lunedì 4 gennaio 2021

L'arte dinastica egizia n.3

 

Affresco dalla tomba di Nebamon (1380 a.C.)
British Museum, Londra
foto da wikipedia.org


Nel Nuovo Regno (XVIII-XX dinastia) le statue seguono varie transizioni di stile, appare la rivoluzione armaniana in cui si abbandona lo stile idealizzato preferendone uno più realistico che riproduce i difetti fisici e pose più spontanee.


 
Diadema in oro in stile asiatico (XVIII dinastia) 
Metropolitan Museum of Art, New York

 

 
Testa di principessa del faraone Akhenaton (1345 a.C.), arte armaniana 
State Museum of Egyptian Art, Monaco

 
 
 
Trono dorato di Tutankhamon (1336-1327 a.C.)
Museo Egizio del Cairo


Pettorale di Tutankhamon (XVIII dinastia)


La XIX dinastia torna a una visione più classica e tradizionale, si diffonde ampiamente l'esecuzione di una statuaria monumentale e la pittura e il rilievo giungono a una piena maturazione stilistica e creativa. I temi si arricchiscono di scene di vita quotidiana e le ambientazioni valicano i confini dell'Egitto, dovute all'apertura verso i Paesi confinanti e all'espansione territoriale ma nella fase ramesside si torna a un uso tipicamente funerario e religioso e le ceramiche sono policrome.

 

Colosso in granito di Ramses II, Menfi

 

2 commenti:

  1. Dovrebbe essere veramente interessante l'arte del Nuovo Regno e in special modo quella armaniana. Probabilmente per gli egiziani, abituati a vedere opere idealizzate del faraone, degli dei e di poco altro, in quelle loro sembianze perfettine e in posture altisonanti, il nuovo modo di 'fare arte' risulto' molto strano. Chissa' ... forse era ritenuto irreverente mostrare statue o dipinti in cui venivano riprodotti i difetti fisici, le vere sembianze umane, le normali scene di vita quotidiana o la natura stessa, quest'ultima raffigurata per cio' che era senza collegarla a nessuna divinita'. Lo immagino un periodo d'oro per gli artisti perche' finalmente si sentirono svincolati dall'operare in modo schematico, fisso, ripetitivo ... ora potevano mettere anima. cuore e la loro inventiva in quel che facevano. Anche per i posteri e per noi stessi, quello e' uno spaccato di tempo importantissimo perche' attraverso i loro manufatti, preziosita' e bellezza a parte, siamo riusciti ad ottenere un'attendibile testimonianza del loro mondo! Sappiamo anche pero' che tutto cio' non duro' tantissimo poiche' la 'tradizione' prevalse sul 'nuovo' e, se non proprio uguale, 'tanto' torno' ad essere molto simile a prima. La porta che si era aperta ai colori, alla natura, all'inventiva ma anche al realismo e alle arti dei popoli vicini, torno' inesorabilmente a richiudersi. :o( Bellissime le foto! :o)

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  2. @ ZeN: Gli antichi Egiziani non erano pronti per un cambiamento così radicale, fomentati sicuramente dai sacerdoti spogliati dai loro privilegi e dalla ricchezza da Akhenaton. Le grandi rivoluzioni religiose e sociali hanno bisogno di tempo, come per quelle artistiche. Il faraone ha seguìto il suo nuovo credo forse pensando di essere seguito in massa vista la sua "discendenza dagli dei" ma non ha pensato che il suo potere "divino" possa essere messo in discussione dal popolo e dai sacerdoti da sempre detentori del vero potere religioso. Non ha dato il tempo per capire...è un pò quello che succede negli Stati liberati dall'oppressione che spesso non sono in grado di capire cos'è la libertà di pensiero e, altrettanto spesso, ricadono nelle mani di un nuovo oppressore travestito da tutt'altro. L'arte, in modo particolare, subisce pesantemente le restrizioni perchè è basata sull'anima. L'arte non ha padroni, dev'essere libera per potersi esprimere.

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