Città di circa 180.000 abitanti, per molti secoli Modena è stata capitale del Ducato degli Este. Il Duomo, la Torre Civica e Piazza Grande sono inseriti nella lista dei siti italiani Patrimonio dell'Umanità UNESCO.
Insediamento etrusco, poi gallico, nel 183 a.C. colonia romana, fu abbandonata fra il V e il VII secolo a causa delle numerose inondazioni del fiume Secchia e del Panaro, gli abitanti si rifugiarono a Cittanova. Si ripopolò intorno alla sede vescovile cinta da mura nell'891, sottostò ai vescovi fino al 1135 e nel 1288 si consegnò agli Estensi di Ferrara, ma diventò città estense dopo il 1598, quando divenne capitale del Ducato. Nonostante le ripetute occupazioni di eserciti stranieri (francesi e austriaci) resisterà fino all'unificazione dell'Italia. Fra fine Ottocento e inizio Novecento l'Emilia (e Modena in particolare) furono baluardi socialisti e comunisti. Scontratasi col fascismo, dopo il 1943 la città e i suoi comuni sopportarono distruzioni, massacri, saccheggi e umiliazioni da parte degli occupanti tedeschi e della milizia fascista. Nel biennio 1946-48 alcune brigate di ex partigiani comunisti (Gruppi d'azione partigiana, GAP) eseguirono delle uccisioni come rappresaglia contro chi veniva ritenuto compromesso col regime fascista. Nel dopoguerra ci fu un boom economico con l'affermarsi di piccole industrie dai prodotti unici al mondo, come Ferrari, Maserati e Panini, o i poli ceramici di Sassuolo, tessili di Carpi e biomedici di Mirandola, e alla valorizzazione dei prodotti tipici regionali.
Il Duomo di Modena (Cattedrale Metropolitana di Santa Maria Assunta e San Geminiano) è un capolavoro dello stile romanico, edificato dall'architetto Lanfranco nel sito del sepolcro di San Geminiano, patrono della città. Nella cripta si trovano le sue reliquie. Il Duomo è Patrimonio dell'Umanità UNESCO, fondato nel 1099, lo scultore Wiligelmo lavorò alla sua decorazione scultorea e alla facciata. Per la costruzione vennero usati in parte materiali ricavati dai ruderi di edifici di epoca romana e da una necropoli ricca di pietre e marmi rinvenuta poco lontano. I lavori di costruzione si conclusero nel XII secolo ad opera di Campionesi subentrati a Lanfranco e Wiligelmo dal 1167. Erano maestranze campionesi provenienti dal nord della Lombardia, da Campione d'Italia. Nel XV secolo vi furono importanti interventi, poi nel XVIII, a fine Ottocento, nel 1936 e nel 1944. Le sculture del Duomo costituiscono la più importante testimonianza dell'arte scultorea monumentale in Italia, coi suoi simboli e le sue decorazioni scultoree consentiva ai poveri e agli analfabeti di ricevere un'istruzione religiosa, per questo è stata definita (come altre cattedrali romaniche) "La Bibbia in Pietra" o "La Bibbia dei Poveri". Da citare la Porta dei Principi, opera di uno scultore della scuola wiligelmica, ricostruita dopo un bombardamento nel 1944, e la Porta delle Pescheria, destinata all'entrata del popolo (1110-20). Anselmo e i Campionesi, tra il XII e il XIV secolo, eseguirono il rosone, l'ambone e il pontile aggettante sorretto da colonne. La cripta (1099-20) è una vera chiesa sotterranea rimasta inalterata eccetto la parte con il sepolcro di San Geminiano, del 1700. La Torre Ghirlandina è alta 86,12 mt, è il vero simbolo di Modena, Patrimonio dell'Umanità UNESCO. Fu innalzata entro il 1179 e poi rialzata nei due secoli successivi, con la punta ottagonale. Degni di nota i capitelli della Stanza del Torresani, al quinto piano.
La Chiesa di San Bartolomeo è una delle più grandi del modenese, costruita dai Gesuiti nel 1607 e terminata nel 1629. Il grandioso affresco che ricopre l'intera volta a botte è di padre Giuseppe Barbieri. Numerose tele arricchiscono l'edificio. Di straordinaria bellezza il maestoso altare in marmo (1620) e le due cantorie gemelle (una del XVII secolo, l'altra del 1902). Questo edificio è un gioiello dell'arte barocca grazie al complesso degli affreschi, all'altare, degli stucchi e degli arredi.
Il Palazzo Ducale era sede della Corte Estense dal Seicento all'Ottocento, ospita la prestigiosa Accademia Militare di Modena. Fu iniziato nel 1634 con interventi di Bernini e Borromini. All'interno l'elegante Cortile d'Onore, il suggestivo Scalone d'Onore, il Salone Centrale con il soffitto affrescato nel Settecento e il Salottino d'Oro del Settecento (gabinetto di lavoro del duca Francesco III che nel 1756 lo fece rivestire e decorare in oro zecchino).
