Le silene sono un genere di piante, la Silene acaulis è una specie che cresce in montagna.
La silene rigonfia o bubbolini, carletti, crepaterra, erba del cucco, schioppettini, tagliatelle della Madonna, cavolo lustro, ecc. (Silene vulgaris) è una pianta alta fino a 1 mt., perenne, comune in tutta Italia che vive nei prati, negli arbusteti, in boschi radi, zone ruderali, margini dei sentieri e in alcuni casi è infestante. Si trova fino ai 2800 mt. di quota. Molto ricercata in gastronomia è fra le migliori erbe commestibili ma solo prima della fioritura, poi le foglie diventano coriacee. Si mangiano sia crude che cotte in risotti, minestre, ripieni e frittate, hanno un sapore dolce e delicato.
La silene bianca o orecchiella o boccon di pecora (Silene alba) è alta fino a 70 cm., bienne o perenne, molto villosa.
Il nome "silene" si riferisce alla forma del palloncino del fiore, si racconta che Bacco avesse un compagno di nome Sileno con una gran pancia rotonda, ma probabilmente questo nome è anche connesso con la parola greca "sialon" (saliva) riferita alla sostanza bianca attaccaticcia secreta dal fusto di molte specie. Comune in tutta Italia, si trova sui detriti, negli incolti e ai margini delle strade.
La silene dioica o licnide, gitaione rosso o delle macchie (Silene dioica) è una pianta perenne alta fino a 80 cm., vive in tutta Italia escluse le isole e la Puglia, cresce nei boschi riparati, prati, arbusteti e pascoli fino ai 2300 mt. di quota. Commestibile, è usata anche come ripieno per i ravioli di ricotta.
foto da wikipedia.org
La silene notturna (Silene noctiflora) è alta fino a 40 cm., annuale, con fiori profumati che si aprono di notte, presente solo al Nord, rara, nei campi fino ai 1300 mt. di quota.
La silene a mazzetti (silene armeria) è annuale o biennale, alta fino a 70 cm., poco comune, cresce nei prati sassosi fino ai 1300 mt. di quota.
La silene italiana o crotonella (Silene italica) è perenne, alta fino a 69 cm., comune nei boschi e nelle radure fino ai 1400 mt. di quota.
La Silene pusilla o delle fonti è alta fino a 15 cm., comune, vive nei ripari della roccia dai 1000 ai 2600 mt. di quota.
Il sorbo fa parte di un genere di piante, arbusti e alberi alti fino a 12 mt. diffusi nei boschi e nei luoghi rocciosi, nella regione mediterranea e anche sui monti.
Il sorbo montano o farinaccio (Sorbus aria) è tipico della fascia montana, alto fino ai 15 mt., al Nord vive nei boschi e nelle zone rocciose fino ai 1700 mt. di quota mentre nelle regioni meridionali si trova solo in montagna. Una volta i frutti erano consumati per l'alimentazione umana, oggi si usano per ricette tipiche regionali, marmellate e gelatine e per aromatizzare la grappa. Molto gradito dagli uccelli.
Le bacche del sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) sono molto gradite dagli uccelli per questo è usato negli appostamenti fissi per la caccia. Dalla bacca si estrae l'acido sorbico, un conservante alimentare, e il sorbitolo è usato come dolcificante. Nella cultura popolare friulana, ladina e mitteleuropea le bacche essiccate erano utilizzate come repellente per le streghe, lupi mannari e demoni e come antidoto ai malefici e incantesimi. Pianta per climi freddi, nell'Italia del Sud cresce dai 500 ai 600 mt. di quota.
Il sorbo ciavardello o ciaverdello (Sorbus torminalis) è un albero alto fino a 15 mt., è usato in erboristeria.
Il sorbo domestico (Sorbus domestica) è un albero da frutto coltivato in Europa da molto tempo. Un antico proverbio dice " col tempo e con la paglia maturano le sorbe": ci vuole pazienza, occorre aspettare per vedere i risultati. Caduco, arriva ai 12 mt. di altezza, il legno si usava per oggetti e utensili. E' un albero longevo e può diventare pluricentenario, di lenta crescita. I frutti non sono consumati freschi, si consumano man mano durante l'inverno dopo il processo di ammezzimento, messi nella paglia. Una volta i frutti erano consumati come cibo, oggi si preparano marmellate. Vive sporadico in vari substrati specie nei querceti a roverella, fino a 80 mt. sul mare.
