
Due medici veterinari dell'Asl sono stati condannati per la soppressione immotivata di nove cuccioli di cane.
Sono stati dati due mesi di reclusione e il risarcimento dei danni morali nei confronti delle associazioni animaliste costituitesi parte civile.
La vicenda risale al 2004, quando un furgone del Servizio Veterinario Asl viene inviato a prelevare nove cuccioli partoriti da una randagia in un terreno di proprietà di un cittadino di Roio (L'Aquila).
Due volontarie del canile-rifugio locale, avvisate due ex guardie zoolofile dell'Enpa, si recano presso l'Asl appena in tempo per verificare che i cuccioli erano stati soppressi e chiusi in sacchi di plastica ancora prima di essere portati nella struttura per i controlli sanitari, come previsto dalla legge.
La reazione dell'opinione pubblica è di orrore e sconcerto, del caso si occupa anche la trasmissione tv "Le Iene".
Il responsabile del Servizio Veterinario di Sanità Animale ammette di aver dato l'ordine al veterinario di sopprimere i cuccioli con un'iniezione di Tanax, su richiesta del proprietario del fondo, per motivi di "ordine sociale": i cuccioli sarebbero un giorno diventati dei randagi.
Scatta la denuncia della LAV, che viene riconosciuta parte civile nel processo. Il proprietario del terreno nega di aver mai autorizzato la Asl a sopprimere i cuccioli e conferma di non esserne il proprietario.
La sentenza recita:
Con la legge 189 si prende atto della natura di essere vivente dell'animale in grado di percepire sofferenze anche non solo di carattere fisico in senso stretto per cui il proprietario non ha più la totale disponibilità dell'animale, nè può infliggergli gratuite sofferenze nè togliergli la vita senza valide giustificazioni.
Secondo la legge 281/91 (randagismo e tutela degli animali d'affezione), un veterinario Asl può sopprimere o ordinare la soppressione di un cane solo per gravi condizioni di salute o per comprovata pericolosità.
I due veterinari condannati sono al loro posto di lavoro. Il responsabile del Servizio Veterinario di Sanità Animale si è dimesso.
:o(
www.lav.it
sempre la solita storia. siamo forti con i deboli e deboli con i forti. in certi casi della vita bisognerebbe ripristinare la vecchia legge del taglione, che infligerebbe la stessa pena che ha subito la povera vittima.
RispondiEliminache schifo.
ciao tama
@ SoleVittoria: E' importante sapere che ci siano le leggi giuste. Sarebbe vitale almeno applicarle. Per i pubblici ufficiali: triple. Ti parrà una sronzata, ma, fino a pochi anni fa, non si arrivava nemmeno a questo schifo... :o(
RispondiEliminaCiao Lara.
ma qui funziona tutto cosi. Si grida si critica e dopo un paio di giorni è tutto dimenticato.
RispondiEliminaUn saluto
@ Zingara: E' VERO! Non hai idea di quanto mi faccia arrabbiare sta cosa...apposta continuiamo a lamentarci...e non ci considerano... :o(
RispondiEliminaBuon pomeriggio!
la puntura è da fare a chi si permette di uccidere cosi gli animali.
RispondiEliminapovere bestioline. Spero che nessuno affidi piu il suo animale a quei due maccelai.
il trio e la sottoscritta sono tristi tristi
@ Maria: Sei della stessa opinione di Lara! :o)
RispondiEliminaQui abbiamo problemi di far applicare le leggi che esistono, che sono già "light".
E' importante continuare a pesare con un'attenzione COSTANTE ed ATTIVA per migliorare sempre di più le condizione degli animali che sono NOSTRA SPECIFICA RESPONSABILITA'.
Dio li ha messi al mondo, come ha messo noi. Noi non abbiamo la "precedenza", nè possiamo arrogarci il diritto di vita o di morte su di loro. E' ora di smetterla di pensare che noi siamo "superiori". Queste persone dovrebbero vergognarsi. Hai ragione, Maria. Le bestie, siamo noi umani.
Cerchiamo di partecipare per migliorare le cose, è l'unico modo, cara amica! Il tuo cuore è grande. Spero ci siano molte persone come te e Lara.
