Stemma della famiglia Orsini
(con anguilla)
foto da wikipedia.org
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Tra le più antiche e importanti famiglie di Roma e d'Italia, fiorente per i numerosi rami, illustre per potenza, ricchezza, per gli stretti legami di parentela con l'Impero germanico e con diverse case reali d'Europa, la casata dette alla Chiesa papi e cardinali, senatori, gonfalonieri, uomini d'arme e uomini di Stato alla città di Roma, allo Stato pontificio e al Regno di Napoli.
Ebbe tre papi: Giacinto di Borbone (che faceva parte del ramo di una nobile famiglia romana dalla quale discesero gli Orsini) fu papa Celestino III, Giovanni Gaetano Orsini , papa Niccolò III, e Pier Francesco Orsini, papa Benedetto XIII.
Benedetto XIII (1649-1730)
Artefici della politica pontificia, si scontrarono con gli interessi della famiglia Colonna dando luogo a una famosa rivalità che finì nel 1511.
Numerosi i loro titoli e feudi, fra i titoli gran cancelliere del Regno di Napoli, signori di Soriano nel Cimino, duchi e poi principi di Bomarzo, duchi di Bracciano e Amalfi, principi di Monterotondo, Amatrice e Taranto, conti di Muro Lucano, di Tagliacozzo, di Caserta, di Pitigliano e di Nola.
Furono insigniti dell'Ordine del Toson d'Oro, dell'Ordine Teutonico, dell'Ordine dello Spirito Santo, ecc.
Il primo filo genealogico orsino parte da un certo Bobone (XII secolo) padre di Giacinto dei Bobone (1110-98) futuro papa Celestino III che fu l'artefice della fortuna della dinastia e che perseguì una politica nepotistica quasi scientifica permettendo al cugino Giovanni di comperare i feudi di Vicovaro, Licenza, Rocca Giovine e Nettuno, questi feudi furono il primo nucleo della potenza territoriale della famiglia. Da Giovanni (noto come Giangaetano) si perse il cognome Bobone e i suoi figli vennero definiti "de domo filiorum Ursi".
Matteo, figlio di Giangaetano, detto il Grande, si scontrò con altre famiglie romane per il controllo della città, sconfisse le truppe imperiali divenendo padrone assoluto di Roma per 2 anni con la carica di senatore, i territori controllati dalla famiglia si estendevano fin quasi ad Avellino e a nord fino a Pitigliano dando vita alla linea di Pitigliano.
Palazzo Orsini, Pitigliano
La famiglia si divise in numerosi rami assumendo la denominazione del loro luogo di residenza a Roma. Guido Orsini ereditò la contea di Soana (Sovana) e governò con i suoi discendenti i feudi di Pitigliano, Soana e Nola (Napoli). Nel XV secolo scoppiarono rivalità con Siena e i Colonna che portarono alla perdita di molti territori.
Il personaggio più rappresentativo di questa linea fu il conte Niccolò (1442-1510), grande condottiero. La decadenza della linea di Pitigliano iniziò con il conte Ludovico, battuto da Siena, e poi sottomesso a Firenze. La famiglia prese residenze a Firenze e Roma.
Gli Orsini di Pitigliano si estinsero nel 1640.
Al terzogenito di Matteo Rosso il Grande, Rinaldo, toccò la signoria di Monterotondo.
Rocca Orsini Barverini, Monterotondo
Giovanni Battista Orsini, cardinale, appoggiò l'elezione a papa di Rodrigo Borgia (papa Alessandro VI) che però si manifestò un giustiziere così gli Orsini organizzarono la sua eliminazione ma fallirono per disorganizzazione e il papa uccise sia Giovanni Battista che molti altri rappresentanti della famiglia.
Nel XVI secolo la casata decadde, molti componenti persero i feudi per confische o furono assassinati.
Monterotondo fu venduto alla famiglia Barberini nel 1641. Gli Orsini principi di Taranto iniziarono col matrimonio di Roberto Orsini e Sveva Del Balzo nel XIV secolo, figlia del conte di Soleto gran siniscalco del Regno di Napoli, nobile e potente famiglia del Meridione, imparentata con Angioini e Aragonesi. Giovanni Antonio Orsini Del Balzo (Giannantonio, 1386-1463) fu ucciso dopo una rivolta di nobili da Ferdinando di Napoli. Non ebbe figli legittimi, solo naturali, per questo l'asse ereditario passò quasi totalmente nelle mani di Ferdinando.
