Cesare Borgia
foto da wikipedia.org
Il Riario fu ucciso alla fine dall'ennesima congiura e Caterina, la sorella e i figli, resi prigionieri, ma riuscì con l'inganno a prendere la Rocca di Ravaldino, fece voltare tutti i cannoni in direzione dei principali edifici della città pronta a raderla al suolo se si fosse toccata la sua famiglia, dopo 3 ore i suoi familiari furono portati davanti alla rocca illesi.
Con l'intervento delle truppe di Ludovico il Moro, Caterina divenne governatrice di Forlì nel 1488 in nome del figlio maggiore Ottaviano, il suo primo atto fu vendicare la morte del marito, volle che tutte le persone coinvolte fossero imprigionate insieme a tutte le donne delle famiglie che avevano appoggiato il complotto.
Giovanni de' Medici
di Filippo Lippi (1490 circa)
presunto ritratto
Le case degli imprigionati vennero rase al suolo e gli oggetti preziosi distribuiti ai poveri.
La giovane contessa si occupava personalmente di tutte le questioni che riguardavano il governo del suo Stato, sia pubbliche che private, per consolidare il suo potere scambiava doni con i signori di altri Stati e conduceva trattative matrimoniali per i suoi figli. Revisionò il sistema fiscale riducendo o eliminando certi dazi, controllò tutte le spese, si occupò direttamente sia dell'addestramento delle milizie sia dell'approvvigionamento delle armi e dei cavalli. E trovava anche il tempo per il bucato e per cucire.
Castel Sant'Angelo, Roma
Era sua intenzione fare in modo che la vita nelle sue città si svolgesse in modo ordinato e pacifico, e i suoi sudditi apprezzarono i suoi sforzi.
Caterina si innamorò di Giacomo Feo, castellano della Rocca di Ravaldino, lo sposò in segreto per non perdere la tutela dei figli e il governo del suo Stato. Il potere di Giacomo aumentò a dismisura, temuto e odiato da tutti, anche dai figli di Caterina. Fu ucciso in una congiura, quando la contessa lo seppe la sua vendetta fu terribile.
Il terzo marito fu Giovanni de' Medici detto il Popolano, ambasciatore della Repubblica di Firenze, dal matrimonio nacque Ludovico che in seguito divenne famoso come Giovanni dalle Bande Nere.
Rocca di Ravaldino ai tempi di Caterina Sforza
Giovanni si ammalò e morì.
Varie le guerre e le battaglie avvenute, Caterina arruolava e addestrava i soldati, immagazzinava armi, munizioni e viveri. Cesare Borgia si impossessò di Imola e Forlì e Caterina si asseragliò nella fortezza di Ravaldino lasciando Imola al suo destino non avendo scelto di opporsi alla conquista.
Per molti giorni le artiglierie di entrambe le fazioni continuarono a bombardarsi a vicenda, Caterina la notte faceva ricostruire quello che era stato abbattuto e trovava anche il tempo per suonare e ballare. La sua resistenza solitaria venne ammirata in tutta Italia. Vinse il Valentino che decise di bombardare la rocca giorno e notte, Caterina continuò a resistere combattendo lei stessa fino a quando venne fatta prigioniera.
Rocca di Ravaldino, Forlì
Si dichiarò subito prigioniera dei Francesi sapendo che vi era una legge in Francia che impediva di tenere come prigionieri di guerra le donne.
Cesare Borgia ottenne la sua custodia promettendo che sarebbe stata trattata da ospite, la condusse a Roma dove venne sistemata in un palazzo da dove, naturalmente, tentò di fuggire ma fu scoperta e imprigionata a Castel Sant'Angelo con la giustificazione (forse falsa) del papa Alessandro VI che l'accusava di averlo voluto avvelenare con delle lettere impregnate di veleno.
Villa Medicea di Castello, Sesto Fiorentino (Firenze)
Liberata dall'esercito di Luigi XII, si imbarcò per raggiungere Livorno e poi Firenze dove l'attendevano i suoi figli. A Firenze visse nelle ville appartenute al marito Giovanni, spesso nella Villa Medicea di Castello, lamentandosi di essere maltrattata e di vivere in ristrettezze economiche.
Con la morte di Alessandro VI le si apriva la possibilità di riavere il suo Stato ma Imola e Forlì si dichiararono a maggioranza contrarie al suo ritorno, perduta la possibilità di ripristinare l'antico potere la contessa trascorse gli ultimi anni dedicandosi ai suoi figli, ai suoi nipoti, agli esperimenti e alla vita sociale. Morì per una grave polmonite a 46 anni.
La vita di Caterina Sforza fu breve ma molto intesa. Probabilmente nessuno si sarebbe aspettato che quella bambina promessa in sposa a Riario, un giorno sarebbe diventata una donna cosi' influente. Effettivamente il destino l'aveva quasi designata ad essere solo merce di scambio per il consolidamento delle alleanze del tempo. Ad accordi conclusi, al massimo e secondo il costume dell'epoca, avrebbe potuto aspirare a diventare la solita moglie relegata in un ruolo di secondo piano. Ma per lei non fu cosi' perche' riusci' a prendere in mano la propria vita e a condurla addirittura in un mondo quasi completamente maschile. Senza mai perdere la sua natura femminile, anzi accudendo con grande amore i suoi figli e distrigandosi egregiamente tra attivita' domestiche gli innumerevoli interessi ludici, riusci' a ben distrigarsi nelle avventure politiche e guerresche. Durante la sua esistenza influenzo' le vicende di tre statarelli dell'Italia quattrocentesca: quello degli Sforza di Milano per nascita, quello della Chiesa e di Firenze per matrimoni. L'equilibrio politico di questi luoghi era instabile, fatto di alleanze mutevole e di affronti in armi ... ma lei, sinche' pote', si ritrovo' abilmente sempre sul cavallo vincente. Belle entrambi le due piu' famose residenze ove trascorse gli anni finali della sua vita: la rocca di Rivaldino e la villa medicea di Castello. La Rocca e' un bellissimo castello e mi immagino che lei l'amo' in maniera particolare perche' residenza liberamente scelta. La villa Medicea e' un'abitazione signorile di tutto rispetto ma indubbiamente meno pregevole della precedente. Lontano dalla terra natia e privata di tutto il suo prestigio politico ed economico, vi trascorse gli ultimi anni della sua vita in un contesto molto simile ad un esilio. Grande donna si'!
RispondiElimina@ ZeN: Grande donna sì, leggermente sanguinaria...ahahahaha! Pare un maschio mancato viste le sue attività preferite che viravano sul "ricamo e cucito" tanto per ricordarsi chi era veramente...donna di contrasti cocciuta come un mulo, molto ben informata sulle leggi e di come "gira la vita" riuscendo a girarsela come voleva lei, pare fosse più determinata del marito anche solo per le chiarissime idee he aveva. Considerando l'epoca fu più unica che rara e se fosse vissuta adesso sarebbe lo stesso, visto il lentissimo progresso femminile nella società. ;o)
RispondiElimina