lunedì 4 giugno 2018

Specie botaniche italiane



Gli Equisetum sono un genere di piante conosciute come "code di cavallo", sono tra gli organismi più antichi della Terra, già diffuse 395-345 milioni di anni fa. Solo una decina sono proprie della flora italiana. Piante cosmopolite, sono diffuse in tutti i continenti.
L'equiseto dei campi o rasperella o coda cavallina (Equisetum arvense) è perenne, alto fino a 1 mt., comune nei luoghi umidi, lungo i fossi, le scarpate, gli ambienti ruderali, fino a 2000 mt. sul mare. In passato le famiglie contadine friggevano i germogli impanati o li condivano con aceto, in Giappone bollono gli strobili e li fanno macerare nell'aceto. Il sapore è simile a quello del fieno. L'equiseto era usato per lucidare gli oggetti di legno o metallo strofinandoli coi fusti e per pulire l'interno di vasi e bottiglie. Anticamente le piante macerate combattevano la ruggine, gli antichi Romani lo usavano come sostituto del sapone ed è usato in cosmetica per le creme antirughe e anticellulite. In certe zone è una pianta infestante.


L'Equisetum fluviatile è una pianta acquatica che cresce negli stagni e lungo i bordi dei fossati.



L'equiseto massimo (Equisetum telmateia) o coda cavallina è perenne, alto fino a 20 dm., meno frequente sull'arco alpino, vive in luoghi umidi e ombrosi, presso le sorgenti e i ruscelli, fino a 1500 mt. sul mare. Può essere tossico  se ingerito in grande quantità.

 foto da wikipedia.org

L'equiseto variegato (Equisetum variegatum) è perenne, alto fino a 30 cm., diffuso solo al Nord, pianta rara. Cresce soprattutto nelle sabbie dei torrenti montani e alpini e nelle torbiere, fino ai 2500 mt. sul mare. Come gli altri equiseti era usato per la pulizia delle pentole.



L'erba trinità o anemone epatica, fegatella, trifoglio epatico (Hepatica nobilis) è una piccola pianta che comprende una decina di specie, una sola spontanea in Italia. Vive in boschi caducifogli o di aghifoglie e in boschi di querce o faggio nell'Appennino centrale, dai 100 ai 1000 mt. sul mare. E' coltivata a mezz'ombra nei giardini rocciosi e alpini, esistono cultivar a fiori doppi.



Le eriche sono un genere di piante che comprende circa 660 specie sempreverdi alte fino a 1,5 mt., ma arrivano anche a 7 mt.
L'erica arborea è sempreverde, usata per fare le scope e come copertura di abitazioni povere e capanni, per sostenere i bozzoli per la filatura della seta e per produrre carbone. Il pregiato legno è usato per fare le pipe.


L'Erica carnea o carnicina è perenne, forma cuscini ed è tipica delle Alpi, degli Appennini settentrionali e le Alpi Apuane, fino a 2500 mt. sul mare. Vive in prati e pascoli e pendii rocciosi soleggiati, alta fino a 40 cm.


L'Erica manipuliflora è tipica della macchia mediterranea.


L'Erica multiflora è diffusa nel Centro e nel Meridione, fino a 800 mt.


L'erica siciliana (Erica sicula) è endemica della Sicilia, perenne, alta fino a 1,50 mt., vive in alcuni promontori vicino al mare nella provincia di Trapani, fino ai 500 mt.


L'Erica scoparia (scopa) vive lungo i litorali occidentali italiani e sui rilievi vicini alla costa, dalla Liguria al Lazio, usata da tempi remotissimi per fabbricare scope, ramazze e granate e i tetti delle capanne. E' fra le prime specie a ricolonizzare i terreni arsi dagli incendi.



Le euforbie sono un genere di piante erbacee o legnose che comprende piccoli alberi, arbusti e rampicanti, possono essere anche succulente, molto simili ai cactus. Contengono un lattice velenoso  e alcune hanno le spine.
Tipiche della macchia mediterranea sono l'euforbia arborea (Euphorbia dendroides) che vive sulle coste tirreniche, ioniche e basso-adriatiche, prospera in ambienti litoranei aridi, su scogliere e rupi, fino ai 700 mt. Alta fino a 2 mt., il frutto si apre di scatto e proietta i semi a una certa distanza.



L'euforbia delle faggete (Euphorbia amygdaloides) è una pianta quasi prostrata, biennale, contiene un lattice irritante e velenoso ed è alta fino a 70 cm. E' diffusa ovunque esclusa la Sardegna, al Sud è rara.