La linea di Bracciano fu originata da Napoleone, altro figlio di Matteo Rosso il Grande. Molti componenti di questa linea ricoprirono varie cariche municipali nella Roma del XIV secolo insieme ai Colonna, ai Savelli e agli Annibaldi.
I signori di Bracciano furono la linea più potente degli Orsini grazie alla compattezza dei loro domini, alla loro posizione strategica e alla costruzione della fortezza sul lago di Bracciano da cui controllavano l'accesso a Roma.
Castello Orsini Odescalchi, Bracciano
Paolo Giordano Orsini (1541-85) fu il primo duca di Bracciano, sposò la figlia di Cosimo I de' Medici, Isabella, che strangolò per gelosia. Dopo l'uxoricidio fuggì a Roma e si legò a Vittoria Accoramboni, moglie di un nipote di Sisto V, che Paolo Giordano fece assassinare. Inseguito dalla giustizia pontificia e dai sicari del Granduca di Toscana fuggì con l'amante nel Nord Italia, sposandola nel 1585.
Nel XVII secolo anche i duchi di Bracciano lasciarono i loro castelli per trasferirsi a Roma dove mantennero un elevatissimo stile di vita sfruttando a fondo i loro feudi, ma carestie, banditismo e povertà danneggiarono fortemente l'economia di famiglia tanto che nel 1692-96 l'ultimo principe e duca, Don Flavio, sommerso dai debiti, fu costretto a vendere tutti i suoi feudi più importanti e Bracciano fu acquistata dagli Odescalchi.
Il primo filo genealogico orsino parte da un certo Bobone (XII secolo) padre di Giacinto dei Bobone (1110-98) futuro papa Celestino III che fu l'artefice della fortuna della dinastia e che perseguì una politica nepotistica quasi scientifica permettendo al cugino Giovanni di comperare i feudi di Vicovaro, Licenza, Rocca Giovine e Nettuno, questi feudi furono il primo nucleo della potenza territoriale della famiglia. Da Giovanni (noto come Giangaetano) si perse il cognome Bobone e i suoi figli vennero definiti "de domo filiorum Ursi".
Matteo, figlio di Giangaetano, detto il Grande, si scontrò con altre famiglie romane per il controllo della città, sconfisse le truppe imperiali divenendo padrone assoluto di Roma per 2 anni con la carica di senatore, i territori controllati dalla famiglia si estendevano fin quasi ad Avellino e a nord fino a Pitigliano dando vita alla linea di Pitigliano.
Palazzo Orsini, Pitigliano
La famiglia si divise in numerosi rami assumendo la denominazione del loro luogo di residenza a Roma. Guido Orsini ereditò la contea di Soana (Sovana) e governò con i suoi discendenti i feudi di Pitigliano, Soana e Nola (Napoli). Nel XV secolo scoppiarono rivalità con Siena e i Colonna che portarono alla perdita di molti territori.
Il personaggio più rappresentativo di questa linea fu il conte Niccolò (1442-1510), grande condottiero. La decadenza della linea di Pitigliano iniziò con il conte Ludovico, battuto da Siena, e poi sottomesso a Firenze. La famiglia prese residenze a Firenze e Roma.
Gli Orsini di Pitigliano si estinsero nel 1640.
Al terzogenito di Matteo Rosso il Grande, Rinaldo, toccò la signoria di Monterotondo.
Giovanni Battista Orsini, cardinale, appoggiò l'elezione a papa di Rodrigo Borgia (papa Alessandro VI) che però si manifestò un giustiziere così gli Orsini organizzarono la sua eliminazione ma fallirono per disorganizzazione e il papa uccise sia Giovanni Battista che molti altri rappresentanti della famiglia.
Nel XVI secolo la casata decadde, molti componenti persero i feudi per confische o furono assassinati.
