Pergamena

Dal latino Pergamena (charta), (carta) di Pergamo.
Detta anche cartapecora, ottenuta da pelli animali prevalentemente di ovini o vitelli. La più pregiata è il "velìn", fatta di feti di vitelli. Le pelli sono perfettamente scarnite e rasate, conciate alla calce e allisciate con pomice.
Nel II secolo a.C. Pergamo ne fu centro di produzione e di diffusione particolarmente importante, ma l'uso della pergamena è molto più remoto, essendo ricordato come antico da Erodoto nel V secolo a.C.
Entrata nell'uso librario, soppiantò in età romana il papiro quando, per le sue qualità (vi si poteva scrivere agevolmente su ambo le facce, era possibile produrla dappertutto con relativa facilità, si poteva raschiare e utilizzare di nuovo) consentì il passaggio del libro dalla forma a rotolo a quella di quaderno. Col secolo IV la pergamena prevalse su ogni altro materiale scrittorio, appartengono a questo secolo i codici più antichi a noi pervenuti. Fu la materia scrittoria medievale per eccellenza, usata nei conventi e nelle abbazie dagli amanuensi e dai miniatori per la preparazione degli splendidi codici che oggi si ammirano nelle principali biblioteche del mondo. Mantenne l'assoluto predominio nel campo librario fino al secolo XIII, quando la carta ne prese il posto.