La migrazione umana è proseguita, nella storia, sia sottoforma di migrazione volontaria all'interno di una regione o di un Paese, che sotto forma di migrazione involontaria o forzata, quest'ultima riguarda lo schiavismo, il traffico di esseri umani e la pulizia etnica.
Due milioni di anni fa gli umani migrarono dall'Africa e si dispersero per la maggior parte nel Vecchio Mondo arrivando al Sud-Est asiatico (Homo ergaster, Homo erectus e Homo heidelbergensis). La Cina è stata popolata più di un milione di anni fa, il Sud-Est asiatico circa 1,7 milioni e l'Europa occidentale circa 1,2 milioni di anni fa.
Famiglia de Carli, 1937 circa, Brasile
foto da wikipedia.org
La diaspora indica la dispersione di un popolo nel mondo costretto ad abbandonare le sue origini, per antonomasia si cita quella degli Ebrei nel mondo antico dopo le deportazioni in Assiria (Iraq, 721 a.C.) e Babilonia (Iraq, 586 a.C.). Altre diaspore includono la tratta degli schiavi africani, quella armena, l'esodo Giuliano-Dalmata e la diaspora tibetana.
La tratta atlantica degli schiavi africani si riferisce al commercio degli schiavi di origine africana attraverso l'Oceano Atlantico tra il XVI e il XIX secolo. La deportazione degli schiavi verso le Americhe fu fondamentale per la nascita e lo sviluppo delle colonie europee prima del Sud e Centro America e poi del Nord America, ma vi fu anche una tratta orientale. A causa della tratta morirono da 2 a 4 milioni di africani, nel XVI secolo Spagna, Portogallo, Inghilterra e Paesi Bassi crearono insediamenti in America su vasta scala, piantagioni di canna da zucchero, caffè, cacao ecc. e aprirono miniere, attività che richiedevano grandi quantità di manodopera per il lavoro pesante. Gli indigeni americani non erano sufficienti: morivano per le malattie importate dai conquistatori europei e a causa della loro conformazione fisica. Gli Europei conobbero la pratica nordafricana di far schiavi i prigionieri di guerra, i re locali dell'attuale Senegal e Benin spesso barattavano i loro schiavi con gli Europei, più adatti fisicamente. Complessivamente si stima che il numero di schivi africani portati nel Nuovo Mondo sia tra i 9,4 e i 12 milioni di persone, una delle più grandi migrazioni della storia e certamente la più grande se si tiene conto che altri 18 milioni di neri furono avviati in Turchia e nei Paesi arabi.
Questo commercio fu alimentato anche dalla Francia, la Danimarca e la Svezia.
Il 15% degli Africani moriva in mare, più il viaggio era lungo più aumentavno i decessi per dissenteria e scorbuto, la quantità di cibo e acqua che diminuivano ogni giorno, la depressione e i suicidi.
Rifugiata armena con il figlio, 1919
La diaspora armena riguarda le comunità armene che vivono fuori dall'Armenia o dai loro territori storici. Iniziò dopo il genocidio armeno del XX secolo perpetrato dall'Impero Ottomano (finito nel 1922). Attualmente gli armeni sono presenti in diversi Stati del mondo (armeni iraniani, libanesi o dell'Armenia) fra cui in Albania, in Terra Santa e a Gerusalemme. Altre comunità si sono spostate in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Stati Uniti.
Città mineraria italiana
West Virginia, 1917
Zara distrutta dai bombardamenti
L'esodo giuliano dalmata (o esodo istriano) riguarda l'emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e lingua italiana dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia che si verificò nel 1945 e negli anni successivi, si stima che si spostarono tra le 250.000 e le 350.000 persone. Questo fenomeno segue gli eccidi noti come massacri delle foibe e coivolse tutti coloro che diffidavano del nuovo governo iugoslavo.
Giovane esule in fuga con la bandiera italiana
1945
Particolarmente rilevante in Istria e nel Quarnaro, queste zone furono svuotate dagli abitanti di villaggi e cittadine. Nel 1945, con l'arrivo delle forze iugoslave, furono eliminati i militari italiani, poliziotti, impiegati civili, funzionari statali, civili di ogni categoria e furono uccisi o internati in campi tutti coloro che avrebbero potuto opporsi alle rivendicazioni iugoslave sulla Venezia Giulia.
Tali azioni spinsero la maggior parte della popolazione di lingua italiana a lasciare la regione.
Foiba di Vines (Albona), 1943
Molti profughi si stabilirono oltre il nuovo confine, soprattutto a Trieste e nel Nord-Est, altri emigrarono in Europa e nel resto del mondo (Stati Uniti, Canada, Argentina, Venezuela, Brasile e Australia).
Nel 2001-2 gli italiani rimasti nella ex Iugoslavia erano circa 21.000, fra gli esuli noti Laura Antonelli (attrice, di Pola), Nino Benvenuti (pugile, di Isola d'Istria), Sergio Endrigo (cantautore, di Pola), Wilma Goich (cantante, di Zara), Ottavio Missoni (stilista, di Zara) e Abdon Pamich (marciatore, di Fiume).
