La pervinca fa parte di un genere di piante tossiche, nel Medioevo era usata per preparare filtri d'amore.
La pervinca maggiore (Vinca major) è la più nota.
La pervinca minore (Vinca minor) è tipica del sottobosco dove forma estesi tappeti sempreverdi, comune ai bordi delle strade. E' usata come pianta ornamentale in zone ombreggiate. Alta fino a 15 cm., è strisciante, si trova soprattutto sotto le querce.
Il pero fa parte di un genere di piante con specie arboree e arbustive. Gli alberi raggiungono i 17 mt., molti sono decidui.
Il perastro (Pyrus castribonenis) è endemico della Sicilia, alto fino a 8 mt., vive ai margini dei sughereti e dei coltivi nel territorio delle Madonie tra i 100 e i 1000 mt. sul mare.
Il perastro o pero selvatico (Pyrus pyraster) è il progenitore del pero comune e può raggiungere i 150 anni. Deciduo, può rimenere un cespuglio o diventare un albero con rami spinosi all'apice, in condizioni idonee. Al Sud vive fino al 1400 mt. sul mare.
Il pero (Pyrus communis) è caduco, alto fino a 20 mt., vive in ambienti temperati e umidi.
Il nashi o pero giapponese (Pyrus pyrifolia) è molto conosciuto in Oriente, il suo frutto è conosciuto come pera-mela o pera asiatica. Originario della Cina, era già coltivato 3000 anni fa, nel XIX secolo è iniziata la sua coltivazione in America dai minatori cinesi e alla fine del Novecento è iniziata la coltivazione in Europa, oggi è una coltivazione marginale e il consumo in Italia è molto limitato. E' un piccolo albero o arbusto alto fino a 5 mt. con crescita molto lenta.
Il pero mandorlino (Pyrus spinosa) vive in Italia meridionale e nelle isole. Alto fino a 12 mt., frequentemente si trova come arbusto alto 3 mt.
foto da wikipedia.org
Il pero sicano (Pyrus sicanorum) è endemico della Sicilia, dei Monti Sicani. E' un albero medio, spinoso, minacciato di estinzione.
Il pesco (Prunus persica) è un albero originario della Cina dove era considerato simbolo d'immortalità. Dall'Oriente giunse in Persia e poi in Europa, il nome deriva quindi dalla Persia e significa "della Persia". In Egitto la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell'infanzia. Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. e Alessandro Magno la diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Il pesco può raggiungere gli 8 mt. di altezza, molte parti della pianta sono leggermente velenose. La polpa del frutto può essere aderente al nocciolo (pesche duracine o percoche) o non aderente (pesche spiccagnole), le percoche sono meno usate come frutta fresca ma sono utilizzate per produrre frutta sciroppata o succhi.
Molte sono le varietà di pesca: la pesca gialla, quella bianca, la nettarina o pescanoce o nocepesca a polpa bianca, il percoco (pesca da industria), la merendella (diffusa in Sicilia e Calabria), la pesca saturnina o pesca tabacchiera o platicarpa (pesca schiacciata), pesca di Bivona o montagnola, ecc.
Il pesco è usato anche come albero ornamentale per la notevole fioritura.
La piantaggine fa parte di un genere di piante alte fino a 1 mt. con distribuzione cosmopolita.
La piantaggine barbatella (Plantago coronopus) è alta fino a 30 cm., si trova in tutta Italia negli incolti aridi in genere vicino al mare, nei prati salmastri, scogliere, ambienti ruderali, scarpate e terreni salsi fino agli 800 mt. sul mare. Le giovani foglie vengono mangiate crude o cotte, la pianta ha proprietà purgative.
La piantaggine lanciuola (Plantago lanceolata) è alta fino a 50 cm., vive in tutta Italia negli incolti, lungo le vie, i campi, le vigne, gli ambienti ruderali fino ai 2000 mt. sul mare. Le foglie sono usate come radicchio o cotte, il capolino ha proprietà lassative, la pianta ha doti fortemente cicatrizzanti, infatti le foglie fresche tritate favoriscono la guarigione delle ferite bloccando le emorragie, inoltre è usata contro le congiuntiviti e le infiammazioni palpebrali.
La piantaggine maggiore (Plantago major) è alta fino a 30 cm., cresce nei prati, negli orti e ai lati dei sentieri, è considerata infestante. Ha le stesse proprietà della Plantago lanceolata ed è commestibile.
La piantaggine pelosa (Plantago media) è alta fino a 6 dm., comune al Nord e al Centro, rara al Sud e assente sulle isole. Vive in prati e pascoli fino ai 2000 mt. sul mare. E' astringente, emolliente, depurativa, diuretica, espettorante, emostatica, lassativa e oftalmica. Le foglie giovani si possono mangiare sia crude che cotte.
Il pino fa parte di un genere di alberi e arbusti sempreverdi che comprende circa 120 specie.
Il pino d'Aleppo (Pinus halepensis) è alto fino a 25 mt., presente nelle zone costiere del centro-sud, nelle fiumare di detriti, in alcune aree costiere della Liguria, nelle Marche, in Sicilia e in Sardegna.