Un abbraccio, buona notte, Cara!
mi dispiace solo che siano ancora al loro posto..
RispondiEliminaè qualcosa ma non basta..
Bacino
una grattatina leggera per Mirò..
RispondiElimina:-)
C'era una volta un re che invece di trattare gli affari con gli anziani passava la giornata intera a farsi narrare favole. Non faceva altro. Un giorno bandì un concorso: chi avrebbe saputo raccontargli una favola che non finisse, sarebbe stato fatto re in sua vece e avrebbe sposato sua figlia. Se la storia però fosse stata interrotta, il narratore sarebbe stato ucciso e decapitato.
RispondiEliminala notizia di diffuse rapidamente in tutto il regno e coloro che aspiravano a diventare re e sposare sua figlia si presentaro al suo cospetto. Il primo raccontò una favola che durò una settimana, poi si fermò. un altro continuò per un mese ma anche lui si fermo. Un altro ancora tirò avanti per tre mesi, un altro per un anno ma tutti quanti si arresero ed ebbero tagliata la testa. Un giorno si presentò al suo cospetto un sapiente chiamato Wandang'oro. Lo informarono della sorte toccata agli altri ma lui sorrise. Si mise d'accordo con il re per vitto e alloggio e poi cominciò il racconto:"Sire, una volta c'era un re molto ricco ma ladro. Volendo ancora aumentare le sue ricchezze si fece costruire un granaio vasto e alto come una montagna e a ogni stagione al tempo del raccolto mandava a requisire mais e miglio ai contadini per accumularlo nel suo granaio. passate alcune stagioni quel granaio grande come una montagna fu colmo e il re andò a chiudere bene la porta e le finestre. Ma i costruttori di quel granaio avevano lasciato una fessura sotto il coperchio. In quel tempo ci fu una invasione di cavallette mai vista prima. la cavalletta guida vedendo il forellino voleva far entrare tutte le cavallette ma poichè non ci passavano decisero di entrare una alla volta e diportare via un chicco ciascuna. La prima entro e portò via un chicco, un'altra entrò e uscì con un chicco.. dal mattino alla sera per 6 mesi il sapiente continuò a ripetere la stessa frase. Dopo sei mesi il re disse - ora penso che quelle cavallette si siano saziate di cibo.
e il sapiente rispose: - sire non posso dirvi ciò che avvenne senza avervi detto ciò che avvenne prima.. una cavalletta entrò e usci con un chicco..
dopo altri sei mesi un giorno che aveva ripetuto quel suo solito ritornello il re si seccò e disse: - amico, le tue cavallette mi seccano. che cosa avvenne quando le cavallette finiscono il grano?
Chi può saperlo, sire, le cvallette che hanno potuto entrare sono pochissime in proporzione allo sciame che era arrivato. Abbi pazienza e arriveremo alla fine: una cavalletta entro e uscì con un chicco... - e così via. Dopo un altro anno che il sapiente continuava così il re perse la pazienza e disse: - basta! presnditi il regno, prendi mia figlia in sposa, prendi tutti i miei beni, ma non parlare mai più di cavallette!
Così il saggio sposò la figlia del re ed eredito il regno. Da allora sono passate centinaia di anni e nessuno ha chiesto quando finirà questo racconto. Lo chiedo a voi che ascoltate.
Da Racconti d'Africa - "Un regno per una favola"
La mia buona notte che ti vedrà davanti alla finestra ad aspettare il chiarore del giorno...
Un abbraccio grande, grande
Che sia una buona giornata
besitos, amica cara
@ Lughente: Furrrbo Wandang'oro! Certo, oltre che furbo, estremamente paziente! Bellissima Fiaba, Lughe, grazie per averla scritta! :o)
RispondiEliminaE' qualcosa che ci sia stato un processo. Anche solo quello, una volta non c'era nemmeno la possibilità. La pena è un pò bassina...rasoterra (visto che non è stata scontata da nessuno). Da qualcosa si deve pure iniziare, no? ;o)
Ancora tutto tace ed il mantello nero copre tutto. C'è una lotta, laggiù, fra luce ed ombra. Sai chi vincerà? :o)
Buon giorno Lughe, un caldo abbraccio e una carezza alla tua cagnolona.
Muchos besos querida!