San Giorgio contro il Dragone
Antico gioiello inglese, medaglione da cappello in oro, smalti e perle
1520
Foto: unarosadoro.com
Lo smalto è un rivestimento vetroso che si applica su ceramiche e oggetti metallici per proteggerli o decorarli.
Si prepara in forni con il quarzo, feldspati, borace, ecc. Dopo la fusione (a 500-1000°C) la massa vetrosa viene bruscamente raffreddata in acqua e poi macinata finemente.
Nell'antichità e nel Medioevo i principali metodi di smaltatura erano lo "champlevè" (ad alveoli d'incavo) e il "cloisonnè". Col primo metodo gli alveoli erano ricavati direttamente dal metallo tramite incavi dal bordo rialzato, nel cloisonnè, invece, gli alveoli venivano creati con tramezzi di lamina, generalmente oro. Nel procedimento "èmail translucide de basse taille", o traslucido, la tecnica dello smalto si combina a quella del bassorilievo stendendo la pasta vitrea sulla suoerficie metallica già incisa a bassorilievo per ottenere delicati effetti pittorici e chiaroscuri. Nello smalto dipinto il fondo metallico viene coperto da uno strato omogeneo di smalto e, dopo una prima cottura, viene eseguito il disegno, policromo o in grisaille.
Il più antico smalto fuso è un gioiello del XIV secolo a.C., di Cipro. I Greci usarono lo smalto anche per antiche figurette a tutto tondo, i Romani lo applicavano nei loro oggetti preziosi, ma gli oggetti più ricchi erano celtici, dal V secolo a.C. fino all'epoca irlandese-anglosassone.
L'epoca di splendore del cloisonnè va dal X al XII secolo, quando furono realizzate le placche della Pala d'Oro di San Marco, a Venezia, complesso di altissimo valore artistico. Raffinatissimi smalti bizantini nella stauroteca della Cattedrale di Limburgo e della corona di Costantino Monomaco, a Budapest. Il cloisonnè bizantino si diffuse a Milano e Treviri nel X secolo, e in Germania (tesoro del duomo di Essen). Questa tecnica fu usata anche nell'arte islamica per coppe, bacili e brocche. Lo champlevè era conosciuto dai celti fin dal V secolo a.C., nei primi secoli dopo Cristo era diffuso in Inghilterra e Irlanda, poi in Belgio e nella valle del Reno. Il suo periodo di maggior splendore fu nel XII secolo, specie a Liegi, Colonia e a Limoges. I colori erano il giallo, il verde e l'azzurro, delicati e trasparenti, a Limoges, invece, più profondi e corposi. Il capolavoro assoluto dello smalto champlevè è dovuto a Nicolas de Verdun: l'ambone di Klosterneuburg. In Europa, tra il 1150 e il 1250, si produsse una notevole quantità di oggetti liturgici smaltati: crocefissi, candelieri, pastorali, cibori, calici, ecc. Alla fine del Duecento lo smalto champlevè fu soppiantato dal traslucido: altari, reliquiari, calici, ecc. si trovano nei tesori delle più importanti chiese europee. Dal XV secolo queste antiche tecniche tramontarono, rimase in voga il traslucido su bassorilievo e su tutto tondo, il prediletto dagli orafi rinascimentali. Dopo il XVI secolo si sviluppò la tecnica dello smalto dipinto su rame la cui produzione più significativa si sviluppò a Limoges e successivamente, specie a Ginevra, prese piede la miniatura smaltata. Nel XVIII secolo, in Germania e in Francia, si usò la tecnica dello smalto dipinto su orologi, astucci, tabacchiere, ecc.
Nel XIX e nel XX secolo continuò l'uso dello smalto applicato ai gioielli, famose le opere di Lalique.
In Cina lo smalto cloisonnè si usò del XIV secolo, importato dall'Occidente. Nel XVI secolo, in epoca Ming, le decorazioni sono di altissimo livello, riprendono il repertorio figurativo tipico delle porcellane e delle lacche.
Anche se non amo particolarmente gli smalti, capisco pero' che sono di gran pregio! Nella descrizione che hai fatto delle tecniche si capisce che e' una doppia forma d'arte, ovvero: impreziosire un oggetto gia' pregiato di suo :o) ..... pero' qualcosina piace anche a me ;o)
RispondiElimina@ ZeN: Lo smalto dà colore e luminosità agli oggetti metallici. Immagina una corona d'oro a sbalzo. Solo oro. Poi, immaginatela arricchita da smalti policromi. Tutta un'altra cosa! L'importante è il buon gusto, come sempre. ;o)
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