La stella alpina fa parte di un genere di piante che in Italia arrivano a un'altezza di 30 cm., sono perenni, in genere lanose per limitare l'eccessiva traspirazione, più il sole è intenso più si ricoprono di lanugine. Spontanee sulle Alpi e sugli Appennini (soprattutto quello abruzzese) in zone aride montuose.
La stella alpina o bianco di roccia (Leodontopodium alpinum) è perenne, alta fino a 30 cm., lanosa, cresce solo sulle Alpi. E' rara, a causa della raccolta indiscriminata, vive nei pascoli alpini, luoghi rocciosi e pendii franosi dai 1500 ai 3000 mt. di quota. E' coltivata nel giardinaggio roccioso e alpino. Secondo una leggenda svizzera una volta era una bella fanciulla ma difficile da amare per cui alla sua morte, ancor zitella, venne trasformata in una stella alpina fra le nevi, le rocce e i ghiacci e in posti di difficile accesso, soltanto un ardimentoso e puro d'animo potrà cogliere il fiore. In una saga dell'Alto Adige si narra che la regina delle nevi siede sulla cima delle Alpi circondata da folletti armati di lance di cristallo. All'alpinista che le si avvicina sorride e lo invita a salire verso di lei, ma la gelosia dei folletti lo spingono in un crepaccio. La regina piangendo fa scendere le sue lacrime sulle rocce formando le stelle alpine. E' una specie protetta.
La stella alpina dell'Appennino o appenninica (Leontopodium nivale) è perenne, lanosa, alta fino a 8 cm., cresce su creste pietrose tra i 2000 e i 3000 mt. di quota. Poco comune, vive sulla Majella, il Gran Sasso, i Monti Sibillini, sul Pizzo di Sevo (a confine fra Lazio e Abruzzo), Monte Greco (Abruzzo) e Monte Terminillo (Rieti), è una specie protetta.
Lo stramonio o erba del diavolo, erba delle streghe, indormia, noce spinosa, noce puzza, noce del diavolo, mela delle spine, noce velenosa, stramonio comune (Datura stramonium) è una pianta altamente velenosa annuale alta fino a 2 mt., i fiori si aprono di notte emenando un penetrante odore che attira le farfalle notturne. Cresce in tutte le regioni dalle pianure alle zone submontane dove vive negli incolti, vicino ai ruderi e ai margini delle strade e sta diventando infestante. La sua origine è incerta e le sue proprietà erano già conosciute dagli indigeni sia del Nuovo Mondo che del Vecchio Mondo. Ha proprietà narcotiche, sedative e allucinogene, utilizzata sia a scopo terapeutico sia nei rituali magici dagli sciamani di molte tribù indiane. Il suo uso è estremamente pericoloso.
L'erba del diavolo (Datura inoxia) è nativa dell'America centrale, importata in Europa, ed altamente velenosa. Annuale e arbustiva, è alta fino a 1,5 mt., pelosa, i fiori hanno un profumo molto intenso.
La tromba del diavolo, noce metella, datura metella o stramonio metello (Datura metel) è una pianta altamente velenosa originaria della Cina, perenne, alta fino a 2 mt.
foto da wikipedia.org
La silene notturna (Silene noctiflora) è alta fino a 40 cm., annuale, con fiori profumati che si aprono di notte, presente solo al Nord, rara, nei campi fino ai 1300 mt. di quota.
La silene a mazzetti (silene armeria) è annuale o biennale, alta fino a 70 cm., poco comune, cresce nei prati sassosi fino ai 1300 mt. di quota.
La silene italiana o crotonella (Silene italica) è perenne, alta fino a 69 cm., comune nei boschi e nelle radure fino ai 1400 mt. di quota.
La Silene pusilla o delle fonti è alta fino a 15 cm., comune, vive nei ripari della roccia dai 1000 ai 2600 mt. di quota.
