El Greco - Dominikos Theotokòpulos (1541-1614)

Pittore spagnolo di origine cretese, nel 1560 si recò a Venezia dove lavorò nella bottega di Tiziano. Le sue prime opere mostrano il suo lento affrancarsi dalla figurazione bizantina seguendo la lezione tizianesca, di Bassano e soprattutto del Tintoretto. Iniziano a delinearsi le caratteristiche più salienti della sua arte: le forme allungate, le luci e i colori lividi. Nel 1570 andò a Roma dove conobbe gli affreschi di Michelangelo che non apprezzò affatto. Nel 1576 si stabilì definitivamente in Spagna, a Toledo, il vero centro culturale del Paese all'epoca. Lo stretto contatto con gli ambienti letterari e religiosi lo portarono a maturare una pittura passionale e tormentata che doveva essere, a distanza di secoli, esemplare per cubisti e surrealisti. Colori dissonanti, figure deformate in linearismi spirituali, luci livide e accecanti, spazi stravolti e lontanissimi da qualsiasi prospettiva creano una pittura dal carattere allucinato della mistica spagnola del tempo. Nel celeberrimo Entierro del conde d'Orgaz (Seppellimento del conte di Orgaz, 1586-88, a Toledo, S. Tomé), considerata il capolavoro in assoluto della pittura manierista, la divisione fra scena celeste e scena terrena è netta, visione sovrannaturale opposta all'intenso realismo della serie dei volti. Tra il 1596 e il 1600 eseguì una serie di pale d'altare in cui El Greco portò all'estremo il verticalismo esagerato delle figure. Intorno al 1610 creò una serie di opere che nulla più hanno di reale: le figure sono ormai fiamme che si stagliano contro fondi e paesaggi metafisici. Negli ultimi anni forme irreali si dissolvono nella luce e diventano ombre prive di peso, sospese in un vuoto assoluto.