Il pino loricato (Pinus leucodermis) è alto fino a 35 mt., tipico del Sud Italia. Coltivato come ornamentale per parchi e giardini, resiste alla neve, al gelo e ai forti venti. In Italia è raro, cresce fra i 900 e i 2500 mt. di altitudine spesso isolato.
Il pino nero (Pinus nigra) è una specie dall'areale molto frammentato, alto anche oltre i 50 mt. vive fino ai 2000 mt. sul mare, da Nord a Sud.
Il perastro o pero selvatico (Pyrus pyraster) è il progenitore del pero comune e può raggiungere i 150 anni. Deciduo, può rimenere un cespuglio o diventare un albero con rami spinosi all'apice, in condizioni idonee. Al Sud vive fino al 1400 mt. sul mare.
Il pero (Pyrus communis) è caduco, alto fino a 20 mt., vive in ambienti temperati e umidi.
Il nashi o pero giapponese (Pyrus pyrifolia) è molto conosciuto in Oriente, il suo frutto è conosciuto come pera-mela o pera asiatica. Originario della Cina, era già coltivato 3000 anni fa, nel XIX secolo è iniziata la sua coltivazione in America dai minatori cinesi e alla fine del Novecento è iniziata la coltivazione in Europa, oggi è una coltivazione marginale e il consumo in Italia è molto limitato. E' un piccolo albero o arbusto alto fino a 5 mt. con crescita molto lenta.
Il pero mandorlino (Pyrus spinosa) vive in Italia meridionale e nelle isole. Alto fino a 12 mt., frequentemente si trova come arbusto alto 3 mt.
foto da wikipedia.org
Il pero sicano (Pyrus sicanorum) è endemico della Sicilia, dei Monti Sicani. E' un albero medio, spinoso, minacciato di estinzione.
Il pesco (Prunus persica) è un albero originario della Cina dove era considerato simbolo d'immortalità. Dall'Oriente giunse in Persia e poi in Europa, il nome deriva quindi dalla Persia e significa "della Persia". In Egitto la pesca era sacra ad Arpocrate, dio del silenzio e dell'infanzia. Il frutto arrivò a Roma nel I secolo d.C. e Alessandro Magno la diffuse in tutto il bacino del Mediterraneo. Il pesco può raggiungere gli 8 mt. di altezza, molte parti della pianta sono leggermente velenose. La polpa del frutto può essere aderente al nocciolo (pesche duracine o percoche) o non aderente (pesche spiccagnole), le percoche sono meno usate come frutta fresca ma sono utilizzate per produrre frutta sciroppata o succhi.
Molte sono le varietà di pesca: la pesca gialla, quella bianca, la nettarina o pescanoce o nocepesca a polpa bianca, il percoco (pesca da industria), la merendella (diffusa in Sicilia e Calabria), la pesca saturnina o pesca tabacchiera o platicarpa (pesca schiacciata), pesca di Bivona o montagnola, ecc.
Il pesco è usato anche come albero ornamentale per la notevole fioritura.
La piantaggine fa parte di un genere di piante alte fino a 1 mt. con distribuzione cosmopolita.
La piantaggine barbatella (Plantago coronopus) è alta fino a 30 cm., si trova in tutta Italia negli incolti aridi in genere vicino al mare, nei prati salmastri, scogliere, ambienti ruderali, scarpate e terreni salsi fino agli 800 mt. sul mare. Le giovani foglie vengono mangiate crude o cotte, la pianta ha proprietà purgative.
La piantaggine lanciuola (Plantago lanceolata) è alta fino a 50 cm., vive in tutta Italia negli incolti, lungo le vie, i campi, le vigne, gli ambienti ruderali fino ai 2000 mt. sul mare. Le foglie sono usate come radicchio o cotte, il capolino ha proprietà lassative, la pianta ha doti fortemente cicatrizzanti, infatti le foglie fresche tritate favoriscono la guarigione delle ferite bloccando le emorragie, inoltre è usata contro le congiuntiviti e le infiammazioni palpebrali.
La piantaggine maggiore (Plantago major) è alta fino a 30 cm., cresce nei prati, negli orti e ai lati dei sentieri, è considerata infestante. Ha le stesse proprietà della Plantago lanceolata ed è commestibile.
La piantaggine pelosa (Plantago media) è alta fino a 6 dm., comune al Nord e al Centro, rara al Sud e assente sulle isole. Vive in prati e pascoli fino ai 2000 mt. sul mare. E' astringente, emolliente, depurativa, diuretica, espettorante, emostatica, lassativa e oftalmica. Le foglie giovani si possono mangiare sia crude che cotte.
Il pino fa parte di un genere di alberi e arbusti sempreverdi che comprende circa 120 specie.
Il pino d'Aleppo (Pinus halepensis) è alto fino a 25 mt., presente nelle zone costiere del centro-sud, nelle fiumare di detriti, in alcune aree costiere della Liguria, nelle Marche, in Sicilia e in Sardegna.
