in quanto corrispondeva alla quinta essenza scelta da Chanel, ma si dice anche che il 5 fosse il suo numero preferito.
Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto al ginocchio, introdusse i pantaloni femminili e rivisitò gli abiti maschili, negli anni Trenta si dedicò alla realizzazione di gioielli, fino a quel momento aveva proposto pezzi di bigiotteria.
All'epoca la maison contava 20.000 dipendenti, 34 profumerie e realizzava 28.000 modelli l'anno.
Morto il suo amante Paul Iribe (caricaturista basco) mentre giocava a tennis, Chanel iniziò ad abusare di un ipnotico a base di morfina del quale presto non si potrà più liberare.
Paul Iribe
Si impiegò anche nelle opere teatrali e cinematografiche. Durante la seconda guerra mondiale chiuse i suoi atelier e intraprese relazioni con alcuni nazisti, che volevano servirsi di lei per gli agganci che aveva nell'ambiente inglese e in quello tedesco, per mandare in porto una trattativa di armistizio con gli Inglesi. Fu arrestata dalle Forze Francesi dell'Interno per le sue relazioni con le spie nemiche ma fu rilasciata dopo 3 ore di interrogatorio.
Raggiunse la Svizzera dove rimase "in esilio" e nel 1953 partì per New York.
Nel 1954, settantunenne, riaprì la sua maison con 30 modelli che la critica non apprezzò, ma i consensi arrivarono dall'America e Chanel tornò di moda.
Hotel Ritz, Parigi
Morì in una camera dell'Hotel Ritz a Parigi a 87 anni, lasciò il suo patrimonio alla fondazione Coga, in seguito la maison venne gestita dai suoi assistenti, dal 1983 fu affidata a Karl Lagerfield e dal 2019 è passata a Virginie Viard.
L'immortalità dello stile Chanel è stata oggetto di analisi da parte di molti studiosi, Coco era scollegata dalle tendenze e dalle mode del momento, la sua classicità si conserva negli anni.
Gabrielle Chanel, 1928
foto da wikipedia.org
Superato il limite d'età per l'orfanatrofio, Julie e Gabrielle furono mandate a una scuola di apprendimento delle arti domestiche di Notre Dame, Coco nel 1901 iniziò a lavorare come commessa a Moulins presso un negozio di biancheria e maglieria, lì mise a punto le nozioni di cucito apprese dalle suore.
La prima svolta della sua vita è l'incontro col primo amante, Etienne de Balsan, di famiglia ricca, a 21 anni, che fu anche il suo primo finanziatore.
Etienne de Balsan
Si trasferì nel suo castello e la loro storia durò 6 anni. Balsan era un appassionato di cavalli e di corse, di conseguenza Gabrielle imparò a cavalcare. Nonostante Balsan non capisse il desiderio creativo di Coco e la sua voglia di lavorare le permise di creare cappelli presso il suo appartamento parigino, così iniziò a creare cappellini (in un'epoca in cui vigevano cappelli sontuosi) di paglia ornati da semplici fiori di raso o singole piume, che scioccarono. Attraverso la rete di amicizie di Balsan Chanel formò la sua prima clientela.
Rue Cambon e appartamento di Coco, Parigi
L'amore della sua vita fu Boy Capel un industriale che esportava carbone che la incoraggiò e la finanziò, andarono a vivere a Parigi e Capel le anticipò i soldi per la prima boutique in Rue Cambon.
Edward "Boy" Capel
Non si sposarono mai per il divario sociale e per la scelta di Coco di lavorare. Nel 1912 la sua boutique iniziò a vendere anche capi di vestiario (maglioni, gonne e qualche vestito), nel 1913 Capel aprì per Chanel un nuovo negozio nella località balneare di Deauville.
Deauville
Qui Coco, ispirata dai marinai, reinterpretò il loro abbigliamento, tutto il suo stile si rifaceva alla vita comune delle persone che la circondavano. Il negozio decollò quando scoppiò la guerra, le famiglie facoltose vi trascorrevano il periodo estivo e le signore potevano acquistare bei cappellini e abiti leggeri e pratici adatti alle esigenze per le opere di volontariato e assistenza ai feriti di cui le signore si occupavano.
Coco Chanel
Il terzo negozio lo aprì a Biarritz, sulla costa atlantica al confine con la Spagna, nel 1912 in uno dei 5 laboratori che aveva aperto 60 sarte erano impegnate a confezionare solo abiti per le ricche signore spagnole.
Biarritz
Nel 1916 iniziò l'era del jersey, una vera novità, ancora oggi Chanel è nota per le creazioni con questa stoffa, nel 1917 Coco arrivò ad avere 5 laboratori e 300 lavoranti.
Conobbe la pianista Misia Sert che la introdusse nel mondo degli artisti e degli intellettuali. Frequentò Capel anche dopo che lui si sposò nel 1918, ma lui morì un anno dopo in un incidente stradale e lei si buttò nel lavoro. Negli anni Venti Coco imponeva il nuovo stile la cui parola chiave era "comodità", il 1926 fu l'anno del tubino nero.
