venerdì 1 novembre 2019

La foresta più grande del mondo? - Non so se tornerai

Amazzonia brasiliana
foto da wikipedia.org



Solo nel luglio di quest'anno sono stati bruciati 225mila ettari di foresta pluviale, è già stato disboscato il 15% del territorio e ben l'80% della deforestazione è dovuta all'allevamento del bestiame.
Non riguarda solo il Brasile ma anche Bolivia e Paraguay, il presidente boliviano ritiene che la protezione ambientale sia un freno per lo sviluppo, favorisce l'agricoltura e l'allevamento intensivi dando via libera alla penetrazione nella foresta, anche in zone protette. Il sistema tradizionale prevede il taglio della vegetazione, quando è secca le si dà fuoco usando le ceneri come fertilizzante. Operazione molto praticata, tantopiù che il governo ha tagliato i fondi per i controlli del 40%.
Secondo alcuni studiosi questo "polmone verde" produce "solo" il 6% di ossigeno, il resto lo fanno gli oceani ma il problema sono le fiamme che accelerano il cambiamento climatico perchè la foresta, anzichè assorbire l'anidride carbonica, la emette. Il problema è molto diffuso nel mondo, per esempio in Siberia sono bruciati 5milioni di ettari di foreste lo scorso agosto.
L'Europa, naturalmente, ha partecipato al disastro con le coltivazioni di soia e palme da olio o per i grandi allevamenti da carne di cui siamo i maggiori importatori. Il biodiesel non è green perchè arriva dalla deforestazione.
Il maggiore rischio oggi deriva dai Paesi con un nuovo benessere come la Cina il cui consumo di carne è aumentato notevolmente per imitare l'Occidente.


(video del 2016)


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La crisi in Italia reca anche le sue vittime, nei primi 7 mesi del 2019 sono stati denunciati all'Inail 599 incidenti mortali sul lavoro, le persone più coivolte avevano tra i 45 e i 54 anni. Tra quest'anno e il 2021 saranno tagliati 410milioni di euro dai piani di investimento dedicati alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro.
Le "morti bianche" (gli incidenti non denunciati) sono in netta crescita, tra gennaio e luglio ci sono state 378.671 denuncie per infortuni sul lavoro, in media 3 mortali al giorno e i dati sono sottostimati perchè in Italia è molto diffuso il lavoro nero e molte categorie non sono conteggiate. L'Inail, a cui sono iscritte le aziende ma non i lavoratori direttamente, non dispone di una banca dati incrociata con quella dell'Inps e non può rilevare esattamente gli infortuni.
Non sono conteggiati, per esempio, i rider che consegnano pacchi e cene, le forze dell'ordine, i Vigili del fuoco e gli sportivi.
Le cause più diffuse del fenomeno sono il precariato, la mancanza di controlli e i tagli alle spese per la prevenzione e alla sicurezza. Poi ci sono gli appaltatori che fanno prezzi bassissimi, comprimono i costi per rientrarci e quindi la sicurezza.
Al Sud tutto si concentra ai lavoratori stagionali nei campi e quindi precari che lavorano in condizioni degradanti, lo scorso anno su più di 20.000 accertamenti 16.394 aziende sono risultate irregolari, circa l'82%. Non parliamo poi dei tempi per i risarcimenti nei processi, lunghi e complessi.
Il settore più esposto a rischi è l'agricoltura (18.946 infortuni e 78 vittime), seguono quello manifatturiero (59 morti), poi il settore edile (55 denunce) e dei trasporti (45 denunce). La regione più colpita dalle morti bianche è la Lombardia (88) seguita dal Lazio (59) e il Veneto (54).
   

2 commenti:

