giovedì 29 marzo 2012

Haute couture




Nelle carceri soffia un vento nuovo. Alcuni detenuti e detenute si sono potuti organizzare per creare qualcosa d'inedito, che ha successo.
Come gli abiti da sposa della Sartoria San Vittore, confezionati dalla Cooperativa Alice che realizza pret-à-porter (www.cooperativalice.it), o la pasticceria del carcere di Padova (www.idolcidigiotto.it). La casa circondariale di Velletri (Roma) propone il suo vino laziale Jail, mentre le borse Made in Carcere sono fatte a Lecce e a Trani con scarti di Costume National e Meltin'Pot (www.iper.it). Recuperiamoci produce abiti, giochi e biscotti (www.recuperiamoci.org), fino ad arrivare all'altra parte del mondo, a Manila (Filippine), dove il carcere crea moda insieme allo stilista Puey Quinones.
Ma ci sono molti altri casi. Anche il carcere può dare il suo contributo alla società.

 

2 commenti:

  1. Si potrebbe fare molto di piu'(se si volesse fare). In primis mettere in funzione le moltissime carceri abbandonate che abbiamo in giro per l'Italia in modo da evitare sovraffollamenti indecorosi. In secondis (ma non in ultimis) sveltire la giustizia in modo tale da accorciare il piu' possibile le detenzioni in attesa di giudizio.

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  2. @ ZeN: Se ne parla da sempre, e da sempre non si fà un tubo. Mi piace però pensare che, in qualche caso, ci siano possibilità di vita. :o)

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