(Da: marassi.splinder.com)
A differenza di altri Paesi europei, le coppie di fatto non hanno nessun riconoscimento giuridico in Italia. Sono convivenze prematrimoniali o coppie impossibilitate a contrarre matrimonio perchè già sposate e non ancora divorziate oppure perchè omosessuali. Secondi l'Istat hanno ormai superato il mezzo milione.
Probabilmente è un calcolo al ribasso. Problemi di salute e di lavoro, tutela dei figli, permessi di soggiorno, affitti, aspetti fiscali, garanzie testamentali...
Esistono tuttavia alcune leggi speciali che contemplano la rilevanza delle famiglie di fatto, e che regolano attraverso scritturte private e contratti ad hoc aspetti patrimoniali e l'assegnazione a un membro della coppia dell'abitazione familiare, nonchè la cessazione della convivenza.
Chi intende regolamentare specifici aspetti dell'unione, può usufruire di specifici schemi contrattuali predisposti da notai e avvocati. Sono atti che regolamentano una serie di pratiche vincolanti per il futuro rapporto di coppia e che disciplinano le regole di convivenza da un punto di vista patrimoniale, per esempio il dovere di reciproca contribuzione, le spese comuni, l'abitazione familiare e la cessazione della convivenza.
In contratto di convivenza può essere stipulato per scritto davanti a un notaio oppure attraverso una scrittura privata o, ancora, verbalmente in presenza di testimoni. Ma è preferibile la forma scritta, dà maggiori garanzie.
La scrittura privata deve essere autenticata da un notaio. Il costo di un contratto notarile è di circa 500 euro e la sola autenticazione delle firme costa circa 60-100 euro.
In un contratto di convivenza la coppia può, ad esempio, pattuire che, durante il rapporto, ciascuno sia tenuto a contribuire alle spese comuni proporzionalmente al proprio reddito, alle proprie sostanze e alla propria capacità di lavoro professionale, definendo le modalità di amministrazione dei beni personali e comuni. In questo caso bisogna prevedere nel contratto il dettaglio dell'entità dei redditi, oltre che i tempi e i modi di contribuzione delle spese comuni.
Inoltre è possibile regolare le conseguenze patrimoniali della cessazione della convivenza, compreso l'obbligo del versamento degli alimenti e il diritto per il comvivente più bisognoso di continuare ad abitare la casa di residenza comune. La sottoscrizione del notaio, anche in questo caso, ha lo scopo di autenticare le firme delle parti e attribuire data certa dell'atto.
Quando i conviventi decidono di interrompere la relazione, il diritto di continuare a vivere nella casa familiare spetta a chi ne ha esclusiva proprietà perchè la giurisprudenza equipara il convivente a un'ospite.
Un soggetto da diritto di nominare erede il proprio convivente facendo un testamento che non oltrepassi i limiti della quota legittima spettante all'eventuale coniuge, i figli e i genitori.
Tali disposizioni non possono essere inserite nel contratto di convivenza ma devono essere scritte su uno specifico testamento.
Il testamento può essere fatto anche senza recarsi da un notaio, deve essere scritto a mano su un foglio di carta, datato e firmato dal testatore. I costi saranno quelli dovuti al notaio per l'apertura del testamento, i costi si aggirano da 700 a 1400 euro.
CHE COSA SCRIVERE
Contratto di convivenza tra... e..., entrambi domiciliati in..., via...
I sottoscritti..., nato/a a... il... e..., nato/a a... il..., instaurano un rapporto di convivenza coabitando nell'appartamento sito in..., via..., di proprietà di... (oppure preso in locazione da... con contratto del...).
Considerando che tale rapporto comporta comunione di vita e stabilità temporale in assenza del legame giuridico del matrimonio, e non essendo tale rapporto regolato da specifica normativa in caso di cessazione dello stesso, al fine di regolare il loro rapporto e tutelare i propri reciproci diritti, le parti consenzientemente stipulano e sottoscrivono il presente contratto.
1) Abitazione familiare e sua assegnazione (indicare a quale convivente corrisponda la proprietà dell'abitazione e a quale membro della coppia venga assegnato il suo utilizzo in caso di separazione. Se si desidera, è possibile precisare per quanto tempo il convivente non proprietario possa occupare l'abitazione in attesa del reperimento di un altro alloggio).
2) Regolamentazione delle spese (si può indicare che entrambi i conviventi sono tenuti a contribuire alle spese comuni in proporzione ai propri redditi e al proprio lavoro. A tal fine, verrà aperto un conto corrente bancario cointestato a entrambi i conviventi, su cui confluiranno le retribuzioni per essere utilizzato per le spese comuni).
3) Cessazione del rapporto di convivenza (in caso di cessazione della convivenza, per esempio ciascuno dei conviventi può impegnarsi a corrispondere all'altro un terzo del proprio Tratamento di fine rapporto oppure la somma in euro (indicare la somma) come versamento una tantum o di contributo periodico).
4) Ulteriori disposizioni da includere nel contratto (la coppia può includere alcune disposizioni accessorie di natura patrimoniale e personale, per esempio a chi rimarrà lo stereo o la bicicletta).
Il presente contratto viene redatto in duplice copia e ognuno dei due conviventi ne tiene una copia.
Luogo e data Firme
DIRITTI NEGATI
- Impresa familiare: il convivente è considerato un "terzo estraneo" rispetto all'impresa familiare del compagno. Mentre il coniuge ha diritto, se lavora nell'impresa di famiglia dell'altro coniuge, al mantenimento e può partecipare agli utili dell'impresa e ai beni acquistati per gli stessi. Cosa fare: consigliabile stipulare un regolare contratto di lavoro subordinato come dipendente del compagno o entrare nell'impresa come socio.
