Il Buddha e gli spiriti

(Da: publiboda.com)



La religione nazionale giapponese è lo shintoismo. "Shinto" deriva dal cinese per  distinguere la dottrina buddhista dalla credenza degli spiriti, significa "via degli spiriti". Più che una credenza è un culto di esseri extraumani che i Giapponesi chiamano "kami", che sono anche gli antenati. Lo shintoismo è un politeismo in cui gli dei definiscono i clan, i gruppi umani consanguinei detti "uji". L'uji è un'unità sociale, economica e politica, ogni uji risultava fondato su un kami e il suo culto lo distingueva dagli altri uji. Quando un uji ne soggiogava un'altro, i perdenti adoravano il kami dell'uji vincitore, a cui veniva associato subordinatamente il kami dell'uji vinto. Contrapponendo lo shinto al buddhismo il Giappone prese autonomia e si unificò sotto l'autorità imperiale. Il kami comune diventò Amaterasu, la dea-Sole, antenata dell'imperatoreUn editto imperiale del VII secolo (Jingi-ryo) organizzò la religione shintoista designando feste, riti e luoghi di culto. Nel santuario di Ise si svolgeva il culto della dea Amaterasu, qui si conservavano i tre "shintai", simboli religiosi della potenza imperiale: uno specchio ottagonale, un gioiello e una spada. Nel VIII secolo si raccolsero e si rielaborarono i miti tradizionali, miti il cui fine è stabilire la discendenza divina della famiglia imperiale. Il santuario di Ise, dedicato ad Amaterasu, doveva essere ricostruito ogni venti anni e soltanto l'imperatore poteva fare offerte alla dea. Doveva risiedervi un indovino che prediceva, ogni anno, il governo dell'impero. In un edificio vicino (il Palazzo del Digiuno) risiedeva una sacerdotessa della famiglia imperiale: la principessa digiunante. Con la Restaurazione Imperiale (1868) il Giappone iniziò a diventare uno Stato in senso occidentale, lo shintoismo divenne religione di Stato e venne istituito un Ministero dello Shintoismo. Nel 1889 la Costituzione decretò l'uguaglianza di tutte le religioni di fronte allo Stato ma lo shintoismo divenne espressione ufficiale del patriottismo giapponese. Aderire era un dovere civico. Lo shintoismo di Stato è materia del Ministero degli Interni, lo shintoismo religioso è lasciato in libera concorrenza con altre religioni. Quello religioso è denominato "shinto delle Chiese", il termine "chiesa" è usato per indicare le diverse sette. Queste ultime, comunque, sono subordinate alla dirigenza statale, almeno per il loro riconoscimento ufficiale.
L'arte shintoista è prevalente basata sull'architettura: santuari in legno pervenuti fino a noi grazie all'usanza di ricostruirli ogni vent'anni fino al VII secolo. In origine i suoi riti erano celebrati all'aperto, improvvisando l'area sacra in un qualsiasi spiazzo delimitato da una corda di paglia di riso. I primi santuari imitavano le abitazioni domestiche o i depositi di cereali. Gli esempi più antichi di santuari sono l'Ise-jingu e l'Izumo. Caratteristica di tutti i templi è il portale (tori-j): due pilastri verticali uniti da due elementi trasversali (foto), simile al "torana" indiano e al p'ai-lu cinese.