In provincia di Foggia, Pietramontecorvino si trova a 456 mt sul mare, nel borgo ci sono 160 abitanti e dista 20 km da Lucera, 35 da San Severo e 37 da Foggia.
Piccolo centro sede vescovile nel 1018, conobbe un florido periodo sotto i Normanni ma viene distrutto da Ruggero II nel 1137. Gli abitanti pare si sarebbero rifugiati nelle grotte scavate nella roccia, in località Petra dove, nel 1218, è citato un castello, che diventa feudo autonomo. Diocesi povera, nel 1433 è soppressa la sede vescovile. Saccheggiata e bruciata dagli Aragonesi durante la guerra fra Angioini e Aragonesi per la successione al Regno di Napoli, Pietramontecorvino fu ulteriormente distrutta da un terremoto nel 1456 e poi abbandonata. Nel 1541 passa ai duchi di Montalto di Tocco, che lo posseggono fino alla fine del feudalesimo, quando divenne Comune autonomo.
Pietra è risorta più volte dalle sue rovine, fino ai nostri, giorni grazie al recupero del suo centro storico. Borgo scavato nella roccia nella Daunia ed edificato intorno all'anno Mille, Pietra ha un impianto urbanistico ad anello. Il complesso monumentale è costituito dalla torre normanna, la chiesa Matrice e il palazzo ducale. Le case sono inerpicate sulla roccia, in parte scavate nel tufo. Nel Medioevo era racchiuso in una cinta muraria con case-torri, oggi distrutta. Una monumentale scalinata conduce al loggiato dell'ingresso settecentesco della chiesa Madre.
Il borgo è attraversato da stradine con case che emergono dalla roccia con le grotte oggi adibite a cantine e depositi, le strade tortuose e le irte scalinate, i piccoli archi che congiungono le case, le piazzette e i vicoli ripidi. La data esatta di costruzione del palazzo Ducale è ignota, è d'epoca angioina con bifore duecentesche e la torre normanno-angioina. Conserva un salone di rappresentanza e affreschi con un giardino pensile adiacente. La chiesa Madre è la più antica del borgo, documentata dal 1328, la scalinata è settecentesca, come il loggiato e la porta a est. Del primo nucleo rimane l'antico presbiterio (gotico). La chiesa è in stile romanico, nel suo complesso. La cappella è rinascimentale, come i monumenti funebri della famiglia Tinto (1567), l'altare maggiore è barocco. Il campanile ha assetto medievale, coperto da una bellissima cupola rivestita di mattonelle gialle e verdi.
Tipici i salumi, con il "capecolle"; l'olio extravergine d'oliva e il vino: il "Cacc'e mitte" della zona di Lucera.
Fra i piatti, le "rechetelle" o "cecatille" (paste fresche fatte in casa) con sugo di carne; le "scartellate" ricoperte con miele o mosto cotto e i "cauzune" ripieni di pasta di ceci e cioccolata o castagne.
Fuori dal centro abitato si trova la chiesa del Rosario, del Cinquecento, con uno splendido soffitto a cassettoni.
Il borgo è attraversato da stradine con case che emergono dalla roccia con le grotte oggi adibite a cantine e depositi, le strade tortuose e le irte scalinate, i piccoli archi che congiungono le case, le piazzette e i vicoli ripidi. La data esatta di costruzione del palazzo Ducale è ignota, è d'epoca angioina con bifore duecentesche e la torre normanno-angioina. Conserva un salone di rappresentanza e affreschi con un giardino pensile adiacente. La chiesa Madre è la più antica del borgo, documentata dal 1328, la scalinata è settecentesca, come il loggiato e la porta a est. Del primo nucleo rimane l'antico presbiterio (gotico). La chiesa è in stile romanico, nel suo complesso. La cappella è rinascimentale, come i monumenti funebri della famiglia Tinto (1567), l'altare maggiore è barocco. Il campanile ha assetto medievale, coperto da una bellissima cupola rivestita di mattonelle gialle e verdi.
Tipici i salumi, con il "capecolle"; l'olio extravergine d'oliva e il vino: il "Cacc'e mitte" della zona di Lucera.
Fra i piatti, le "rechetelle" o "cecatille" (paste fresche fatte in casa) con sugo di carne; le "scartellate" ricoperte con miele o mosto cotto e i "cauzune" ripieni di pasta di ceci e cioccolata o castagne.
Fuori dal centro abitato si trova la chiesa del Rosario, del Cinquecento, con uno splendido soffitto a cassettoni.
Veramente molto particolare si! :o) Mi piace la porta d'ingresso al nucleo antico perche' e' a sesto acuto ... non facile da vedere nelle nostre zone ;o) Molto antica e piacevole la Chiesa con i suoi 'errori' di edificazione ;o) Due cose mi hanno pero' colpito eheheh il costato di maiale , che assaggerei molto volentieri, e la bara per i poveri :o) ... piu' che bara la chiamerei taxi dei poveri ... perche' finita la corsa e arrivati a destinazione, il cassettun tornava alla base :o(
RispondiElimina@ ZeN: Antica arte del riciclo! E' "sprecata" un'intera bara per uno, meglio il bar-sharing! XD
RispondiElimina