- Tutela delle madri lavoratrici e disoccupate: il convivente non può chiedere permessi di lavoro specifici se il partner si ammala. Cosa fare: utilizzare le ferie o i permessi ordinari.
- Tfr del convivente: il convivente non ha diritto ad alcuna quota del Trattamento di fine rapporto del proprio compagno, anche se in stato di bisogno. Cosa fare: stipulare un contratto di convivenza.
- Permesso di soggiorno: se uno dei partner è extracomunitario non può chiedere il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno per convivenza col partner italiano. Cosa fare: imposto il matrimonio col cittadino italiano.
- Assistenza dei consultori familiari: La legge sui consultori familiari (n. 405 del 1975) indica tra gli aventi diritto all'accesso al servizio anche le coppie. Cosa fare: nessun vincolo.
- AFFITTO: se cessa la convivenza, l'intestatario del contratto di locazione ha il diritto di restare nell'abitazione. Cosa fare: la coppia può prevedere nel contratto d'affitto una clausola che preveda la possibilità per uno dei conviventi di mantenere l'affitto in caso cessi la convivenza.
- Proprietà della casa coniugale: il diritto di continuare a viverci spetta a chi ne ha l'esclusiva proprietà. Cosa fare: il proprietario può, mediante un contratto, costituire un diritto di "uso temporaneo" in favore del partner più debole. Il Tribunale può affidare la casa al convivente non proprietario ma affidatario dei figli minori o maggiorenni non autonomi economicamente.
- Pensione di reversibilità: il convivente non ne ha diritto. Cosa fare: stipulare un contratto di convivenza in cui si assegna al convivente una parte del proprio Tfr o una somma di denaro una tantum o una rendita vitalizia stipulando un'assicurazione.
venerdì 15 ottobre 2010
Coppie di fatto: come tutelarsi
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Questo post mi ha fatto riflettere molto ...... mi e' venuto in mente che il bellissimo sentimento, quale e' l'amore, scritto su carta o diventa poesia o un contratto in tutta regola . Ho pensato anche che se dal notaio l'evento 'unione' sembra perda di sentimento, tutto sommato condito con fiori e confetti anche in Chiesa i futuri sposi si ritrovano a firmare un contratto in tutta regola......ma l'evento 'firma' passa praticamente in secondissimo piano. Detto questo, e tornando con i piedi per terra, ritengo comunque giusto che i componenti delle coppie si tutelino tra loro e contro terzi......forse bisognerebbe dar piu' validita' e piu' diritti, rispetto agli attuali, alle coppie di fatto.
RispondiEliminaQuesto post mi ha fatto riflettere molto ...... mi e' venuto in mente che il bellissimo sentimento, quale e' l'amore, scritto su carta o diventa poesia o un contratto in tutta regola . Ho pensato anche che se dal notaio l'evento 'unione' sembra perda di sentimento, tutto sommato condito con fiori e confetti anche in Chiesa i futuri sposi si ritrovano a firmare un contratto in tutta regola......ma l'evento 'firma' passa praticamente in secondissimo piano. Detto questo, e tornando con i piedi per terra, ritengo comunque giusto che i componenti delle coppie si tutelino tra loro e contro terzi......forse bisognerebbe dar piu' validita' e piu' diritti, rispetto agli attuali, alle coppie di fatto.
RispondiElimina@ ZENITeNADIR: Invece io la vedo in modo diverso...
RispondiEliminaChi si sposa, ha dei diritti e dei doveri. Sacri. Non dev'essere una legge o un contratto a determinare le regole ma, vedendo i risultati dei più, sembrerebbe, invece, che un bel contrattino scritto a caratteri cubitali, sia un modo per far capire che se credi di sfruttare in qualche modo il partner, pagherai.I giovani, sembra, si sposino sempre di meno non solo perchè non hanno le possibilità economiche, ma anche perchè hanno capito che l'amore può finire e non vogliono giustamente ingrassare gli avvocati. Quindi è tutta una questione di culo, oltre che di serietà, di volontà, di rispetto. Se ci pensi, qualsiasi unione è un contratto. Che sia scritto o no, lo è. Altra cosa è l'amore con l'A maiuscola. Quello non ha bisogno proprio di niente. E' automatico e naturale un comportamento altruista e vicendevole. E' una cosa che non si insegna e non si impone. Ma è rarissimo...
@ ZENITeNADIR: Invece io la vedo in modo diverso...
RispondiEliminaChi si sposa, ha dei diritti e dei doveri. Sacri. Non dev'essere una legge o un contratto a determinare le regole ma, vedendo i risultati dei più, sembrerebbe, invece, che un bel contrattino scritto a caratteri cubitali, sia un modo per far capire che se credi di sfruttare in qualche modo il partner, pagherai.I giovani, sembra, si sposino sempre di meno non solo perchè non hanno le possibilità economiche, ma anche perchè hanno capito che l'amore può finire e non vogliono giustamente ingrassare gli avvocati. Quindi è tutta una questione di culo, oltre che di serietà, di volontà, di rispetto. Se ci pensi, qualsiasi unione è un contratto. Che sia scritto o no, lo è. Altra cosa è l'amore con l'A maiuscola. Quello non ha bisogno proprio di niente. E' automatico e naturale un comportamento altruista e vicendevole. E' una cosa che non si insegna e non si impone. Ma è rarissimo...