mercoledì 7 gennaio 2015

Ville palladiane - Villa Saraceno, Thiene, Trissino, Valmarana (Lisiera), Valmarana (Vigardolo), Piovene, Badoer, Barbaro





Villa Thiene, a Quinto Vicentino, fu costruita dal Palladio nel 1542, ampiamente rimaneggiata prima del 1740. Su progetto di Giulio Romano, è stata modificata dal Palladio. In origine era ricoperta da intonaco, oggi è in mattoni a vista.


Villa Saraceno, oggi della Fondazione The Landmark Trust, è stata progettata nel 1548 circa. Situata a Finale di Agugliaro (Vicenza), il Palladio qui è intervenuto sul corpo padronale e su una corte agricola preesistente. La barchessa è dell'Ottocento, altri edifici del Quattrocento. La villa è di straordinaria semplicità, in mattoni e intonaco, ogni elemento decorativo è bandito. E' il disegno dell'architettura a dare magnificenza all'edificio, derivando i propri elementi dal tempio romano antico. Il piano nobile è sollevato da terra e poggia su un podio dove sono situate le cantine, la loggia è coronata da un timpano triangolare. Gli intonaci interni e l'inizio della decorazione risalgono al 1578 circa.



Le barchesse di Villa Trissino risalgono al 1567, è l'unica parte superstite di una villa del Palladio a Meledo di Sarego (Vicenza). Il complesso è in pessimo stato di conservazione. Le barchesse hanno colonne tuscaniche, la torre colombara ha camini ed è affrescata con grottesche.


Villa Valmarana, a Lisiera di Bolzano Vicentino, fu progettata dal Palladio nel 1563 circa, è stata realizzata solo parzialmente, in buona parte l'edificio è stato ricostruito dopo le distruzioni della II guerra mondiale. La villa oggi è molto diversa da quella progettata dal Palladio.


Villa Valmarana a Vigardolo di Monticello Conte Otto (Vicenza) risale al 1542, fra le prime opere autonome dell'architetto. E' una piccola villa originariamente completamente affrescata.


A Villa Piovene, a Lugo di Vicenza, si ipotizza un intervento del Palladio nel 1539, con altri interventi successivi.


Villa Badoer detta La Badoera, a Fratta Polesine (Rovigo) fu progettata nel 1554 e costruita nel 1556-63. E' la prima villa in cui l'architetto usa un pronao con frontone in facciata nonchè l'unica in territorio polesano. Le sale del piano nobile sono finemente decorate a grottesche di bellissima invenzione, di Giallo Fiorentino. La barchessa settentrionale ospita il Museo Archeologico Nazionale di Fratta Polesine. La villa doveva essere funzionale per la conduzione dei campi e segno visibile della presenza dei Badoer sul territorio. Il maestoso corpo dominicale è collegato alle due barchesse piegate a semicerchio che schermano le stalle e altri annessi agricoli. La villa sorge su un alto basamento  con una scenografica scalinata a più rampe, le elegantissime barchesse curvilinee sono le uniche concretamente realizzate dal Palladio, la loggia mostra un elegante ordine ionico. Nel piano seminterrato sono situati gli ambienti di servizio, il piano nobile è per l'abitazione del padrone e il sottotetto adibito a granaio. All'interno, pareti affrescate con varie tematiche, grottesche, nicchie, festoni di squisita finezza. Villa Badoer è inserita in un contesto di borgata, successivamente ha influenzato lo sviluppo del paese costituendone il fulcro e il punto di aggregazione.


Villa Barbaro o Villa Barbaro Basadonna Manin Giacomelli Volpi, a Maser (Treviso), fu costruita dal Palladio tra il 1554 e il 1560 trasformando il vecchio palazzo medievale della famiglia in una splendida abitazione di campagna consona allo studio delle arti e alla contemplazione intelletuale, decorata con un ciclo di affreschi che rappresenta uno dei capolavori di Paolo Veronese. Il complesso comprende anche un tempietto palladiano. La villa sorge a mezza costa sui colli asolani. I committenti furono l'umanista Daniele Barbaro e suo fratello Marcantonio Barbaro, ambasciatore della Repubblica di Venezia. La personalità dei committenti influenzò il progetto, la villa doveva avere un significato sacrale. Il disegno del ninfeo si deve a Marcantonio, fine intenditore d'architettura. Andata in rovina dopo il 1838, la villa fu acquistata dall'industriale Sante Giacomelli che la restaurò. Dal 1934 è della famiglia Volpi, attualmente abitata, e produce vino Doc col nome della villa. Per la prima volta la casa dominicale e le barchesse sono allineate in un'unità compatta. La realizzazione è frutto di un'interazione fra l'architetto e una committenza d'eccezione, Daniele Barbaro è mentore di Palladio. Evidente che, piuttosto che alle venete ville-fattoria, Villa Barbaro è ispirata alle grandi residenze romane. Dalla villa scende un'ampia scalinata con semplici giardini che continuano in un'esedra con la fontana di Nettuno. Sul retro si apre il giardino segreto ornato da una peschiera e dall'esedra del ninfeo che ricorda la struttura di un tempio con stucchi e statue inserite in nicchie. Fulcro delle stanze di rappresentanza è la Sala a crociera, poi la Stanza di Bacco, il Tribunale d'Amore, la Stanza dell'Olimpo. Il pittore Paolo Veronese ha realizzato nella villa quello che è considerato uno dei più straordinari cicli di affreschi del Cinquecento veneto. Nella Sala a crociera realizza una complessa finta architettura con colonne, bassorilievi e nicchie con suonatrici, finte porte, personaggi vari e ampi balconi con paesaggi. Nella Sala dell'Olimpo si trovano numerose divinità olimpiche (Afrodite, Ermes, Artemide, Zeus, Ares e Apollo) con i corrispondenti segni zodiacali, le forze che regolano la vita dell'uomo (amore, fedeltà, abbondanza e fortuna), le quattro figure simbolo degli elementi (Era rappresenta l'Aria, Efesto il Fuoco, Rea o Cibele le Terra e Poseidone l'Acqua). Sui finti loggioni appaiono invece personaggi reali (gli abitanti della villa e la famiglia). Ai piedi della villa Palladio realizzò un raffinato tempietto, cappella gentilizia e chiesa parrocchiale per il borgo di Maser. Con il Teatro Olimpico è l'ultima opera del Palladio. Uno degli annessi ospita una collezione di circa 30 veicoli del XIX e XX secolo.

    
Tutte le foto sono di wikipedia.org


2 commenti:

  1. Il mio adorato Palladio!!! Colui che ha 'cucito' le ville addosso ai proprietari, adattandole elegantemente alle loro esigenze. Villa Malinverni vista l'altra volta e Villa Barbaro sono indubbiamente quelle piu' amate e ben conservate perche' abitate dai rispettivi proprietari che ne hanno rispettato lo stile e non hanno apportato modifiche. Comunque lo stile di quest'architetto e' talmente sublime che ogni 'aggiustamento' a posteriori le ha sempre peggiorate. Belle tutte ... anche quelle meno fortunate perche' abbandonate :o(

    RispondiElimina
  2. @ ZeN: Trovo utile pubblicarle a gruppi, in questo modo si possono fare i confronti e sapere in che stato sono. Peccato che i video sono pochini ... :o/

    RispondiElimina