Caterina Sforza (o Ritratto di giovane donna o La dama dei gelsomini)
di Lorenzo di Credi (1481-83)
presunto ritratto
foto da wikipedia.org
Caterina Sforza (1463 circa-1509) signora di Imola e contessa di Forlì, era la figlia legittimata del duca Galeazzo Maria Sforza e della sua amante Lucrezia Landriani.
Crebbe nella raffinata corte di Milano, fin da giovane si distinse per le azioni coraggiose e temerarie che fece per salvaguardare con chiunque i propri titoli e onori, come i propri possedimenti.
Galeazzo Maria Sforza
di Piero Pollaiolo (1441-96)
Nella vita privata si dedicò a svariate attività fra le quali primeggiarono gli esperimenti di alchimia e la passione per la caccia e la danza, fu un'attenta e amorevole educatrice per i suoi numerosi figli dei quali solo l'ultimo ereditò dalla madre la forte personalità: il capitano di ventura Giovanni dalle Bande Nere.
Lucrezia Landriani
presunto ritratto
Fu piegata, dopo un'epica resistenza, da Cesare Borgia e imprigionata a Roma, riconquistata la libertà fece una vita ritirata a Firenze.
Galeazzo Maria Sforza, dopo essere diventato duca di Milano nel 1466, fece trasferire a corte i suoi 4 figli, tutti avuti da Lucrezia e affidati alla nonna Bianca Maria, che furono adottati da Bona di Savoia, moglie del duca, ma la madre Lucrezia seguì sempre Caterina anche negli ultimi anni che lei trascorse a Firenze.
Alla corte sforzesca, frequentata da letterati e artisti, c'era un clima di grande apertura culturale, Caterina e i suoi fratelli ricevettero lo stesso tipo di istruzione di stampo umanistico costituita dallo studio della lingua latina e delle opere classiche, Caterina ebbe una predisposizione per il governo e l'uso delle armi.
Giovanni dalle Bande Nere
di Gian Paolo Pace (1545)
Nel 1473 sposa Girolamo Riario, aveva 11 anni, alcune fonti riportano che dovette acconsentire alle pretese dello sposo, altre che il matrimonio fu consumato dopo il compimento del tredicesimo anno della sposa. Raggiunse il marito a Roma dove viveva al servizio del papa Sisto IV, suo zio, mentre Girolamo si occupava di politica Caterina si inserì rapidamente, con il suo atteggiamento disinvolto e amabile, nella vita dell'aristocrazia romana fatta di balli, pranzi e battute di caccia, alle quali partecipavano artisti, filosofi, poeti e musicisti provenienti da tutta Europa. Ammirata come donna fra le più belle ed eleganti e lodata dall'intera cerchia sociale, papa compreso, ben presto si trasformò in una ricercata intermediaria fra la corte di Roma e le altre corti italiane.
Girolamo Riario aumentava intanto il suo potere e anche la sua crudeltà nei confronti dei nemici, il papa assegnò al nipote la signoria di Forlì e quando la coppia entrò in città fu preceduta dall'arrivo dei loro beni che sfilarono per 8 giorni a dorso di muli ricoperti da panni d'argento e d'oro e dallo stemma dei Riario con la vipera (o drago) dei Visconti, seguiti da carri colmi di forzieri.
Caterina Sforza
di Giorgio Vasari (XV secolo)
Vari i tentativi di scalzare i Riario per riconsegnare Imola agli Ordelaffi che erano stati deposti anche avendo avuto l'aiuto di Faenza, Bologna e di Lorenzo il Magnifico, ma fallirono.
Il Riario diffidò del popolo e iniziò a uscire di rado dal palazzo per paura di una congiura, si impose sempre più come il nuovo tiranno di Roma in alleanza con gli Orsini e in contrapposizione con i Colonna e i Savelli facendo scoppiare la guerra civile. Riario non restituì i suoi debiti anzi, permise alla sua soldataglia di saccheggiare chiese e palazzi delle famiglie avverse, catturò e torturò Lorenzo Colonna e lo fece decapitare a Castel Sant'Angelo.