Monterotondo fu venduto alla famiglia Barberini nel 1641. Gli Orsini principi di Taranto iniziarono col matrimonio di Roberto Orsini e Sveva Del Balzo nel XIV secolo, figlia del conte di Soleto gran siniscalco del Regno di Napoli, nobile e potente famiglia del Meridione, imparentata con Angioini e Aragonesi. Giovanni Antonio Orsini Del Balzo (Giannantonio, 1386-1463) fu ucciso dopo una rivolta di nobili da Ferdinando di Napoli. Non ebbe figli legittimi, solo naturali, per questo l'asse ereditario passò quasi totalmente nelle mani di Ferdinando.
La linea di Bracciano fu originata da Napoleone, altro figlio di Matteo Rosso il Grande. Molti componenti di questa linea ricoprirono varie cariche municipali nella Roma del XIV secolo insieme ai Colonna, ai Savelli e agli Annibaldi.
I signori di Bracciano furono la linea più potente degli Orsini grazie alla compattezza dei loro domini, alla loro posizione strategica e alla costruzione della fortezza sul lago di Bracciano da cui controllavano l'accesso a Roma.
Paolo Giordano Orsini (1541-85) fu il primo duca di Bracciano, sposò la figlia di Cosimo I de' Medici, Isabella, che strangolò per gelosia. Dopo l'uxoricidio fuggì a Roma e si legò a Vittoria Accoramboni, moglie di un nipote di Sisto V, che Paolo Giordano fece assassinare. Inseguito dalla giustizia pontificia e dai sicari del Granduca di Toscana fuggì con l'amante nel Nord Italia, sposandola nel 1585.
Nel XVII secolo anche i duchi di Bracciano lasciarono i loro castelli per trasferirsi a Roma dove mantennero un elevatissimo stile di vita sfruttando a fondo i loro feudi, ma carestie, banditismo e povertà danneggiarono fortemente l'economia di famiglia tanto che nel 1692-96 l'ultimo principe e duca, Don Flavio, sommerso dai debiti, fu costretto a vendere tutti i suoi feudi più importanti e Bracciano fu acquistata dagli Odescalchi.
Immagino che e' stata un'impresa parlare degli Orsini ahahah :oD Sono sicura, visto il titolo numerato, che ne sentiro' parlare ancora :o) Tra nomi, titoli, e possidenze c'e' da rimanere stupiti, ho capito comunque che si parla di quei rametti piu' incisivi tra Lazio e Toscana :o) A conti fatti sono stati sulla cresta dell'onda per quasi cinquecento anni; si sono moltiplicati ... e con loro si son moltiplicate le manine 'svelte e ingorde' che hanno segnato i territori e la storia di molti luoghi ;o) Il Palazzo Orsini di Pigliano diciamo che lo conosco anche se non l'ho mai visitato negli interni. Ricordo anche che nove chilometri piu' in la' c'e' il borgo di Sorano che ospita la Fortezza Orsini, costruita dagli Aldobrandeschi, che vanta il pregio di essere una delle poche fortezza italiane a non essere stata mai espugnata. La Rocca di Monterotondo e' piena di meravigliosi affreschi perfettamente conservati ma ... il pezzo forte credo che sia proprio il Castello di Bracciano! Le sue forme imponenti sovrastano l'abitato e guardano verso il lago. Immagino che sia stato amato dagli Orsini ma anche dagli Odescalchi che sicuramente lo avranno rimaneggiato, magari negli Interni, facendolo arrivare sino a noi in condizioni perfette :o) E' spettacolare si', merita una visita!
RispondiElimina@ ZeN: Eccome! Ho dovuto fare 3 puntate. Ahahaha!
RispondiEliminaIn questa prima è descritto succintamente il loro percorso d'oro, fino all'ultimo rappresentante della casata. Si vedono alcuni loro palazzi e castelli e la parte del leone la fa senz'altro il castello di Bracciano. Palazzo Orsini di Pitigliano mi pare un pò "intorcinato", non ha una pianta regolare ma pare costruito con aggiunte nel tempo. Di Rocca Orsini a Monterotondo non ho trovato video degli esterni, vista così più che rocca sembra un palazzo nobiliare con bellissimi affreschi e poi il bellissimo castello di Bracciano che per quanto sicuramente modificato nel tempo ha conservato tutta la sua imponenza. Seguiranno altri palazzi e altri manieri orsiniani sparsi un pò ovunque. Vista la vastità dei loro territori sono parecchi nonostante abbia sfoltito molto... ;o)