La lavanda è un genere di piante, la lavanda officinale o vera o spico (Lavandula officinalis) è alta fino a 18 dm., perenne, fortemente aromatica, rara lungo la costa tirrenica (isole escluse), vive nelle macchie basse in terreni aridi e sassosi, al sole. E' molto visitata dalle api che producono un ottimo miele, i fiori sono commestibili usati per dolci, biscotti e gnocchi.
La lavanda selvatica o stecade, steca, stigadosso (Lavandula stoechas) è alta fino a 120 cm., strettamente mediterranea, è presente in Liguria e regioni tirreniche fino ai 600 mt. sul mare, sporadicamente sui 1000 mt. E' frequente nelle radure, macchie degradate, pascoli e zone aride e assolate. Usata nel giardinaggio, nell'apicoltura e in erboristeria.
La lavanda dentata o spigonardo, dalle foglie a felce o egiziana (Lavandula multifida) è una piccola pianta nativa delle regioni meridionali del Mar Mediterraneo coltivata sia a scopi officinali che ornamentali. La sua storia ha origini lontane, da Dioscoride e Plinio il Vecchio.
foto da wikipedia.org
La lavanda latifolia o a foglie larghe, spigo o spigone (Lavandula latifolia) è sempreverde, rara in Italia, presente lungo la costa tirrenica e nel Mar Ligure, vive su pendii aridi e cespugliosi, fino ai 1000 mt. sul mare. Può essere usata in cucina, come olio essenziale o repellente per insetti.
Il leccio o elce (Quercus ilex) è un albero diffuso nei Paesi del bacino del Mediterraneo molto usato per il suo pregiato legname. Sempreverde, è alto fino a 24 mt., in ambienti rupestri è un cespuglio. Molto longevo, ha crescita molto lenta, il suo legno è duro, pesante, soggetto a imbarcarsi, difficile da lavorare e da stagionare, è usato soprattutto come combustibile e per la produzione di carbone. In Italia forma boschi puri anche di notevoli dimensioni, è diffuso soprattutto nelle isole e lungo le coste liguri, tirreniche e ioniche. Tra i maggiori e più antichi lecci si annovera il Ilici di Carrinu (leccio di Carlino) a Zafferana Etnea, di età stimata intorno ai 700 anni. Secondo un mito dell'antica Roma nel lecceto alla base dell'Aventino viveva Egeria, la ninfa inspiratrice di re Numa Pompilio; secondo Plinio le prime corone civiche erano di rami di leccio, sostituito poi dalla quercia e dal rovere; Seneca lo considerava un albero triste. Divenne un albero maledetto nelle isole ioniche perchè una leggenda lo vuole come il legno per la costruzione della Croce ma il beato Egidio (compagno di San Francesco) lo difese come prediletto di Cristo perchè fu l'unico albeto a capire che il sacrificio era necessario per contribuire alla redenzione. Sette piante di leccio vivono sulla sommità della Torre Guinigi a Lucca.
Il lentisco o lentischio, sondro o stinco (Pistacia lentiscus) è un arbusto sempreverde alto fino a 4 mt. diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo prevalentemente nelle regioni costiere non oltre i 600 mt., in Italia è diffuso in Liguria, nella Penisola e nelle isole. Grazie alla sua frugalità e a una discreta resistenza agli incendi è piuttosto frequente anche nei pascoli cespugliati e nelle aree più degradate della macchia. Specie importante per il recupero delle aree degradate, vi si ricava un olio molto usato fino al XX secolo al posto dell'olio d'oliva, più costoso. Il suo legname era usato per lavori di intarsio o per il carbone vegetale, soprattutto nelle pizzerie perchè raggiunge alte temperature in tempi rapidi. Le foglie erano usate per la concia delle pelli, la sua resina (detta mastice) era usata come cewingum perchè rassodava le gengive e purificava l'alito; in Sardegna è usata per produrre un gin locale: il giniu. Attualmente la resina è usata in profumeria, in odontotecnica come componente per otturazioni o mastici per dentiere e come componente della gomma da masticare. E' usato nei giardini mediterranei e rocciosi.
I licheni sono organismi simbioti derivati dall'associazione di due individui che convivono traendo reciproco vantaggio: il fungo sopravvive grazie ai composti organici prodotti dalla fotosintesi mentre il secondo riceve in cambio protezione, sali minerali e acqua. I licheni vennero utilizzati da quasi tutte le popolazioni dell'antichità, soprattutto come risorsa d'emergenza in caso di carestia. Sono ottimi indicatori ambientali in grado di accumulare una grande quantità di metalli dispersi nell'aria.