Il Palazzo Comunale, sede del Comune, è Patrimonio dell'Umanità UNESCO. E' il risultato di una ristrutturazione settecentesca di numerose costruzioni. La Sala del Fuoco ha una serie di dipinti di Nicolò dell'Abate (1546), in questa sala era sempre acceso un braciere dal quale il popolo poteva prelevarne le braci per attivare il proprio fuoco domestico, un servizio pubblico molto apprezzato. Nel Camerino dei Confirmati è custodito uno dei simboli della città: la Secchia Rapita, un secchio di legno che ricorda ai Modenesi la gloriosa vittoria ottenuta contro i Bolognesi nel 1325. Secondo un'antica cronaca la secchia fu sottratta da un pozzo bolognese e portata in città come trofeo. Questo episodio ha ispirato il poema di Alessandro Tassoni "La secchia rapita".
Il Teatro Comunale Luciano Pavarotti è il principale teatro lirico modenese, in stile neoclassico (1838-41).
Il Mercato Albinelli è stato inaugurato nel 1931, è un mercato coperto voluto per disincentivare il commercio ambulante stabilizzandolo in apposite strutture in ambiente igienico, con banchi di marmo per i pescivendoli, acqua corrente per ogni postazione e un pavimento facile da lavare.
Il Foro Boario è un edificio di notevole interesse, costruzione unica di architettura ducale per dimensioni, tipologia e collocazione. E' un lunghissimo edificio di 250 mt perfettamente bifronte, il corpo centrale (45 mt), un orologio e una panoplia di Luigi Righi. Fu costruito nella prima metà dell'Ottocento dall'architetto Francesco Vandelli. Inizialmente era destinato al mercato bovino e come magazzini agricoli, poi fu caserma. Oggi ospita la biblioteca della Facoltà ed esposizioni temporanee.
Fra i musei, raccolti presso il Palazzo dei Musei (Museo Civico d'Arte, Museo Civico del Risorgimento, Museo Lapidario Estense, Gipsoteca Graziosi, Museo Archeologico Etnologico, Biblioteca Estense e Galleria Estense); Museo del Duomo (col Lapidario); Museo Casa Enzo Ferrari; Museo della Figurina (500.000 esemplari di figurine della collezione di Giuseppe Panini); l'Orto Botanico (del 1758, con il complesso architettonico delle Serre Ducali e il Museo-laboratorio).
La base della cucina modenese poggia sul formaggio e soprattutto sul maiale (Parmigiano Reggiano e Prosciutto di Modena). Fra i salumi, la coppa di Tessa, i salami e i ciccioli. Due piatti tipici sono lo zampone e il cotechino. Lo strutto serve per il tipico gnocco fritto. Dell'Appennino è la crescentina cotta sulla pietra con formaggio, salumi e pesto modenese (lardo con rosmarino e aglio). Conteso con Bologna il tortellino (maiale, prosciutto e Parmigiano Reggiano). La provincia di Modena è famosa per l'aceto balsamico tradizionale e il vino Lambrusco. L'aceto balsamico si ottiene con uve locali, in particolare il Trebbiano di Spilamberto, con una sapiente lavorazione. Esistono due tipi di aceto balsamico: il più pregiato e costoso è l'"aceto balsamico tradizionale di Modena", invecchiato anche più di 25 anni; l'altro è l'"aceto balsamico di Modena", una mistura di aceto di vino e mosto cotto prodotto industrialmente, meno costoso.
In quanto al Lambrusco, il Lambrusco di Sorbara (prodotto in pianura) è più delicato e profuma di violetta; il Lambrusco Grasparossa di Catelvetro (prodotto in collina) ha una gradazione più alta e una caratteristica schiuma rossa. Il lambrusco è un vino da pasto che va bevuto rapidamente, non è un vino d'annata, dà il meglio di sè a un anno dall'imbottigliamento, il novello è l'ideale per i brindisi e le feste. Il Lambrusco Salamino di Santa Croce ha un sapore più armonioso e lievemente tannico. Questo vino soffre particolarmente il trasporto. Fra i liquori, il Sassolino e il Nocino. Il primo è tipico della zona di Sassuolo e ha un intenso sapore di anice, il Nocino è un infuso in alcool dei malli verdi delle noci (con marchio di tutela). Fra i dolci, il bensone (pane dolce decorato con grani di zucchero che si intinge nel vino); l'amaretto (un dolce morbido, con trito di mandorle e zucchero); la celebre torta Barozzi, in onore di Jacopo Barozzi detto il Vignola (ricetta segreta e marchio registrato).
Partiamo subito con le opere d'arte culinarie come ad esempio la movida del cotechino ... che io adoro ... :oP e ora a pancia piena ... passiamo in rassegna tutto il resto! L'architettura del Duomo e' la mia preferita, e qua il romanico e' espresso in modo sublime. I Palazzi Comunale e Ducale sono tenuti benissimo e rappresentano egregiamente l'energia e la precisione del modenese. Tantissimi prodotti e manufatti d'eccellenza provengono da questa terra nonche' la grande passione per i motori e per l'estetica automobilistica .. grandi ingegneri e grandi marchi rappresentati! Bravi tutti! .
RispondiElimina@ ZeN: Hanno l'eccellenza e l'unicità di avere sul territorio marchi prestigiosi a livello mondiale nel settore automobilistico, sì. :o)
RispondiEliminaBella città, a misura d'uomo, piena di scorci affascinanti. Il cotechino e lo zampone (concordo con loro) non è esclusivo dei mesi invernali. Non dico sia opportuno mangiarlo in agosto, ma consideriamolo pure paragonato ai vari salumi, che ha di diverso? Il salame, per esempio, credo abbia la stessa (se non di più) percentuale di grassi. ;o)