Sidone (58.000 abitanti) era un insediamento fenicio, emerse come centro mercantile dal XIV secolo e quando entrò nell'orbita egizia sotto la XIX e XX dinastia arricchendosi soprattutto grazie alla lavorazione del murice, un mollusco da cui veniva estratto un pigmento di colore porpora usato per tinteggiare i tessuti, e al commercio del legno di cedro. Sotto il re persiano Ciro II (590-529 a.C.) fece parte dell'Impero persiano e conobbe il periodo di maggior splendore grazie all'industria vetraria. Si sottomise ad Alessandro Magno e poi ai Romani e agli Omayyadi nel 667. La città passò di mano varie volte, si risollevò con la conquista ottomana nel 1516 quando divenne il principale sbocco marittimo di Damasco commerciando coi mercanti francesi e toscani. Mel 1920 fu accorpata al nuovo mandato francese del Grande Libano, il suo sviluppo fu frenato dalla guerra civile libanese durante la quale la città è stata a lungo contesa tra milizie palestinesi, israeliane, siriane, hezbollah e amal. Le sue vicende tormentate sono state cantate anche da Fabrizio de Andrè nella canzone "Sidùn".
Tripoli (500.000 abitanti) era un emporio fenicio nell'VIII secolo a.C. popolato da mercanti di Tiro, Sidone e Arados che costituirono tre distinte comunità urbane cinte da mura. Denominata la "triplice città", con i califfi musulmani divenne il principale sbocco marittimo di Aleppo (Siria) e delle direttrici commerciali che arrivavano a Baghdad. Presa dai Francesi nel 1109, si sviluppò l'industria del vetro e della seta e i commerci con l'Europa prosperarono. Sotto i Mamelucchi ci fu un'incredibile fioritura economica, culturale e architettonica, dopo il 1516 entrò a far parte dell'Impero ottomano ma iniziò a decadere con il tracollo delle reti commerciali. Nel 1920 fece parte del Governato francese del Nord Libano, con la guerra civile libanese (1975-90) la città fu teato di aspri scontri, al termine della guerra c'è stata una ripresa delle attività industriali e commerciali. Molti i rifugiati palestinesi alle porte della città che crearono una conturbazione di circa mezzo milione di abitanti.
Devo ammettere che il Libano e' pieno di sorprese e piu' si approfondisce la sua storia e piu' diventa interessante. Quello che fa' piacere e' capire come il suo popolo si sia costantemente dato da fare tra artigianato e commerci. Forse i Fenicio qua hanno lasciato una bella impronta caratteriale ... ma anche lo stare fianco a fianco con un popolo intraprendente come quello siriano, e soprattutto essere loro zona di transito per quando dovevano prendere o portare merci nel Mediterraneo, ha influito tantissimo sul benessere libanese. Purtroppo pero' la storia e' ciclica e periodi buoni possono alternarsi ad altrettanti periodi bui. Sia Sidone che Tripoli mi sono sembrate delle piacevoli citta' con affaccio sul mare. Tante le architetture antiche e di diversa matrice poiche' questi luoghi cosi' strategici hanno fatto gola a molti trasformandosi spesso in terra di conquista. Penso che i libanesi, anche se ultimamente un po' bastonati dagli eventi, abbiano proprio nel dna questa voglia di lavorare, di produrre e di risollevarsi. Nelle citta' piu' datate, i vicoli stretti e le case molto affiancate sono praticamente una costante perche' in climi cosi' caldi ogni cosa deve far ombra e incanalare qualche piu' fresca correntina.
RispondiElimina@ ZeN: In effetti ste città ne hanno viste di tutti i colori, continuano a riprendersi fra mille ostacoli con il commercio e l'artigianato. Hanno conservato il loro antico aspetto, almeno nei centri storici, comprensivo di caravanserragli e cittadella fortificata. Non hanno grandissimi monumenti, la loro bellezza sta nella conservazione dell'antico tessuto urbano e nelle tradizioni che si perpetuano nel tempo. :o)
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