L'Euphorbia charaias è un arbusto sempreverde alto fino a 1,20 cm., contiene un lattice irritante e i suoi semi caduti sono dispersi dalle formiche che li trasportano nei formicai. Vive anche in Italia compresa la Sardegna nella macchia mediterranea, fino ai 1000 mt. sul mare.


L'euforbia di Bivona (Euphorbia bivonae) vive sulle coste del bacino mediterraneo, è alta fino a 1,50 mt., contiene un latte irritante per la pelle. Cresce a Favignana, Levanzo, Marettimo e sulla costa della Scilia occidentale, fino a 300 mt sul mare, nella macchia mediterranea.


L'euforbia cipressina, erba lattona o erba cipressina (Euphorbia cyparissias) è perenne, alta fino a 40 cm., La disseminazione avviene per esplosione della capsula (fino a 5 mt. di distanza). In Italia è diffusa al Nord e al Centro in prati aridi e incolti, al margine dei boschi e delle strade, fino a 1500 mt.


L'Euphorbia myrsinites è perenne, alta fino a 20 cm., vive su pendii rupestri fino ai 1600 mt. sul mare.


L'euforbia palustre o lattaiola (Euphorbia palustris)  è perenne, alta fino a 1 mt., cresce sulle sponde delle paludi, laghi e corsi d'acqua dolce e prati umidi fino ai 400 mt. sul mare. In Italia è presente nel Centro-Nord, contiene un lattice irritante e velenoso.


L'euforbia bitorzoluta o dolce (Euphorbia dulcis) è perenne, pelosa, alta fino a 6 dm., diffusa al Nord e al Centro, è presente anche sulle Alpi. Vive in boschi di latifoglie, siepi e prati umidi, fino ai 1800 mt. sul mare.


L'euforbia di Gasparrini (Euphorbia gasparrinii) è dell'Italia centro-meridionale, alta fino a 30 cm., vive in prati umidi montani da 800 a 1850 mt. sul mare.



La poinsettia o stella di Natale è originaria del Messico dove cresce fino ai 4 mt., ha all'interno un lattice leggermente irritante per la pelle ma altamente tossico per cani e gatti. Il fiore vero è giallo, circondato da 5 gratee rosse, rosa o bianche. E' molto coltivata in Italia.

2 commenti:

  1. Simpatica l'erba cavallina, le sue fogliette sic sic ricordano il rosmarino :o) Come sempre le specie sono tante e si' va' dal commestibile al tossico. Ho letto che da oriente a occidente era consumato in cucna, spessissimo usando l'aceto, forse per smorzargli qualche sapore o per 'uccidere' qualche tossina :o) Interessante anche il suo uso cone pulitore di vetro, legno e metalli o come sapone per i romani. Il suo nome ricorre spesso in tisane e decotti erboristici e cio' mi fa' pensare che assunto in giuste dosi e' anche curativo :o)
    L'erba trinità ha dei bellissimi fiori si si si :o) Lo stelo scuro, cicciottoso e un po' peloso mi ha ricordato le 'gambette' dei ciclamini!
    Le eriche sono delle bellissime e utili piante anche se le scope 'sintetiche' hanno preso il sopravvento e le coperture dei tetti piu' poveri vengono fatte con l'economica 'ondina'! Gradevolissimi alla vista questa cascata di fiorellini dai vari colori. La piu' leziosa mi e' sembrata quella carnea ... sara' proprio bello vedere questi cuscinetti delicatamente colorati tra i pascoli alpini.
    Sinceramente di euforbia non me ne e' piaciuta neanche una :o( Non tanto perche' spara i semi o perche' il suo lattice e' irritante, e' proprio la pianta in se stessa e le infiorescenze che non mi hanno colpito particolatmente ... anzi i fiori mi sembrano tutti bruttini :o(
    La stella di natale e' un'altra pianta che non gradisco molto :o( Da noi ha la sventura di rappresentare una festa importante e, al pari degli alberi di natale, passa direttamente dal venditore alla spazzatura salvo una piccola permanenza in casa :o( Mi ha fatto piacere vederla nel suo ambiente naturale e du quanto puo' diventare bella se viene lasciata crescere in santa pace! L'albero del video e' uno spettacolo :oD

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  2. @ ZeN: L'ho vista l'erba cavallina! Non mi ricordo dove... O.o'
    L'erba trinità è bellissima! Mi piace moltissimo la sua semplicità e il colore. :o)
    L'erica fa parte della famiglia dei "miei fiori". Tutto quello che assomiglia a una campanula mi affascina. :o)
    Le euforbie son molto particolari, non sono certo da annoverare fra le piante più affascinanti ma hanno la loro personalità.
    La stella di Natale è (da noi) un bel business per i fiorai e basta. Per me potrebbe tranquillamente vegetare nei suoi luoghi d'origine. ;o)

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