Il ligustro o olivella, olivetta, sanguinello, rovistico, tamariz, varuseli, ischio, conastrello (Ligustrum vulgare) è un cespuglio alto fino a 12 mt., in generale profumato, comune in Italia nei boschi caducifogli ai margini dei cespuglieti e delle siepi, fino ai 1300 mt. sul mare. E' spesso coltivato nei giardini e tollera l'inquinamento.
foto di wikipedia.org
La limonella o frassinella, dittamo o dittamo bianco (Dictamnus albus) è perenne, aromatico, un arbusto caduco alto fino a 1 mt. fortemente aromatico, irritante per la pelle. Abbastanza raro in Italia, vive nei boschi assolati e aridi a quota collinare, tra radure e cespugli.
I Limonium (limonio) sono un genere di piante chiamate statice, in Italia ci sono numerose specie (circa 80) per lo più limitate ad aree distrette o piccole isole sulle coste e sul mare, non oltre i 15 mt. di altitudine. Altre specie si trovano nell'entroterra a quote basse, solo in Sardegna ci sono Limonium sulle pendici montane, fino a circa 1000 mt. sul mare.
Il limonio di Linosa (Limonium algusae) è endemico dell'omonima isola.
Il limonio delle saline (Limonium ferulaceum) ha fusti privi di foglie, vive lungo le aree costiere della Sicilia, cresce in zone paludose salmastre e nelle steppe salate costiere.
Il limonio strettissimo (Limonium strictissimum) è alto fino a 30 cm., endemico della Sardegna, vive sulle coste, vicinissimo al mare. E' una specie in pericolo critico di estinzione a causa della perdita dell'habitat, della siccità e delle frane. La raccolta è vietata nell'isola di Caprera ma a livello regionale non è tutelata.
foto da wikipedia.org
La lavanda latifolia o a foglie larghe, spigo o spigone (Lavandula latifolia) è sempreverde, rara in Italia, presente lungo la costa tirrenica e nel Mar Ligure, vive su pendii aridi e cespugliosi, fino ai 1000 mt. sul mare. Può essere usata in cucina, come olio essenziale o repellente per insetti.
Il leccio o elce (Quercus ilex) è un albero diffuso nei Paesi del bacino del Mediterraneo molto usato per il suo pregiato legname. Sempreverde, è alto fino a 24 mt., in ambienti rupestri è un cespuglio. Molto longevo, ha crescita molto lenta, il suo legno è duro, pesante, soggetto a imbarcarsi, difficile da lavorare e da stagionare, è usato soprattutto come combustibile e per la produzione di carbone. In Italia forma boschi puri anche di notevoli dimensioni, è diffuso soprattutto nelle isole e lungo le coste liguri, tirreniche e ioniche. Tra i maggiori e più antichi lecci si annovera il Ilici di Carrinu (leccio di Carlino) a Zafferana Etnea, di età stimata intorno ai 700 anni. Secondo un mito dell'antica Roma nel lecceto alla base dell'Aventino viveva Egeria, la ninfa inspiratrice di re Numa Pompilio; secondo Plinio le prime corone civiche erano di rami di leccio, sostituito poi dalla quercia e dal rovere; Seneca lo considerava un albero triste. Divenne un albero maledetto nelle isole ioniche perchè una leggenda lo vuole come il legno per la costruzione della Croce ma il beato Egidio (compagno di San Francesco) lo difese come prediletto di Cristo perchè fu l'unico albeto a capire che il sacrificio era necessario per contribuire alla redenzione. Sette piante di leccio vivono sulla sommità della Torre Guinigi a Lucca.
Il lentisco o lentischio, sondro o stinco (Pistacia lentiscus) è un arbusto sempreverde alto fino a 4 mt. diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo prevalentemente nelle regioni costiere non oltre i 600 mt., in Italia è diffuso in Liguria, nella Penisola e nelle isole. Grazie alla sua frugalità e a una discreta resistenza agli incendi è piuttosto frequente anche nei pascoli cespugliati e nelle aree più degradate della macchia. Specie importante per il recupero delle aree degradate, vi si ricava un olio molto usato fino al XX secolo al posto dell'olio d'oliva, più costoso. Il suo legname era usato per lavori di intarsio o per il carbone vegetale, soprattutto nelle pizzerie perchè raggiunge alte temperature in tempi rapidi. Le foglie erano usate per la concia delle pelli, la sua resina (detta mastice) era usata come cewingum perchè rassodava le gengive e purificava l'alito; in Sardegna è usata per produrre un gin locale: il giniu. Attualmente la resina è usata in profumeria, in odontotecnica come componente per otturazioni o mastici per dentiere e come componente della gomma da masticare. E' usato nei giardini mediterranei e rocciosi.
I licheni sono organismi simbioti derivati dall'associazione di due individui che convivono traendo reciproco vantaggio: il fungo sopravvive grazie ai composti organici prodotti dalla fotosintesi mentre il secondo riceve in cambio protezione, sali minerali e acqua. I licheni vennero utilizzati da quasi tutte le popolazioni dell'antichità, soprattutto come risorsa d'emergenza in caso di carestia. Sono ottimi indicatori ambientali in grado di accumulare una grande quantità di metalli dispersi nell'aria.
