giovedì 10 luglio 2014

Bhutan




Un regno che considera la felicità un diritto. Fra l'India e il Tibet, sull'Himalaya, arrivare in Bhutan è un pò complicato e costoso. Ma ne vale la pena.
Prima del 1974 nessun turista aveva mai messo piede in questo Paese, l'ultimo regno himalayano.
La maggior parte della gente indossa gli abiti tipici, quello femminile si chiama kira, quello maschile gho. I più belli si trovano nella cittadina di Lhuentse, una lunga veste ornata da fibbie e cinture d'argento.
Un pò ovunque sorgono gli dzong, centri religiosi e amministrativi simili ad antichi castelli. Il più bello è il Ripung Dzong di Paro, del XVII secolo, con pareti di pietra e legno. Il Chimi Lakhang (tra Punakha e Wangdi) è un tempio della fertilità.
La gente è ospitale, ci si sente come a casa propria, circondati da autentici arredi bhutanesi si assaggia la piccante cucina locale e si fa il bagno dotsho, il tradizionale bagno con pietre roventi.
Il più famoso e scenografico monastero buddhista del Paese è il Taktshang Monastery o Tiger's Nest, sulla valle del Paro. Dopo due ore di salita su un ripido sentiero tra i boschi, piccoli templi e moltissime bandierina di preghiera, si arriva allo spettacolare complesso.
Alla galleria Buddha Handicraft di Paro si trovano le maschere di legno usate nelle danze tradizionali e gli elaborati thangka, dipinti religiosi su tessuto. Nel National Textile Museum di Thimphu sono ospitate le meravigliose stoffe realizzate a mano dalle donne bhutanesi. Manufatti di bambù, sculture in argilla, qualche pezzo di antiquariato e il temibile peperoncino locale si possono trovare al mercato settimanale del sabato.
Ricco di folclore, il Bhutan ha vari festival come le processioni dei monaci a Thimpu e Paro a ottobre, i balli mascherati e le celebrazioni per il Guru Rinpoche. In estate c'è l'Haa Summer Festival, nella valle di Haa, per scoprire la vita delle tribù nomadi e ammirare il raro papavero blu, il fiore nazionale che cresce solo qui.

In Bhutan si entra esclusivamente con un viaggio organizzato, servono passaporto e visto che viene dato solo se prenoti un viaggio con i seguenti costi: per gruppi di 3 o più persone, 200 dollari a testa (in gennaio, febbraio, giugno, luglio, agosto e dicembre), 250 dollari a marzo, aprile, maggio, settembre, ottobre e novembre. I viaggiatori singoli pagano 40 dollari in più al giorno, in coppia 30. Il prezzo include i pernottamenti in hotel a 3 stelle (supplemento per quelli più lussuosi), i pasti, una guida turistica locale per tutto il soggiorno, i trasporti interni, le attrezzature da campeggio e le tasse interne e 65 dollari che vanno al governo.

Tiger's Nest
 

4 commenti:

  1. fossi in loro non lo pubblicizzerei molto. qualsiasi luogo abbia raggiunto l'uomo è stata l'apocalisse o quasi. mi ha incantato.veramente. sono meraviglie dove andrei a camminare e riposarmi. a mettermi in pace con il mondo.

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  2. Quoto Laraz! ... e gia' sul video si sono viste persone scendere il fiume col gommone :o( Rispetto, serve il rispetto!!! Il turista deve rispettare natura e luoghi che visita!- Voi anna' a fa' lo scemo sur gommone??? Vacce a casa tua! Qua disturbi i pesci! - Nel vedere il video ho pensato al Tibet ... :o( Il Tiger's Nest? Molto bello ... ehm vertigini a parte.

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  3. @ Laraz: Credo che, per raggiungere la pace col mondo, bisogna trovarla prima in se stessi. I luoghi aiutano, indubbiamente, trasmettono la loro pace e bellezza, ma non c'è nulla che possa veramente cambiare se non riusciamo a farlo in noi stessi ... O.o

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  4. @ ZeN: Immaginavo che il Tiger's Nest ti facesse quell'effetto... XD
    Eh...certo che è il Bhutan che permette il rafting e altre attività ludiche tipicamente occidentali. E le fa pagare care! O.O

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