Alla morte del papa tutti quelli che avevano subìto le sue ingiustizie si buttarono al saccheggio, la residenza dei Riario, Palazzo Orsini in Campo de' Fiori a Roma, fu assalita e quasi distrutta.
Palazzo Orsini Pio Righetti, Piazza del Biscione (Roma)
Caterina, insieme a Paolo Orsini, occupò Castel Sant'Angelo a nome del marito e rivolse i cannoni verso il Vaticano, il controllo della fortezza le garantiva quello della città e quindi la possibilità di far pressioni sul Collegio affinchè eleggesse un papa bendisposto verso i Riario. Il Collegio offrì a Girolamo del denaro, il risarcimento dei danni subìti, la conferma della signoria su Imola e Forlì e la carica di capitano generale della Chiesa, che accettò, sua moglie invece non volle lasciare Castel Sant'Angelo, ci volle una contrattazione fra lei e 8 cardinali per convincerla ad abbandonare la fortezza, così il Collegio potette riunirsi in conclave.
Nel 1486, col marito ammalato, Caterina si recò a Forlì a causa di una congiura, interrogò personalmente tutti i responsabili e, avuta man libera dal marito, ne fece impiccare e squartare 6 e rilasciò il resto.
Descrivendo in due parole Caterina Storza possiamo senz'altro affermare che fu una donna dall'incredibile personalita' che si e' distinta nonostante la sua breve vita. Tutto cio' che scrivero' di seguito non e' tratto dai libri ufficiali ma dal ricordo di una serie Tv ahahah ... sperando sempre che non abbiano stravolto le vere vicende. E' bene ricordare che lei e' nata in un contesto temporale che vede l'Italia divisa in tanti statarelli, tra cui quello della Chiesa, sempre in lotta e in competizione tra loro. I migliori accordi di pace e di comune interesse economico tra due potenze erano indubbiamente quelli che si stringevano senza spargimenti di sangue ma attraverso i matrimoni combinati ... lasciando pero' scontenti tutti gli altri governanti poiche' vedevano mutare lo scenario generale. Caterina Sforza fu 'l'elemento' di unione tra il potente casato milanese e la Chiesa. Quasi sicuramente Sisto IV fu il promotore di questo matrimonio, proponendo suo nipote Giacomo Riario, ma anche suo uomo di fiducia e braccio armato. Non la immagino facile la vita dell'acculturata e attiva Caterina. Abituata da sempre ad avere mille interessi, credo fu duro il ritrovarsi catapultata in un ambiente chiuso e ristretto come lo era quello sotto le direttive della Chiesa. Lei comunque non si abbatte' mai e, oltre che diventare una buona madre, si rivelo' sempre fedele al marito, tanto da partecipare attivamente ai suoi interessi e a spalleggiarlo nei momenti piu' duri. Ritengo che gli ultimi anni della sua vita la misero veramente alla prova perche', oltre che ritrovarsi a fianco un marito malato, mori' il Papa protettore. Con una situazione matrimoniale e ambientare diventata cosi' avversa, non potette far altro che ritirarsi in altro luogo. Grande e coraggiosa donna, si'!
RispondiElimina@ ZeN: Caterina, al di là del matrimonio imposto, ci si adeguò completamente. La vedo come una Giovanna d'Arco combattente ma non con alti ideali se non la propria casata e i propri personali interessi. Sicuramente non si faceva sottomettere da nessuno sfidando chiunque in diplomazia ma soprattutto "in armi". Molto protettiva anche con i figli, era una donna a dir poco volitiva che univa l'animo di "amazzone" coi numerosi parti e la fedeltà indefessa al marito. Quanto le sue gesta furono a favore del Riario o a favore del suo censo, della sua suremazia assoluta, dei suoi territori e della sua ricchezza non lo so, ho capito che nulla l'avrebbe piegata se contrastava contro la sua volontà a costo di perpretare eccidi tout-court dei suoi nemici. Non era un "angelo del focolare" ma si destreggiava fra madre e guerriera indomita con grande nonchalance. Un bel contrasto. :o)
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