Il sorbo fa parte di un genere di piante, arbusti e alberi alti fino a 12 mt. diffusi nei boschi e nei luoghi rocciosi, nella regione mediterranea e anche sui monti.
Il sorbo montano o farinaccio (Sorbus aria) è tipico della fascia montana, alto fino ai 15 mt., al Nord vive nei boschi e nelle zone rocciose fino ai 1700 mt. di quota mentre nelle regioni meridionali si trova solo in montagna. Una volta i frutti erano consumati per l'alimentazione umana, oggi si usano per ricette tipiche regionali, marmellate e gelatine e per aromatizzare la grappa. Molto gradito dagli uccelli.
Le bacche del sorbo degli uccellatori (Sorbus aucuparia) sono molto gradite dagli uccelli per questo è usato negli appostamenti fissi per la caccia. Dalla bacca si estrae l'acido sorbico, un conservante alimentare, e il sorbitolo è usato come dolcificante. Nella cultura popolare friulana, ladina e mitteleuropea le bacche essiccate erano utilizzate come repellente per le streghe, lupi mannari e demoni e come antidoto ai malefici e incantesimi. Pianta per climi freddi, nell'Italia del Sud cresce dai 500 ai 600 mt. di quota.
Il sorbo ciavardello o ciaverdello (Sorbus torminalis) è un albero alto fino a 15 mt., è usato in erboristeria.
Il sorbo domestico (Sorbus domestica) è un albero da frutto coltivato in Europa da molto tempo. Un antico proverbio dice " col tempo e con la paglia maturano le sorbe": ci vuole pazienza, occorre aspettare per vedere i risultati. Caduco, arriva ai 12 mt. di altezza, il legno si usava per oggetti e utensili. E' un albero longevo e può diventare pluricentenario, di lenta crescita. I frutti non sono consumati freschi, si consumano man mano durante l'inverno dopo il processo di ammezzimento, messi nella paglia. Una volta i frutti erano consumati come cibo, oggi si preparano marmellate. Vive sporadico in vari substrati specie nei querceti a roverella, fino a 80 mt. sul mare.
La stella alpina fa parte di un genere di piante che in Italia arrivano a un'altezza di 30 cm., sono perenni, in genere lanose per limitare l'eccessiva traspirazione, più il sole è intenso più si ricoprono di lanugine. Spontanee sulle Alpi e sugli Appennini (soprattutto quello abruzzese) in zone aride montuose.
La stella alpina o bianco di roccia (Leodontopodium alpinum) è perenne, alta fino a 30 cm., lanosa, cresce solo sulle Alpi. E' rara, a causa della raccolta indiscriminata, vive nei pascoli alpini, luoghi rocciosi e pendii franosi dai 1500 ai 3000 mt. di quota. E' coltivata nel giardinaggio roccioso e alpino. Secondo una leggenda svizzera una volta era una bella fanciulla ma difficile da amare per cui alla sua morte, ancor zitella, venne trasformata in una stella alpina fra le nevi, le rocce e i ghiacci e in posti di difficile accesso, soltanto un ardimentoso e puro d'animo potrà cogliere il fiore. In una saga dell'Alto Adige si narra che la regina delle nevi siede sulla cima delle Alpi circondata da folletti armati di lance di cristallo. All'alpinista che le si avvicina sorride e lo invita a salire verso di lei, ma la gelosia dei folletti lo spingono in un crepaccio. La regina piangendo fa scendere le sue lacrime sulle rocce formando le stelle alpine. E' una specie protetta.
La stella alpina dell'Appennino o appenninica (Leontopodium nivale) è perenne, lanosa, alta fino a 8 cm., cresce su creste pietrose tra i 2000 e i 3000 mt. di quota. Poco comune, vive sulla Majella, il Gran Sasso, i Monti Sibillini, sul Pizzo di Sevo (a confine fra Lazio e Abruzzo), Monte Greco (Abruzzo) e Monte Terminillo (Rieti), è una specie protetta.