Il pino loricato (Pinus leucodermis) è alto fino a 35 mt., tipico del Sud Italia. Coltivato come ornamentale per parchi e giardini, resiste alla neve, al gelo e ai forti venti. In Italia è raro, cresce fra i 900 e i 2500 mt. di altitudine spesso isolato.
Il pino nero (Pinus nigra) è una specie dall'areale molto frammentato, alto anche oltre i 50 mt. vive fino ai 2000 mt. sul mare, da Nord a Sud.
Veramente graziose le pervinche ... anche se un po' tossiche :o) Mi sono piaciute entrambi, sia la major che la minor, perche' si ha l'impressione che i petali dei fiori, secondo me a forma di paletta, debbano prendere a girare come se fossero elichette :oD Bellissimo il loro colore cosi' intenso.
RispondiEliminaE ora siamo arrivati alle pere :oD ... e quando si parla di alberi da frutto antichi, conosciuti e coltivati da sempre, ci si infila in un grebano di varieta' che mette paura ahahah :oD Anche le mele non son da meno ;o) Tutte le varieta' che troviamo sul mercato hanno comunque una radice comune perche' in genere derivano da una specie selvatica che nasce liberamente in natura :o) Nel caso specifico entra in ballo il perastro i cui frutti non sono gradevoli per l'uomo ma lo possiamo considerare la 'madre' di tutte le pere :o) Non amo molto questo tipo di frutto anche se lo preferisco a molti altri quando diventa un bevibile succo :o) Le fioriture degli alberi, selvatici o no, sono molto copiose e piacevolissime da vedere. Simpaticissimo il pero mandorlino con tutte le sue belle 'pallettine' verdi :o) Non ricordo se ho assaggiato il nashi e le per sicane ma era abitudine far entrare a casa mia, quando ero piccola, anche i cibi che si trovano raramente sul mercato. Visti i costi proibitivi ... magari ne acquistavano 1 o 2 pezzi ... solo per assaggiare e per conoscere :o)
La fioritura del pesco e' spettacolare ma non sapevo che alcune parti della pianta fossero velenosette. Nella mia citta' e in zone limitrofe si e' mantenura la 'tradizione' degli antichi romani ... perche' in dialetto vengono chiamate 'persiche' ahahah :o) Pero' tutto sommato, dandoci un tono, possiamo pensare di non essere rozzi perche' in fondo non le stiamo chiamando in dialetto ma direttamente in latino ahahah Ma che cultura radicata abbiamo ahahah :oD E' una frutta che mi piace molto e la varieta' che preferisco e' la percoca ... ehm notoriamente utilizzata soprattutto per essere messa nel vino :o)
Le piantaggini le ho viste in natura si si si! Non sapevo il loro nome e neanche che avessero tutte queste buone qualita' :o) Quella che mi e' piu' simpatica e' la lanciuola col suo stelino sic sic e l'infiorescenza a forma di pignetta sulla capa :o)
Per i pini inizio col dire che qua ne hanno un po' la passione ed e' facile incontrarli in parchi e giardini. Quindi si possono vedere anche alcune specie non proprio locali e talvolta anche poco adatte a questo clima. Ma gli alberi sono piu' intelligenti degli umani perche', se non posti in condizioni proprio estreme per quella specie, cercano di sopravvivere ugualmente :o) Il pino d'aleppo e il nero credo di averli visti, per il loricato nono saprei, forse proprio no ... perlomeno nelle condizioni di quelli del parco del Pollino in cui la parte del tronco e' piu' presente del fogliame :o) Oltre la bellezza se ne intuisce immediatamente la loro robustezza rispetto alle condizioni avverse della montagna (neve e vento) ... proprio nulla a che fare rispetto al pino marittimo che come lo guardi, casca! :o(
@ ZeN: Le pervinche fanno parte dei miei fiori preferiti per la semplicità e il bel colore.
RispondiEliminaAdoro le pere ma se sanno di pera...in genere prendevo le Abate o le Kaiser o le perette verdi con un cerchietto rosso. Le preferisco alle mele perchè sono più succose e non incocognano. :D
Eh...ero un'appassionata di pesche! Bellissima la fioritura e buonissimi i frutti! Anche lì, il sapore spesso è un ricordo sbiadito di quelle che erano. :o(
Acquistavo un pò tutte le pesche, piccole, medie, grandi, a polpa gialla o bianca, pelose e lisce, bastava profumassero! ;o)
La piantaggine è molto nota, spesso considerata "erbaccia" invece vedi te che errore... ;o)
Fra questi pini nnon c'è il marittimo che, credo, è quello che vediamo in moltissimi viali del Centro-Italia. I pini son belli tutti compreso il loricato che non si sa se si sia rifugiato nei posti più impervi per sfuggire allo scempio umano... I marittimi sono stati piantati nei posti sbagliati avendo le radici in superficie (non adatti a bordo strada) quindi non è colpa loro la situazione. I forti venti e le tempeste li possono far cadere o farne cadere i rami che provocano danni, anche lì questo può essere evitato da un'attenta coltivazione che elimini le parti in pericolo di crollo. Comunque parcheggiare sotto un pino è sempre sconsigliato, anche solo per la resina che "sputa". Ne so qualcosa... O.o'