La xilografia

Escher - Pozzanghera, 1952

Foto: kainos.it

Le xilografia è una tecnica di incisione che ricava immagini mediante uno stampo in legno, con disegno in rilievo, colorato o inchiostrato, premuto su una superficie in tessuto, cuoio o carta. 

In Cina questo procedimento su carta iniziò dal VI-VII secolo, in Occidente si diffuse come derivazione dell'oreficeria e della decorazione a stampo di stoffe, nella seconda metò del Trecento, con la produzione di carta di lino. 

Le più antiche xilografie occidentali risalgono ai primi decenni del XV secolo, provengono dalle regioni mercantili del Reno, dove già esisteva una lunga tradizione dell'intaglio del legno. La xilografia raggiunse un certo livello quando iniziò la divisione del lavoro tra l'ideatore, l'esecutore della matrice e lo stampatore. Questa fase richiamò l'interesse degli artisti, i quali però si limitarono al solo disegno (Durer, Tiziano).

Nei secoli successivi si abbandonò la xilografia su legno, preferndo l'incisione su metallo. 

Nel Cinquecento, in Italia, si ottennero effetti di chiaroscuro ottenuti con la sovrapposizione di più matrici lignee. La xilografia fu molto usata nel libro stampato dove, nella stessa matrice lignea, erano incisi a rilievo l'illustrazione e il testo. Nel 1499 Aldo Manuzio stampò la bellissima "Hypnerotomachia Poliphili", di Francesco Colonna, usando un'associazione tra matrice lignea e caratteri mobili metallici. L'illustrazione xilografica venne realizzata a parte, poi impaginata insieme al testo tipografico. Nella seconda metà dell'Ottocento, con la diffusione delle stampe giapponesi, la xilografia "originale" fu rivalutata e fu prediletta anche dagli espressionisti (Gauguin, Vallotton, Munch, Beardsley).