martedì 6 novembre 2018

La pittura fiamminga

Rogier van der Weyden


Rogier van der Weyden

Il primo periodo della pittura fiamminga è denominato "scuola dei Primitivi fiamminghi", ha uno stile minuzioso, naturalismo, l'amore per il paesaggio e la riproduzione di oggetti.


Dieric Bouts

La seconda generazione è legata a Petrus Christus e Dieric Bouts,


Hans Memling

l'ultima generazione annovera artisti come Hans Memlinge e Hugo van der Goes.


Hugo van der Goes


Bernadr van Orley


Quentin Massys


Nel pieno Rinascimento ci fu una forte influenza dell'arte e della cultura italiana, fra gli artisti vi furono Bernard van Orley, Quentin Massys, Luca da Leida e Joos val Cleve.


2 commenti:

  1. Molto interessante questo viaggio nella pittura fiamminga di cui io so' veramente poco :o) In maniera molto elementare cerchero' di scrivere cosa noto in questo suo sviluppo ... ma, bada bene, sono soltanto mie riflessioni, quindi prive di qualsiasi fondamento artistico o storico :oD L'evoluzione principale e' stata quella della 'trasformazione' delle scene e dal modo di dipingerle. In un primo momento i dipinti erano molto fotografici, piene di personaggi e di oggetti riversati su tela in modalita' 'miniaturista' quasi maniacale :o) Tutto e' molto nitido, vivamente colorato, cosparso di tenue luce 'a giorno'. Gli sfondi sono panoramici, intrisi di natura e su di loro si ripetono in secondo piano, ma con grande minuzia, scene di vita quotidiana. Ecco, questo appena descritto, lo possiamo condiderare il punto di partenza, l'origine. Quello che non si deve pensare mai e' che 'il quadro' 'non dica nulla' o 'non voglia rappresntare nulla'... eheheh le tematiche, religiose o politiche che l'artista vuole esprimere sono celate dietro dei simbolismi ben precisi. Diciamo quidi che dietro a tutta questa serenita' quasi naif, c'e' bisogno di una lettura particolare perche', riportato su tela, c'e' tutto un mondo 'da interpretare' per capire appieno, e in maniera piu' profonda, cosa stiamo guardando :o) Nel passo successivo, amplificato e piu' visibile nell'ultima parte storia della pittura fiammanga, c'e' una trasformazione nel modo di porsi rispetto al mondo, quasi come se ci fosse stato qualche evento importante nella societa' dell'epoca. Il tema religioso diventa molto presente e viene vissuto quasi in maniera tragica. Si percepice una sorta di peccato umano, di sofferenza ... un modo di esprimere una religiosita' quasi radicale. Un mondo in cui chiaramente si mostra l'infedele che butalizza il Cristo (o il Santo) e che spinge lo spettatore a chiedere giustizia per l'atrocita' di cui e' spettatore. Le scene sono esplicite, i colori si caricano ma le ombre avanzano. La luce iniziale non e' piu' nitida, le scene perdono il loro aspetto fotografico per accentuare al massimo il crimine o il dolore. Io preferisco la 'fase 1' dove si e' spinti a capire cosa c'e' aldila' di tanta luce e bellezza. La trovo una pittura molto originale, dire unica ... alla 'fase 3', piuttosto che vedere un fac-simile Caravaggio, meglio un Caravaggio :oD

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  2. @ ZeN: Quello che mi colpisce dei Fiamminghi sono i personaggi che popolano le tele. Belli, brutti, cattivi, buoni, ubriachi, allegri, ecc. ritratti in pose stravaganti, fin sguaiate. Insomma, come nella realtà. Non c'è la ricerca del "bello" e del "perfetto" ma del reale, fino ad arrivare al caricaturismo. Penso molti siano persone reali che l'artista ha inserito nei suoi contesti pittorici. Spesso gli uomini son contornati da animali e infiniti oggetti dal significato simbolico e alle volte le proporzioni e la prospettivs vanno alla malora per esaltare più o meno un soggetto. Per non parlare dei personaggi e animali immaginari...insomma, un buglione di anime dai vivaci colori che scorazzano nella tela. :D
    In questo post molti sono i soggetti religiosi e qui il marasma di personaggi un pò si calma ma rimangono, sparuti, personaggi ghignanti e non proprio belli a contorno. Insomma, il loro tocco non sparisce mai. :o)

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