  1. Deforestazione ... argomento spinosissimo :o( Vedere quel che sta succedendo da qualche decennio in Africa o in Amazzonia fa' molta tristezza perche' si vede scompariee un tesoro naturale dal valore ineguagliabile. Piante secolari e specie animali vengono soppresse e con loro anche l'ossigeno, per far posto ad economie disastrose :o( Ma cosa effettivamente fanno i governi di tutto il mondo per fermare questo scempio? Nulla! ... non fanno assolutamente nulla se non lanciare appelli lacrimosi che non producono nessun effetto. Calcolando che le grandi foreste sono ubicate in paesi poco sviluppati, trovo alquanto farsesco chiedere loro di non tagliare e nel contempo di produrre coltivazioni invasive e deleterie ... che poi tutti gli altri stati comperano. Le leggi del mercato e dell'economia sovrastano qualsiasi criterio ecologico. A mio parere bisognerebbe agire in maniera molto differente e non lasciare solo a queste zone il compito di ossigenare il pianeta. Trovo quindi molto piu' sensato, invece di piangere e fare appelli, che ogni stato mondiale facesse la propria parte provvedendo a rimboschire il piu' possibile i propri territori e che aiutasse i paesi che stanno 'tagliando' domandando loro prodotti che non necessitano di cosi' invasivi interventi. Ho pero' la vaga sensazione che quest'andazzo faccia un po' comodo a tutti :o(
    Il mondo del lavoro sta facendo dei passi da gigante! ... all'indietro pero' :o( Difatti tra lavoro nero, incidenti per mancate norme di sicurezza e morti bianche, stiamo tornando agli stessi livelli di decenni fa'. L'unica cosa che e' cambiata e' il percorso dei guadagni e i flussi delle ricchezze. Difatti se per esempio cinquant'anni fa' a fronte di una tale situazione disastrosa per i lavoratori c'era un 'padrone' che si arricchiva, oggi non c'e' piu' neanche lui perche' i grandi imprenditori si contano sulle dita, il resto e' in difficolta' o in situazioni fallimentari. Cosa e' successo quindi? Difficile a dirsi :o( Proviamo a ripercorrere la catena all'indietro. Il lavoratore e' certamente strangolato dal suo datore di lavoro perche', quando c'e', gli offre un impiego dai bassi ricompensi e con poca sicurezza. Il 'padrun' a sua volta deve quasi obbligatoriamente rifarsi sul suo dipendente perche' e' strangolato da un mercato con i prezzi in calo, dalla globalizzazione, dalla grande distribuzione, dalle tasse, dalle banche e chi piu' ne ha piu' ne metta ... difatti il mestiere di negoziante o di imprenditore e' diventato quello meno ambito tra tutti ,se non si ha la possibilita' di svolgerlo ad un alto livello. Quindi ... che fine fanno i sudori dei lavoratori e i grattacapi dei padrun? Se ne vanno nelle tasche degli investitori esteri che non reinvestono nei territori, nelle casse degli enti territoriali che a sua volta li disperderanno, nei forzieri delle banche che li presteranno ai grandi nomi (quelli che vanno dove vola il vento) ... e saranno ulteriomente disseminati tra agenzie, prestanomi e faccendieri, insomma in un mondo sterile che 'prende' e non rimette in circolo la ricchezza. Bisognerebbe fare degli interventi molto grossi in questo settore e rimettere le cose a posto: lasciar guadagnare chi investe denaro e chi in sicurezza presta la propria opera ... riequilibrare in tutto insomma! Non la vedo bene, pero' :o( Sperem :o(

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  2. @ ZeN: Si dice che la grande ricchezza mondiale sia in mano a un pugno di persone...nel mercato non vigono regole ma dovrebbero, appunto, essere in vigore negli Stati interessati allo sfruttamento.Sono gli Stati più disagiati che puntano su un boom economico pareggiandosi con i più evoluti. Basta vedere la Cina che ha superato tutti e non ha certo la "palma ecologica"...dell'ecologia se ne fregano, loro vogliono emergere, nulla deve frenare il loro progresso(anche se guardando bene è patrimonio di pochi), inoltre accettano ben volentieri società straniere che vogliono investire. Anche gli Stati più "evoluti" non si fermano alla ricerca del profitto più sfacciato travolgendo tutto quello che trovano. Se tutti gli Stati non si danno regole di sfruttamento questo non finirà e siamo noi che paghiamo la loro avidità perchè ci rovinano il mondo. :o(
    Molto complessa la situazione delle morti bianche...ci sono sempre state e per un breve periodo è parso che la situazione fosse cambiata con nuove leggi e normative a tutela. La tutela costa è indubbio. Costa un lavoratore assunto regolarmente, costa farlo lavorare per le ore segnate sul suo contratto, costa pagargli le ferie, la malattia, gli infortuni. Tutto questo costa molto. Poi ci sono i problemi degli imprenditori oberati di gabelle a destra e sinistra e ci sono gli imprenditori che non hanno mai pagato un euro e si intascano il jackpot. Un perfetto caos. Siamo tornati indietro, sì. Spero non ritorni il feudalesimo... O.o'

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