Basilica Santuario della Madonna di Monte Berico
La Basilica Santuario della Madonna di Monte Berico è stata realizzata in due tempi, prima nel 1428 e poi nel 1703. E' costituita da due chiese, una in stile gotico e l'altra in stile classico e barocco (basilica).
La Cattedrale di Santa Maria Annunciata è stata eretta in più fasi, cupola e portale settentrionale sono del Palladio. Costruita nel 1558-1559, la sua cupola è del 1564-66.
La Chiesa Tempio di Santa Corona, del Duecento, conserva una delle spine della corona del Cristo. E' una delle più antiche e importanti chiese della città. Vi è collocata la Cappella Valmarana progettata dal Palladio, che fu sepolto nella stessa chiesa. Numerose le opere d'arte. I chiostri dell'ex convento dei Domenicani sono sede del Museo naturalistico archeologico civico.
La Chiesa di San Vincenzo è uno storico luogo di culto, ha subìto ampliamenti dalla fine del XIV alla prima metà del XVIII secolo. Inserita nel Palazzo del Monte di Pietà, la sua facciata è del 1614-17, con logge in stile corinzio e composito. La chiesa antica è del 1387, con un pregevole altare maggiore rococò e l'altare della Pietà, capolavoro marmoreo di Orazio Marinali (1689).
La Chiesa di Santa Maria Nova, ex chiesa della fine del Cinquecento, è attrinuita al Palladio (1578). E' l'unica architettura religiosa progettata dall'architetto, inserita nei Patrimoni dell'Umanità UNESCO.
La Chiesa di San Giorgio in Gogna è una delle più antiche, sicuramente anteriore all'anno Mille. E' situata alle pendici del Monte Berico e ha la facciata romanica.
L'Oratorio delle Zitelle è del XVII secolo, raro esempio di edificio sacro a pianta ottagonale. Ospita un importante ciclo di dipinti sei-settecenteschi. Lo spazio interno è riccamente decorato.
Piazza dei Signori
Le principali architetture militari risalgono al periodo scaligero (fine Trecento), con varie porte.
Piazza dei Signori è la piazza principale della città (Foro romano), si collocano qui la Torre Bissara e il Palazzo del Monte di Pietà.
In Piazza delle Erbe si trova una torre duecentesca (Torre del Girone o del Tormento, ex prigione e luogo di tortura).
Fra le aree verdi, Campo Marzio, i Giardini Salvi, Parco Querini, Parco del Retrone, Oasi Naturalistica degli stagni di Casale "Alberto Carla".
Parco Querini
Fra i musei, Pinacoteca Civica di Palazzo Chiericati (collezione di pittura e scultura, gabinetto dei disegni e delle stampe, gabinetto numismatico; fra i pittori e scultori: Cima da Conegliano, Tintoretto, Van Dyck, Tiepolo, Carrà, De Pisis, Ottone Rosai, Picasso, Manet, Pissarro, Medardo Rosso e Canaletto); Palladium Museo, al Palazzo Barbaran da Porto, Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio (tutto sul Palladio, modelli lignei, calchi, modelli computerizzati animati e multimedia); Museo di Palazzo Thiene, presso l'omonimo palazzo, sede della Banca Popolare di Vicenza (pinacoteca con dipinti dal XV al XIX secolo, 300 incisioni settecentesche, ceramica e scultura); Museo Diocesano, nei saloni del Palazzo Vescovile (testimonianze cristiane risalenti all'epoca romana, collezioni di oreficeria sacra, pittura, arte religiosa ed etnografica).
La gastronomia vicentina annovera vari rinomati piatti, come il risotto con i bruscandoli (germogli di luppolo), i risi e bisi, la pasta e fagioli alla vicentina (che usa tagliatelle all'uovo), la panà (zuppa di pane raffermo e brodo di pollo), i bigoi co' l'arna (grossi spaghetti di grano tenero conditi con ragù di anatra, propri di Thiene).
Fra i secondi, l'eccelso baccalà alla vicentina, è uno stoccafisso servito con polenta, ricetta del XVI secolo.
Prodotti tipici la soppressa vicentina (grosso salamr Dop) e il formaggio Asiago (fresco o stagionato). Presidio tutelato Slow Food è l'oca in onto (o oco in pignatto), una particolare conserva ricavata utilizzando tutte le parti del volatile che serviva per conservare per molti mesi la carne di oca.
Dolce molto rustico, la putana (farina di mais e fichi, strutto, mele, uva, noci e zucchero).
"Veneziani gran signori, Padovani gran dottori, Vicentini magnagati, Veronesi tutti matti"
Gli abitanti di Vicenza vengono scherzosamente chiamati "magnagati". Questo termine potrebbe derivare dalla peste del 1630, quando a Vicenza si allevavano i gatti per la lotta contro i topi, per attenuare l'epidemia. Questa cosa fu comunicata alla Serenissima che la girò ad altre città venete che la imitarono. Quando terminò la pestilenza è verosimile che la popolazione affamata di tutte le città mangiasse gatti. Vicenza, avendo iniziato per prima ad allevare gatti, rimase in testa alla classifica con l'attributo di "magnagati".
La gastronomia vicentina annovera vari rinomati piatti, come il risotto con i bruscandoli (germogli di luppolo), i risi e bisi, la pasta e fagioli alla vicentina (che usa tagliatelle all'uovo), la panà (zuppa di pane raffermo e brodo di pollo), i bigoi co' l'arna (grossi spaghetti di grano tenero conditi con ragù di anatra, propri di Thiene).
Fra i secondi, l'eccelso baccalà alla vicentina, è uno stoccafisso servito con polenta, ricetta del XVI secolo.
Prodotti tipici la soppressa vicentina (grosso salamr Dop) e il formaggio Asiago (fresco o stagionato). Presidio tutelato Slow Food è l'oca in onto (o oco in pignatto), una particolare conserva ricavata utilizzando tutte le parti del volatile che serviva per conservare per molti mesi la carne di oca.
Dolce molto rustico, la putana (farina di mais e fichi, strutto, mele, uva, noci e zucchero).
"Veneziani gran signori, Padovani gran dottori, Vicentini magnagati, Veronesi tutti matti"
Gli abitanti di Vicenza vengono scherzosamente chiamati "magnagati". Questo termine potrebbe derivare dalla peste del 1630, quando a Vicenza si allevavano i gatti per la lotta contro i topi, per attenuare l'epidemia. Questa cosa fu comunicata alla Serenissima che la girò ad altre città venete che la imitarono. Quando terminò la pestilenza è verosimile che la popolazione affamata di tutte le città mangiasse gatti. Vicenza, avendo iniziato per prima ad allevare gatti, rimase in testa alla classifica con l'attributo di "magnagati".
Ad esser sinceri ... mi piace proprio Vicenza :o) Mi piace la sua architettura, soprattutto quella del Palladio che ben si integra con tutto il resto :o) Mi ha incantato Parco Querini ehehe ... gli animali sembrano felici! Tartarughe al sole e gare di pesca a go go ... dal piu' piccino al piu' grandino :o))) Il baccala' alla vicentina non l'ho mai assagiato :o(
RispondiElimina@ ZeN: Ehehehe, il baccalà alla vicentina era uno dei 4 piatti che faceva mia madre...ha bisogno assolutamente di un baccalà di prima qualità altrimenti perde la sua "anima". La qualità "Ragno" era quella scelta da mia madre, ma se lo portava dal Veneto. Non mi risulta sia reperibile in Toscana. Ho provato col baccalà di qui, ma non "gli lega le scarpe"... :o(
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