giovedì 24 maggio 2012

Mondi spezzati

Foto: capubianco.wordpress.com


Separazioni e divorzi in Europa. Nel 2009 ci sono state, in Italia, quasi 86.000 separazioni e 54.000 divorzi. La durata media di un matrimonio è di 15 anni. Ci si separa soprattutto per problemi di relazione, segue l'infedeltà e la tristezza. La maggior parte delle volte è la donna a chiedere la separazione. 
Con la separazione cessa la comunione legale dei beni, non ci sono più obblighi di fedeltà nè di coabitazione, ma resta il dovere di contribuire nell'interesse della famiglia, di mantenere il coniuge più debole e mantenere, educare e istruire i figli. E' sempre possibile riconciliarsi, la separazione di fatto, cioè quando i coniugi vivono separati ma senza la pronuncia di un Tribunale, non ha effetti giuridici nè valore ai fini del divorzio.
La stragrande maggioranza sceglie la separazione consensuale che necessita di un accordo fra i coniugi su tutte le questioni: diritti patrimoniali, assegnazione della casa coniugale, mantenimento del coniuge, diritto di visita e mantenimento dei figli. In caso contrario la separazione diventa giudiziale. 
In quasi tutti i Tribunali i coniugi possono consegnare il ricorso per iniziare la procedura anche senza l'assistenza di un avvocato, presentandosi insieme.
In caso di separazione giudiziale uno dei coniugi può chiedere l'addebito all'altro della "colpa", per esempio per inadempimento degli obblighi coniugali come la fedeltà, la coabitazione, la cura dei figli, e che questa violazione abbia provocato la cessazione del rapporto. Se il giudice riconosce l'addebito, il coniuge colpevole non ha diritto all'assegno di mantenimento e perde la maggior parte dei diritti successori, ma può aver diritto solo a un assegno di alimenti in caso di effettivo bisogno. La separazione giudiziale può essere, in qualsiasi momento, trasformata in separazione consensuale in corso di causa, ma la consensuale non può trasformarsi in giudiziale. 
Le difficoltà maggiori sono i costi, i problemi nel far eseguire quanto disposto dal giudice, la mancanza di informazioni e le lungaggini. Tra i lati positivi, la libertà di essere sè stessi (più per le donne che per gli uomini), l'inizio di una nuova vita, la mancanza di discussioni (più per gli uomini che per le donne). 
Per poter chiedere il divorzio la coppia deve essere separata da almeno tre anni, c'è un disegno di legge che vuole ridurre l'attesa a un anno e a due in caso di figli minori. Dopo il divorzio l'ex moglie perde il cognome del marito ed entrambi possono risposarsi. In caso di divorzio giudiziale i tempi della procedura sono molto più lunghi rispetto a quello congiunto: in media 42 mesi contro 10.
In Europa i tempi sono diversi. In Germania le procedure per il divorzio si completano dopo un anno dalla separazione di fatto; in Francia, dopo la separazione certificata da un notaio, se consensuale, dai 3 ai 6 mesi; nel Regno Unito, con la separazione consensuale, dopo 6 mesi dalla richiesta; in Svezia, dopo una semplice dichiarazione al Comune, scatta immediatamente; in Spagna ci vogliono dai 3 ai 6 mesi dalla richiesta; in Portogallo, se la separazione è consensuale, dal giorno successivo alle nozze; in Belgio dopo due settimane dal matrimonio.
La separazione consensuale costa in media 1500 euro, quella giudiziale 4000. Il divorzio consensuale costa in media 1000 euro, quello giudiziale 3400. 

>o<

Sarà anche, ma io, fra separazione e divorzio consensuali, ho speso il doppio. Nessun avvocato ha mai voluto informarmi della spesa. Spero che le loro mogli gli tolgano anche le mutande. :o)))
 

2 commenti:

  1. L'eta' mi ha fatto diventare piu' drastica e quindi per me la ricetta giusta e' quella a seguire.
    Obbligo di stipula del contratto prematrimoniale 'all'americana' includendo anche gli accordi in caso di nascita di figli e di eventuali separazioni.
    Divorzio immediato a richiesta di una delle parti.
    Forse adesso mi si chiedera' *ma parlare di soldi e di divisoni prima del matrimonio non uccide l'amore?* Risposta: No anzi l'aiuta :o) perche' i partecipanti 'al gioco' sapranno le regole del gioco stesso, qundi niente matrimoni per interesse e false illusioni 'dopo' :o)

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  2. @ ZeN: Magari! Ma qui si fanno ricatti "morali e affettivi". "Se ti vuoi tenere le tue cose per te, vuol dire che non mi ami", oppure "Se dai questi out out vuol dire che pensi che il nostro amore non durerà"...
    Insomma, se vuoi sposarti, devi condividere TUTTO, altrimenti sei uno stronzo egoista. Trovo che sia giusta la libertà di scelta, chi vuole condividere lo faccia, chi vuole tutelarsi deve avere il diritto di farlo. E' anche un modo per evitare i parassiti, dall'una e dall'altra parte. Alcuni si "innamorano" dello status, non della persona. Meglio pattinino fuori! :o)

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