Dallo spagnolo "piedra de la ijada", pietra del fianco, per la credenza popolare che la pietra avesse vitù taumaturgiche nei confronti di lombaggini e malattie renali.
Il nome indica due minerali differenti per caratteristiche strutturali ma simili nell'aspetto superficiale, la nefrite e la giadeite. La Cina vanta le maggiori tradizioni di lavorazione della giada, altri centri importanti furono la Nuova Zelanda, l'Australia e soprattutto il Messico precolombiano, dove la lavorazione, per lo più limitata alla giadeite, raggiunse altissimi livelli nell'elaborazione di forme naturalistiche.
Le giade cinesi derivano da prototipi della complessa tradizione siberiana alla quale è connessa l'arte animalistica delle steppe. La giada giunse anticamente in Cina dai giacimenti nei territori attorno al lago Baikal e dalle fonti centro-asiatiche di Yarkand e Khotan. Oggetti di giada sono presenti negli arredi funebri dei Chou come simboli cosmici del cielo e della terra, oltre a forme di armi rituali, amuleti e vari oggetti ritenuti insegne di dignità e autorità. Questo repertorio si arricchì durante i secoli comprendendo pendagli, ornamenti, scettri, impugnature di spade, guarnizioni e ornamenti vari, soprattutto fibbie, fino a piccole forme di pesci e di cicale, che venivano poste rispettivamente sugli occhi e sulla lingua del defunto e facevano parte della serie di giade destinate a occultare tutti gli orifizi del cadavere. Nel 1968 furono scoperti a Man-ch'eng (Hopei) due cadaveri interamente rivestiti di giada (il principe Liu Cheng e la sua sposa Teu Wan), in due tombe del II secolo a.C.
Il sudario della principessa è composto da 2156 placche di giada congiunte da un filo d'oro, mentre quello del principe consta in 2690 pezzi.
Evolutasi nel corso dei secoli, la lavorazione della giada in Cina è divenuta una raffinata forma di artigianato i cui prodotti (soprattutto immagini del buddhismo e del taoismo) ebbero il loro secolo aureo nel Settecento. Ancor oggi gli oggetti di giada sono molto diffusi, centri di lavorazione sono sparsi un pò dovunque in Cina, dove la giada viene trattata in una trentina di varietà con le quali vengono eseguiti diversi oggetti ornamentali.
E' una pietra che giudico molto bella anche se non e' la mia preferita. La associo immediatamente all'oriente e alla loro bravura nel lavorarla. :oD
RispondiElimina@ ZeN: Mi piace la giada, non sempre gli oggetti fatti con essa ... la trovo una pietra "calda", rassicurante ... :o)
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