Borgo in provincia di Imperia a 780 mt sul mare con 410 abitanti, dista 38 km da Sanremo, 47 da Imperia e 170 da Genova.
Di antichissime origini, era un importante centro già agli inizi dell'anno Mille. Importante feudo della Contea di Ventimiglia, la Repubblica di Genova lo acquistò nel 1261. Grazie alla sua importanza strategica e militare venne eretta a capo della IX Podesteria della Repubblica di Genova. Nel 1405 la popolazione, vessata dai pesanti tributi, si ribellò distruggendo 4 delle 5 fortezze costruite. Ritornata a Genova, Triora divenne il Granaio della Repubblica (a cui forniva vino e grano) e stipulò importanti trattati coi paesi vicini (eccetto Briga Marittima con cui aveva alcune controversie). Tra il 1587 e il 1589 ci fu un celebre processo contro alcune donne tacciate di stregoneria che ha portato a 5 sentenze di morte. Dal 1805 fino alla caduta di Napoleone appartenne alla Francia. Le truppe napoleoniche saccheggiarono le chiese, asportarono importanti opere d'arte, abrasero gli stemmi nobiliari e cacciarono i Padri Agostiniani dal loro convento. Nel 1815 passò a Casa Savoia e dal 1860 entrò a far parte del Regno d'Italia. Nel 1944 i Tedeschi distrussero interi quartieri contribuendo allo spopolamento.
A Triora tutto parla di streghe, è la Loudun italiana, la Salem europea, anche se qui il processo alle streghe fu precedente alle altre due località. Di madre in figlia si tramandavano antichissime usanze pagane, un concetto di oracoli, guaritori, esorcisti, maghi, druidi e streghe di "spaventosa potenza".
Il borgo, per quanto deserto e segnato dalla distruzione delle guerra, conserva intatto il suo fascino. Iniziate le ricostruzioni delle dimore principali e la ristrutturazione di alcune chiese, potrebbe aprirsi una nuova fase per questo paese. Un senso di mistero si sprigiona tra le viuzze e le piazzuole, nei carrugi ci si trova sotto volte e archi scavati nella roccia e antri scuri di case diroccate, la collegiata con il campanile tardo-gotico e i suoi numerosi tesori è fra le emergenze architettoniche. Il Museo Diocesano è una pinacoteca con quadri di diverse epoche. Fra le chiese, da citare Santa Caterina, con uno straordinario portale del 1390 e quella di San Bernardino mirabilmente affrescata nel XV secolo. Da visitare anche i ruderi dell'antico castello genovese del XIII secolo.
I prodotti tipici del borgo sono: il pane, i formaggi d'alpeggio, il "bruzzu" (ottenuto dalla fermentazione naturale della ricotta), castagne, miele e funghi.
Fra i piatti, le torte di verdure e patate, le "patate in-t-a foglia" (tagliate a fette e cotte in teglia), i ravioli magri, le lasagne con le rape, i "bugaeli" (grumi di farina di castagne cotti nel latte), i "ciapazoi" e i "sugeli", i "turrun" natalizi, i canestrelli e le torte farcite di marmellata.
Nel Museo regionale etnografico e della stregoneria sono conservati oggetti legati alle antiche usanze agropastorali. Una sala è dedicata alla preistoria. Nelle antiche carceri si trova la sezione dedicata alla stregoneria con la ricostruzione degli ambienti.
Interessante si si si ... un po' bastonato dalla vita pero' eh! :oD Per essere additate come streghe bastava poco ... anche solo conoscere qualche nozione di erboristeria ;o) La struttura di questo paese e' molto interessante con i suoi stretti passaggi e questi 'archetti' che sembra non servino a nulla ma magari son antichi contrafforti. Spero che vengano riscoperte le 'attivita' magiche' locali e che unite alla buona e sana cucina e al bel paesaggio ... possano attirare tanti turisti ;o) Molto interessante si' :oD
RispondiElimina@ ZeN: E' già un motivo che attira i turisti, al di là delle "streghe", merita comunque una visita. :o)
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