Lo stramonio o erba del diavolo, erba delle streghe, indormia, noce spinosa, noce puzza, noce del diavolo, mela delle spine, noce velenosa, stramonio comune (Datura stramonium) è una pianta altamente velenosa annuale alta fino a 2 mt., i fiori si aprono di notte emenando un penetrante odore che attira le farfalle notturne. Cresce in tutte le regioni dalle pianure alle zone submontane dove vive negli incolti, vicino ai ruderi e ai margini delle strade e sta diventando infestante. La sua origine è incerta e le sue proprietà erano già conosciute dagli indigeni sia del Nuovo Mondo che del Vecchio Mondo. Ha proprietà narcotiche, sedative e allucinogene, utilizzata sia a scopo terapeutico sia nei rituali magici dagli sciamani di molte tribù indiane. Il suo uso è estremamente pericoloso.
L'erba del diavolo (Datura inoxia) è nativa dell'America centrale, importata in Europa, ed altamente velenosa. Annuale e arbustiva, è alta fino a 1,5 mt., pelosa, i fiori hanno un profumo molto intenso.
La tromba del diavolo, noce metella, datura metella o stramonio metello (Datura metel) è una pianta altamente velenosa originaria della Cina, perenne, alta fino a 2 mt.
Le silene hanno un non so che di altamente simpatico :o) Alla base del fiore hanno tutte un'allegra trippillina, a volte proprio rotondetta, altre oblunga. Colori e petali variano da specie a specie, e proprio questi ultimi spesso sono solo accennati, altre volte invece sono molto pronunciati e quasi distanti tra di loro, come se la natura avesse fatto pressione sulla trippillina ahahah :o) Porelli, un po' di rispetto! Mica son funfignotti ;o) Un po' mi ha meravigliato sapere che sono commestibili ma poi, a pensarci bene, ho riflettuto sulla nostra lunga tradizione rurale (poverissima) e che le persone conoscevano a menadito tutte le proprie erbette del circondario. Sono sicura di averli incontrati in qualche parco dalla scarsa manutenzione. La piu' graziosa e' per me quella di specie acaulis, sia per il colore che per il fatto che rimane bassa e tande a fare un cuscinetto colorato :o)
RispondiEliminaBelle belle le bacchette del sorbo :o) E' diventata una frutta di nicchia e va' benissimo che sia lasciata per sfamare gli uccelli ... un po' meno gradito e' il cacciatore sotto! Sono sicura di averle assaggiate ma non ne ricordo il sapore. Tra le varieta' che hai postato ho preferito l'aucuparia perche' ha le foglie disposte come le acacie :o)
Le stelline delle montagne, l'alpina e l'appeninica, se ne stanno la' belle belle con la loro sciarpetta pelosa ... e sinceramente non capisco e non condivido questa smania di coglierle! A loro sono legate leggende e tradizioni della gente di montagna e, visto che scarseggiano, vanno rispettate come ogni essere vivente soprattutto se e' gia' nell'anticamera della propria estinzione.
Lo stramonio lo conosco bennissimo ... dato che la mia vicina di casa pianta e semina tutto cio' che trova in giro ... senza sapere che roba sia ahahah! 'Guarda che bei fiori!' ... poi se li annusi e ti senti male ha veramente poca importanza :oD Confermo che hanno un odore intenso che, a stagione, accoppiato ai tigli del viale e ai gelsomini di altri giardini ... bhe' e' meglio sta' con le finestre chiuse :o) E' una pianta molto tenace con un altissimo spirito di sopravvivenza dato che basta che rimanga in giro una radichetta ... e lei riparte ;o)
@ ZeN: Sicuramente le avrai viste, specie la Silene bianca. Bella anche la Silene delle fonti.
RispondiEliminaEh...il sorbo è nutrimento ma anche un pericolo per gli uccelli, dato il suo uso per catturarli...bell'alberello. Mi pare ci sia una nota poesia che lo cita.
Quand'ero giovane le stelle alpine (vere e false) si vedevano spesso sui cappelli tipo tirolese, attaccate alle cartoline e come decorazione di abiti. Non c'era proprio l'attenzione per la specie e datosi che sono difficili da cogliere e da trovare erano graditissime ai turisti e agli abitanti della montagna. Solo dopo ci si è accorti che non sono eterne... :o(
Lo stramonio, a parte la sua pericolosità, è una pianta molto particolare. Capisco che attiri per i suoi fiori ma credo vada limitata la sua diffusione come per tutte le cose tossiche. ;o)