Fra le porte d'accesso alla Città Vecchia di Gerusalemme:
tutte fatte costruire dal sultano ottomano Solimano.
Nel 1949 l'Onu proclamò l'internazionalizzazione di Gerusalemme per favorire la convivenza delle varie componenti religiose della città, gran parte della componente ebraica pre-israeliana accettò la partizione della Palestina in due Stati, uno ebraico e uno arabo, mentre il mondo arabo e islamico lo respinsero. Comunque entrambe le parti non volevano assolutamente rinunciare alla Città Santa, per questo le forze armate ebraiche occuparono il settore occidentale della città e quelle giordane quello orientale.
Nel 1949 Gerusalemme fu proclamata dagli Israeliani capitale del nuovo Stato israeliano, in sei giorni essi occuparono il settore giordano suscitando la condanna delle diplomazie mondiali che non legittimarono l'uso della forza come soluzione alle controversie internazionali. I vari tentativi fatti negli ultimi decenni tramite risoluzioni ONU e negoziati non hanno portato esiti positivi anzi, dal 1967 Israele di fatto ha il controllo dell'intera città incluso il lato est.
Per consolidare tale controllo le autorità israeliane favoriscono la costruzione di quartieri ebraici nel lato est e ostacolano l'espansione dei quartieri arabi. La maggior parte dei membri dell'ONU e delle organizzazioni internazionali non accetta che Gerusalemme sia capitale di Israele nè l'annessione di Gerusalemme Est a Israele. Nonostante gli Israeliani la considerano tale, poichè la città comprende territori non riconosciuti come israeliani dal diritto internazionale, la Corte Internazionale di Giustizia nel 2004 ha confermato che i territori occupati da Israele oltre la linea decisa nel 1967 continuano a essere "territori occupati" e con essi la parte est della città.
La stessa Corte ha affermato come sia "inammissibile l'acquisizione di territorio con la forza" e che tutte le misure amministrative e legislative intraprese da Israele volte ad alterare lo status di Gerusalemme costituisono una violazione del diritto internazionale. Nella cartografia dell'ONU non è difatti indicato alcun centro quale capitale d'Israele, tutti gli Stati che hanno rapporti diplomatici difatti mantengono le proprie ambasciate fuori da Gerusalemme, in generale si trovano a Tel Aviv. Gli Usa invece insistono perchè Gerusalemme venga riconosciuta come capitale d'Israele, nel 2017 Donald Trump ha dichiarato il trasferimento dell'Ambasciata Usa nella Città Santa argomentandolo come una scelta "necessaria per la pace".
Probabilmente la risoluzione dell'ONU del 1947, quella di rendere Gerusalemme internazionale, era piena di buone intenzioni. Presumo, anzi spero, che tutto cio' venne studiato per rendere la citta' fruibile da piu' movimenti religiosi visto che, anche se per motivi completamente differenti, era comunque da tutti ritenuta di grandissima importanza. Secondo un mio personale modo di vedere quando, con o senza i 'muri', si comincia a dire 'questo e' tuo e questo e' mio' o peggio ancora 'non c'e' niente di tuo perche' e' tutto mio' ... inizano i guai! Cosi' facendo, i luoghi si ghettizzano e inevitabilmente, tra le varie comunita', iniziano le rivalita' e le dispute che nei peggiori casi diventano scontri veri e propri. Con il passare del tempo, Gerusalemme, piu' che essere simbolo di 'pace e amore' e' diventata quasi una polveriera. Il suo cuore piu antico e' diviso in settori a seconda della religione predominante, e quindi, ogni frazione e' strutturata e vissuta in maniera completamente differente. Le porte d'accesso sono molto particolari e gli antichi scorci cittadini, cosi' come i monumenti, sono particolarmente affascinanti e preziosi. Per una buona riuscita dell'internazionalizzazione ... bisognava far stare tutti gomito a gomito, senza barriere e senza divisioni ... almeno cosi', credo, non si sarebbe perso il semino della tolleranza.
RispondiElimina@ ZeN: Chiaro che le divisioni territoriali a metroquadro non sono l'ideale per pace e tolleranza, chiaro anche che un popolo più forte militarmente mai rimane nei suoi confini, chiaro che gli interventi esteri a favore di questo o quest'altro sono deleteri. Ma anche l'inesistente rispetto è deprecabile, non solo religioso ma anche politico. A parte il pessimo esempio di alcuni religiosi oltranzisti e prevaricatricatori sugli altri, abbiamo un brutto panorama di pesanti interferenze Usa che, per mentalità e interesse, manovrano la situazione. L'invasione "legittimata" israeliana ha fatto molte vittime, distrutto interi popoli con tutta la loro identità, epurato i loro territori e ridotto al lumicino gli antichi abitanti di tutta la zona. L'Onu pare abbia sussurrato il suo sdegno ma si è ben guardata dal prendere azioni più forti e determinate lasciando "terreno libero" di scontro. Vista la situazione attuale di scontro fra Russia e Ucraina, in cui gli Americani sono entrati (scandalizzati) a difesa a oltranza per la "libertà" di quest'ultima, viene da chiedersi come mai non siano stati mai baluardo della stessa libertà in questo territorio. La libertà non ha religione e nessun confine. Ma già si sono esplicati molto bene in Iraq... Gerusalemme non è proprietà di nessuno, è il centro santo di molte religioni e tutti hanno il diritto di poter pregare, dovrebbe essere extraterritoriale e i popoli liberi di vivere dignitosamente nella loro terra. Gli interessi sono fortissimi, riducono la sacralità a una mera presa di potere facendo "sparire" tutti gli altri. La nostra Specie è estremamente violenta, questo è il punto. Gerusalemme forse vivrà in eterno ma mai sarà un luogo di pace.
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