Nel 1921 uscì sul mercato il suo profumo Chanel N.5 messo a punto con il profumiere Ernest Beaux, figlio del profumiere dello Zar emigrato in Francia a causa della Rivoluzione russa, che aveva realizzato un Eau de Catherine. Con qualche accorgimento diventò il profumo che Coco cercava.
La fragranza era del tutto innovativa, realizzato artificialmente era un profumo femminile che "odora di donna perchè una donna deve odorare di donna e non di rosa".
Prese il nome di N.5 in quanto corrispondeva alla quinta essenza scelta da Chanel, ma si dice anche che il 5 fosse il suo numero preferito.
Chanel portò la lunghezza delle gonne sotto al ginocchio, introdusse i pantaloni femminili e rivisitò gli abiti maschili, negli anni Trenta si dedicò alla realizzazione di gioielli, fino a quel momento aveva proposto pezzi di bigiotteria.
All'epoca la maison contava 20.000 dipendenti, 34 profumerie e realizzava 28.000 modelli l'anno.
Morto il suo amante Paul Iribe (caricaturista basco) mentre giocava a tennis, Chanel iniziò ad abusare di un ipnotico a base di morfina del quale presto non si potrà più liberare.
Paul Iribe
Si impiegò anche nelle opere teatrali e cinematografiche. Durante la seconda guerra mondiale chiuse i suoi atelier e intraprese relazioni con alcuni nazisti, che volevano servirsi di lei per gli agganci che aveva nell'ambiente inglese e in quello tedesco, per mandare in porto una trattativa di armistizio con gli Inglesi. Fu arrestata dalle Forze Francesi dell'Interno per le sue relazioni con le spie nemiche ma fu rilasciata dopo 3 ore di interrogatorio.
Raggiunse la Svizzera dove rimase "in esilio" e nel 1953 partì per New York.
Nel 1954, settantunenne, riaprì la sua maison con 30 modelli che la critica non apprezzò, ma i consensi arrivarono dall'America e Chanel tornò di moda.
Hotel Ritz, Parigi
Morì in una camera dell'Hotel Ritz a Parigi a 87 anni, lasciò il suo patrimonio alla fondazione Coga, in seguito la maison venne gestita dai suoi assistenti, dal 1983 fu affidata a Karl Lagerfield e dal 2019 è passata a Virginie Viard.
L'immortalità dello stile Chanel è stata oggetto di analisi da parte di molti studiosi, Coco era scollegata dalle tendenze e dalle mode del momento, la sua classicità si conserva negli anni.
Non mi e' facile scrivere di Coco perche' fondamentalmente sono poco addentrata nel mondo della moda e nelle storie personali dei vari stilisti ma, nonostante cio', riconosco che il suo nome e il suo marchio sono innegabilmente un punto cardine in questo settore. Di lei sicuramente se ne e' parlato tantissimo e non solo per le sue creazioni. Leggendo la sua biografia trovo ammirevole con quanta forza e coraggio sia riuscita ad emergere partendo da una posizione sociale fortemente svantaggiata. Non sappiamo se abbia sempre sognato in grande o se neanche lei immaginasse quanto successo le avrebbe riservato il futuro. Abbandonata da piccina, povera e di sesso femminile in quel contesto temporale in cui gli uomini, soprattutto se di famiglia blasonata e ricca, avevano in mano tutte le fila dell'economia e della storia ... al massimo avrebbe potuto sperare di diventare una brava e conosciuta sarta, e invece no! Lei non ha lavorato nella moda, lei e' stata la moda! ;o) Di certo e' che oltre la bravura, ha avuto inizialmente quel pizzico di giusta fortuna in quanto i suoi compagni la sostennero, economicamente e moralmente, permettendole di realizzare i suoi desideri. Nelle sue creazioni veste e profuma una donna che ha carattere e, se vogliamo, polso, senza mai perdere eleganza e femminilita'. Una donna che ben si destreggia in ogni ambiente mostrando sicurezza senza mai essere ne' aggressiva ne' volgare. Post interessante si' :o)
RispondiElimina@ ZeN: Sapevo ti mandavo in crisi :D
RispondiEliminaNon ho intenzione di pubblicare la vita degli stilisti, ma Chanel ce l'ho un pò nel cuore e ho voluto fare un piccolo riassunto della sua vita. Lei è diventata famosa nella moda, ma poteva essere una scienziata, una dottoressa, una ricercatrice, un capo di Stato e chissà cos'altro. E' in fondo la storia di una donna che ha avuto fortuna ma se non avesse avuto la "stoffa" non sarebbe servita a nulla. Credo volesse fortemente che le sue creazioni "sfondassero", per questo si è distaccata dall'usuale per percorrere nuove idee, e ha vinto. Non si è attaccata all'ovvio e ha rischiato. Anche solo per questo merita un ricordo. ;o)