Dalla Siberia con amore

Oggi siamo usciti di buon mattino. Il barometro stava sullo zero. Un calo di sei gradi da ieri. I preparativi per uscire sono stati meticolosi: maglione a collo alto, giubbotto imbottito, pantaloni da sci imbottiti, stivaletti inbottiti anti gelo per le dita dei piedi. Niente guanti, ma mani rigorosamente in tasca. In testa cappello inbottito pure quello, in panno, rosa antico con civettuolo fiocco laterale. Calcato fin quasi agli occhi. Siamo pronti. I movimenti limitati della testa mi impedivano di vedere bene le auto di passaggio, ma Fabio torreggiava come un faro e meglio di un semaforo. Ci avviamo a far colazione, già a Piazza de Maria, le mani, pure in tasca, reclamavano pietà. Entriamo accompagnati dal vento gelido nel bar vuoto e ci piazziamo ad uno dei due tavolini. Comincio a togliermi le masserizie: cappello, borsa, sciarpa, e rispunto fuori da quel mare di indumenti. Il relax di quei momenti è impagabile: il mini bomboloncino sbocconcellato col mio cappuccino, il giornale, le chiacchiere con Lorella, la proprietaria...
Ci sono cose che non costano un granchè: con 3 euro sono felice. In un minuscolo bar. Non mi importa dell'abbigliamento, del look, dell'opulenza, dell'arrivismo. Mi importa di me, di fare il più possibile quello che amo. E sempre non è una cosa che "costa". Lo zucchero del bomboloncino mi si attacca al rossetto, che diventa dolce pure lui. L'odore del caffè, del bar con tutte le cose buone che contiene. Questo è il lusso più grande: la pace, la soddisfazione. Vado alla cassa ed avverto Lorella che sul bancone c'è una reclame di un locale per single che vogliono conoscere rumene, polacche, ungheresi...
Mi rimbusto nel mio mare di vestiti sparendoci completamente dentro: si vedeva un mucchio si stoffa camminare con un cappello rosa. Forza! C'è il ritorno! Spariamo nel gelo mattutino, inghiottiti dal vento.
Eggià, la Siberia ci ha fatto un bel regalo.