Zara distrutta dai bombardamenti
L'esodo giuliano dalmata (o esodo istriano) riguarda l'emigrazione forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e lingua italiana dalla Venezia Giulia e dalla Dalmazia che si verificò nel 1945 e negli anni successivi, si stima che si spostarono tra le 250.000 e le 350.000 persone. Questo fenomeno segue gli eccidi noti come massacri delle foibe e coivolse tutti coloro che diffidavano del nuovo governo iugoslavo.
Giovane esule in fuga con la bandiera italiana
1945
Particolarmente rilevante in Istria e nel Quarnaro, queste zone furono svuotate dagli abitanti di villaggi e cittadine. Nel 1945, con l'arrivo delle forze iugoslave, furono eliminati i militari italiani, poliziotti, impiegati civili, funzionari statali, civili di ogni categoria e furono uccisi o internati in campi tutti coloro che avrebbero potuto opporsi alle rivendicazioni iugoslave sulla Venezia Giulia.
Tali azioni spinsero la maggior parte della popolazione di lingua italiana a lasciare la regione.
Foiba di Vines (Albona), 1943
Molti profughi si stabilirono oltre il nuovo confine, soprattutto a Trieste e nel Nord-Est, altri emigrarono in Europa e nel resto del mondo (Stati Uniti, Canada, Argentina, Venezuela, Brasile e Australia).
Nel 2001-2 gli italiani rimasti nella ex Iugoslavia erano circa 21.000, fra gli esuli noti Laura Antonelli (attrice, di Pola), Nino Benvenuti (pugile, di Isola d'Istria), Sergio Endrigo (cantautore, di Pola), Wilma Goich (cantante, di Zara), Ottavio Missoni (stilista, di Zara) e Abdon Pamich (marciatore, di Fiume).
Notoriamente si pensa che il semino della vita umana sia stato gettato in Africa e poi da li' siano iniziate le grandi immigazioni che hanno permesso di popolare tutto il resto del mondo. Gli studi di questi ultimi anni, e i vari ritrovamenti di resti umani, hanno invece smentito (sembra) questa ipotesi ma e' ancora tutto da verificare e ci vorranno ancora anni e ulteriori studi per dare conferma o smentita alle nuove teorie. L'immigrazione forzata che subito viene in mente, sia per numero di genti e sia perche' le persone in questione perdevano il loro stato di uomini liberi per diventare schiavi, e' indubbiamente quella africana verso le americhe ... di non tantissimi secoli fa'. Viene ricordata come la piu' tremenda in assoluto anche perche' relativamente recente e abbastanza documentata. Cio' pero non toglie che la duplice pratica 'deportare&rendere schiavi' e' stata sempre perpretata dalla maggior parte dei popoli piu' antichi e predominanti ... ma, venendo allora reputata come un avvenimento di normalita,' non si hanno gli effettivi riscontri di come siano sparire intere civilta', o di come questi uomini siano stati obbligatoriamente costretti a fuggire o ad essere ridotti in schiavitu'. Sono state gravissime anche tutte le altre pulizie etniche o diaspore che hai ricordato tu anche se spesso era sufficiente abbandonare le proprie cose e cambiare luogo per avere salva la vita ... si' perche' in questi casi non era messa in gioco la propria liberta' ma la propria vita. Un piccolo ricordo lo vorrei anche dedicare ai native americani ... :o(
RispondiElimina@ ZeN: I più fortunati furono, alla fine, i primi Homo, almeno si spostavano volontariamente seguendo rotte pur sconosciute per trovare posti migliori. Gli Africani hanno sempre vissuto nel pericolo, viste le antiche faide fra tribù ed etnie, ma tutt'altra cosa era essere rapiti e spediti oltreoceano in condizioni inumane dai bianchi! Credo che molti non li avessero mai visti...casomai li prendevano per spiriti del male...e mica sbagliavano... O.o
RispondiEliminaOgni tanto nel mondo qualche etnia si sente in dovere e in diritto di perpetuare eccidi. I motivi sono vari, sempre ingiustificati. La vedo come una paura non come un atto di forza. Seguono Crono, che s'è mangiato i figli per timore di essere spodestato. E' il seme della violenza che tutti gli umani hanno in sè, quasi sempre tenuto a bada ma quando scoppia ricade con orrore sulle persone, quasi tutte vittime innocenti della pazzia altrui. E' il classico caso che dimostra che la coscienza non è cosa da tutti.
Quand'ero piccola l'esodo istriano bruciava ancora nei ricordi, soprattutto delle persone conosciute che soffrivano molto di aver dovuto lasciare la propria terra o perdere parenti e amici. Per loro era un olocausto...
Il popolo armeno non lo è da meno. Da sempre chi sconta i deliri altrui è la gente, quella che abita i paesi, i villaggi e le città. Sono le donne, i vecchi e i bambini, non gli eserciti che, per scelta o no, sanno comunque che vanno a combattere e possono non tornare. Quindi chi subisce la violenza sono i civili in primis e meritano un ricordo, casomai lo vedrei accanto al Milite Ignoto o agli innumerevoli monumenti ai caduti che pullulano per tutta la Penisola. Sono caduti pure loro e in numero altamente superiore, pur non essendo in guerra.