In provincia di Campobasso, Sepino si trova a 702 mt sul mare, conta 700 abitanti nel borgo e dista 28 km da Campobasso, 43 da Benevento e 97 da Termoli.
Abitata dai Sanniti nel VI-V secolo a.C. col nome di Terravecchia, fu espugnata dai Romani nel 293 a.C. e gli abitanti si spostarono a valle. Il centro viene circondato da mura tra i II e il VI secolo d.C., la piana poi è ceduta dai duchi longobardi a una colonia di Bulgari (667) e la città viene chiamata Altilia. Nel 882 Altilia è abbandonata a favore di una postazione più a monte, al riparo dalle incursioni saracene. Nasce il castello di Saepini, il borgo attuale. La zona è occupata dai Normanni nel 1024 e diviene una baronia della famiglia De Molisio. Nel 1566 la baronia è acquistata da Scipione Carafa, che poi la passa in dote alla famiglia Della Leonessa.
Il borgo sorge alle pendici dei monti del Matese, era un luogo di passaggio, di ricovero delle greggi e di mercato. Rimangono le rovine della monumentale città romana.
Posta sulla via della lana per il passaggio delle greggi, la città romana aveva 4 porte, oggi rimangono il teatro (attorniato da casali settecenteschi) del I secolo, il monumento funerario di Publius Numisisus, le terme (i cui mosaici si trovano al museo di Porta Benevento), case, botteghe, il tempio, il mercato, il tribunale, la basilica, il foro, la fontana, il mulino ad acqua e il mausoleo del magistrato Caio Ennio Marso. La cinta murario di Sepino risale al IX secolo, è in gran parte inglobata nelle abitazioni, palazzo Giacchi è del Settecento, palazzo Attilio è rinascimentale. La chiesa di Santa Cristina risale al 1099, il portale ha battenti di piombo del 1127, del periodo normanno. All'interno si trovano il sepolcro del vescovo Attilio (1536), la cappella d San Carlo Borromeo (1737) e la cappella dei Carafa detta "del Tesoro" per le preziosità che contiene.
Prodotti tipici il caciocavallo, manteche e scamorze, poi le carni di maiale (soppressata, salsiccia con finocchietto, capocollo). Fra i piatti, la pasta fatta in casa con ceci, fagioli o fave. Coniglio al forno e polenta stufata con ragù.
In zona si trova la città sannitica di Terravecchia, a 950 mt d'altitudine, con la cinta muraria e 3 porte.
Nel Museo Archeologico di Sepino-Altilia (nelle abitazioni rurali sulla cavea del teatro) si trovano reperti dalle ere più antiche al basso Medioevo.
Inizio col dire che la via della lana, per quanto meno conosciuta e meno nobile delle cugina 'seta', e' stata per secoli percorsa da uomini e greggi. Il suo indotto economico, povero e faticoso, ha permesso il sostentamento di moltissime persone.
RispondiEliminaDi grande pregio le rovine dell'antica citta', mi sono piaciute veramente molto che fanno da specchio per pulizia e decoro all'attuale centro abitato :o)
Sembra tutto molto piacevole anche il circondario montano ricco di acque :oD Un paio di cose mi hanno meravigliato:
- le cupole di forme e colori inconsueti che si vedono nel panorama
- la mancanza di una ricetta di pecora o agnello nella loro tradizione
Molto piacevole si' :oD
@ ZeN: Concordo, noi non avevamo la seta, ma le pecore...nel loro piccolo mantenevano vivi molti paesi che ci si sono anche arricchiti (i feudatari, soprattutto...), finita la transumanza molte località sono entrate nell'oblio. :o(
RispondiEliminaNulla ho letto delle particolari cupole, ipotizzo l'assenza di piatti di carne di pecora con una certa scarsità degli armenti...oppure è stata semplicemente una dimenticanza di chi ha scritto il testo che ho trovato. ;o)