Il ligustro o olivella, olivetta, sanguinello, rovistico, tamariz, varuseli, ischio, conastrello (Ligustrum vulgare) è un cespuglio alto fino a 12 mt., in generale profumato, comune in Italia nei boschi caducifogli ai margini dei cespuglieti e delle siepi, fino ai 1300 mt. sul mare. E' spesso coltivato nei giardini e tollera l'inquinamento.
La limonella o frassinella, dittamo o dittamo bianco (Dictamnus albus) è perenne, aromatico, un arbusto caduco alto fino a 1 mt. fortemente aromatico, irritante per la pelle. Abbastanza raro in Italia, vive nei boschi assolati e aridi a quota collinare, tra radure e cespugli.
I Limonium (limonio) sono un genere di piante chiamate statice, in Italia ci sono numerose specie (circa 80) per lo più limitate ad aree distrette o piccole isole sulle coste e sul mare, non oltre i 15 mt. di altitudine. Altre specie si trovano nell'entroterra a quote basse, solo in Sardegna ci sono Limonium sulle pendici montane, fino a circa 1000 mt. sul mare.
Il limonio di Linosa (Limonium algusae) è endemico dell'omonima isola.
Il limonio delle saline (Limonium ferulaceum) ha fusti privi di foglie, vive lungo le aree costiere della Sicilia, cresce in zone paludose salmastre e nelle steppe salate costiere.
Il limonio strettissimo (Limonium strictissimum) è alto fino a 30 cm., endemico della Sardegna, vive sulle coste, vicinissimo al mare. E' una specie in pericolo critico di estinzione a causa della perdita dell'habitat, della siccità e delle frane. La raccolta è vietata nell'isola di Caprera ma a livello regionale non è tutelata.
La lavanda ce l'avevo nell'aiuola davanti alla baracca :o) Il mio ricordo e' che per pochi giorni di gioia quando era in fiore ... la rimanenza dell'anno era molto rassomigliante a uno scopuccio :o( Quindi se proprio non si ha la necessita' di piantarne un campo intero, la consiglio alternata con altri tipi di piante.
RispondiEliminaBello il leccio quando e' tutto bello fiorito! Mi dispiace che con l'andare del tempo le leggende lo abbiano dipinto come un po' funereo ... pero' me lo spiego con il fatto che il suo legno e' praticamente inservibile ;o) Quindi: albero dal legname non bonus per l'uomo = albero disgrassia' :o( Per curiosita' sono andata a vedere la torre di Lucca, e' veramente particolare col suo mini boschetto in cima ;o)
Il lentisco non lo conoscevo e mi ha meravigliato per le possibilita' che si hanno di sfruttarne tante delle sue parti. A lume di naso e' piacevole proprio la pianta in se' stessa e il suo bel verde perche' i fiori, maschi o femmine che siano, mi sembrano talmente piccini da poter sperare che diventi un bel cespuglio tutto colorato :o)
I licheni non mi sembrano ne' belli ne' simpatici ... anzi fino a che non ho letto il post pensavo che tutte queste muffette e affini fossero nocive per le piante :o( Non le vedevo in 'simbiosi' ma semplicemente parassitarie. Non so' se accade, o cosa accade se per caso l'albero dovesse riempirsi di tutta questa verdura. Liceni, vischio, muschio, edera etc etc ... no non li gradisco assolutamente! Scio'! Tollero solo i funghetti, anche se velenosi, quelli che si limitano a stare ai piedi e non sul tronco.
Il ligustro appare come un bel cespuglietto dalle fogliette lucide :o) Dovrebbe essere molto grazioso quando e' in fiore o quando ha i rami pieni di bacchette nere :o) Come sempre e' bene ricordare al cretino di turno che 'olivella' non significa ' olivo' e che quindi le pallette nere non sono olive e non si mangiano ... ma non per il sapore, ma proprio perche' son velenose!
La limonella e' veramente graziosa quando si trova all'apice della sua fioritura. I fiori mi hanno vagamente ricordato i lilium i cui stami pero' sono rivolti all'insu'.
Simpaticissimi i limonio che con i loro fiorellini piccini ma coloratissimi danno quel tocco variopinto nelle zone marine.
@ ZeN: Adoro i campi sterminati di lavanda in Provenza! Ne avevo una a Siena proprio perchè c'era il terreno adatto. Purtroppo attira molti insetti...insieme ad altri cespugli va piantata, per me.:o)
RispondiEliminaIl leccio è un albero bellissimo, sporchetto quand'è in fiore.
Molto bello il lentisco, indispensabile nei giardini mediterranei. I licheni non nuociono alla pianta se non sono troppi. Sono molto utili e al Nord se li mangiano. ;o)
Il ligustro appartiene alla "famiglia" delle piante mediterranee, insieme alle piante sorelle crea il perfetto giardino mediterraneo dalla scarsa manutenzione ma d'effetto.
Strani i fiori della limonella, i Limonium sono timidi...piccoli e apparentemente insignificanti, eppure hanno i loro graziosi fiorellini. :o)