venerdì 3 maggio 2024

La Sacra Cintola, Prato

 




Duomo di Prato
(XII-XIV secolo, romanico, gotico e barocco)
foto da wikipedia.org


Cappella del Sacro Cingolo
(XIV secolo)


Corteggio Storico,
ostensione della Sacra Cintola 2018


Pulpito di Donatello e Michelozzo
(1428-38)


Impronta della mano


Capsella della Cintola
di Maso di Bartolomeo


Teca della Sacra Cintola
di Silvestro Mascagni
(1633)


Ostensione della Sacra Cintola


Sacra Cintola
(foto di sailko)

La Sacra Cintola o Sacro Cingolo è considerata la cintura della Madonna ed è la reliquia più preziosa di Prato, è custodita nell'omonima Cappella del Duomo e l'8 settembre, natività di Maria, viene esposta durante il Corteggio Storico (manifestazione laico-religiosa). E' una sottile striscia di 87 cm in lana finissima di capra color verdolino broccata in filo d'oro, gli estremi hanno una nappa su un lato e una piegatura sul lato opposto, la tradizione vuole che la Vergine Maria la diede a San Tommaso come prova della sua assunzione al cielo. Dal 1348 è proprietà per 2/3 del Comune e per 1/3 della Diocesi infatti per aprirne la custodia sotto l'altare ci sono 3 chiavi: 2 del Comune e 1 della Diocesi. La reliquia è conservata nella Cappella del Sacro Cingolo affrescata da Agnolo Gaddi, sopra l'altare del Settecento c'è la piccola statua della Madonna col Bambino di Giovanni Pisano. Secondo la tradizione San Tommaso, incredulo dell'assunzione in cielo della Madonna, volle aprirne il sepolcro ma vi trovò solo la cintura dell'abito che venne poi in possesso di Michele Dagomar da Prato mercante in soggiorno a Gerusalemme nel 1141 che tornò in patria e che quando morì la lasciò al magistrato civile e al preposto per poi essere portata in Duomo che fu modificato più volte, sia per la sicurezza che per la presenza della reliquia. La leggenda narra fu trafugata dal canonico chierico secolare Giovanni di Ser Landetto da Pistoia che cercò di portarla nella propria città nel 1312 ma quando uscì da Prato si perse nella nebbia e tornò al punto di partenza, catturato dai canonici fu processato e condannato al taglio della mano destra, legato alla coda di un asino e trascinato sul greto del fiume Bisenzio, arso vivo al rogo e i suoi resti buttati nel fiume. Inoltre secondo la tradizione la mano mozzata fu scagliata dalla folla inferocita verso il Duomo lasciando su una pietra una macchia di sangue a forma di mano visibile ancora oggi nell'angolo in alto a sinistra dello stipite della seconda porta più vicina al campanile del fianco destro del Duomo. La pubblica ostensione è citata dallo Statuto del Comune del 1276-79 in occasione della Pasqua e della natività di Maria, attualmente viene mostrata 5 volte l'anno: 8 settembre, Natale, Pasqua, Primo Maggio e 15 agosto dal pulpito di Donatello appositamente costruito. Varie le teche che hanno contenuto la reliquia, la prima sembra essere un cestino di giunchi, poi una una cassettina di avorio (XIV secolo), poi una piccola Capsella (di Maso di Bartolomeo, capolavoro di oreficeria, 1446), poi una cassetta d'argento del 1633. Oggetto di venerazione e di culto, la Cintola richiamò fedeli e pellegrini da città e terre lontane fra cui San Francesco (1212), San Bernardino (1424), l'imperatore bizantino Giovanni Paleologo (1439), Maria de' Medici (1600), papa Pio IX (1857) e papa Francesco (2015). Molti luoghi si fregiano di possedere questa reliquia fra cui il Monastero di Trootidissa in Platres (Cipro), il Santo e Grande Monastero di Vatopedi (Monte Athos, Grecia), la Collegiata di Quintin (Bretagna, Francia), la Cattedrale di Santa Maria di Tortosa a Tarragona (Spagna) e l'Abbazia di Bruton in Inghilterra.


2 commenti:

  1. Della Cintola custodita a Prato non ne avevo mai sentito parlare, forse perche' non toscana o forse perche' non cosi' appassionata alle reliquie cattoliche. A quanto pare, dei tanti miracoli di cui viene annoverata, forse quello piu' grande, a mio avviso, e' di aver contribuito, con la sua presenza, ad amplificare nella cittadinanza quella generale voglia di bello, tanto da richiamare architetti e artisti che hanno lavorato sia nei luoghi prescelti per la conservazione della Cintola sia che nella citta' stessa. Interessante il Duomo con la sua particolare facciata modificata ad hoc per far spazio un meraviglioso pulpito esterno, cosa che credo sia assai rara se non addirittura un unicum. Bellissimi gli interni ancora originali ma anche le successive porzioni aggiunte come la Cappella del Sacro Cingolo con le sue pareti completamente affrescate. Di gran pregio e di alta arte orafa, i vari contenitori che nel tempo sono si sono succeduti per custodire e preservare la reliquia. Per cio' che riguarda la Cinta stessa, potrebbe essere vera come potrebbe essere il classico falso storico-religioso, quindi meglio non indagare e osservarla solo per cio' che simboleggia ;o)

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  2. @ ZeN: Concordo, d'altronde Maria non credo avesse distribuito tutte le sue Cintole ... O.o'
    Quello che in generale mi sconcerta è la preziosità di alcune reliquie raccolte, non credo che nè Gesù nè tutta la sua famiglia possedessero abiti pregiati nè accessori preziosi (la Cintola ha intessuti fili d'oro...). Credo, come dice il Vangelo, che sia stata una famiglia normale, non ricca, non interessata all'esteriorità ma con ben altri valori. Sete, lane pregiate e taffetà son tessuti alieni... :o/
    Altro par di maniche è l'importanza religiosa che vale per tutti i manufatti riferibili alla vita di Gesù e dei Santi. Diciamo che la Storia in questi casi lascia lo spazio alla leggenda. Il Duomo di Prato è molto più bello dentro che fuori, ma fuori c'è il meraviglioso Pulpito di Donatello e Michelozzo che vale da solo il viaggio. :o)

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